Foggia, infermieri demansionati risarciti con circa 30 mila euro a testa

Scarica PDF Stampa


Lo ha dichiarato in una nota il Collettivo Infermieri Autonomo (Cia) del Policlinico di Foggia, riferendosi alla sentenza n. 472/2024 (pubblicata il 18 marzo scorso) della Corte d’Appello di Bari: l’Azienda ospedaliera è stata condannata a risarcire diversi infermieri sviliti dalla piaga professionale del demansionamento. La sentenza di primo grado è stata di fatto ribaltata.


«Se non ci sono gli Oss (operatori sociosanitari) in reparto – si legge nella nota – e l’infermiere svolge mansioni inferiori, da oggi il risarcimento è di circa 30.000,00 euro a professionista (risarcimento maggiore se la percentuale applicata dal giudice è superiore al 15% per 10 anni retroattivi). Si apre una strada per tutti quegli infermieri che vedevano persa una causa in prima istanza già vinta nei tribunali di Foggia. La Corte di Appello ha ribaltato la sentenza a favore degli infermieri».


La somma che il Policlinico dovrà pagare in favore di ogni infermiere demansionato è pari al 10% della retribuzione ordinaria mensile percepita dal 29 gennaio 2013 fino alla data di deposito del ricorso di primo grado. Altresì, l’azienda dovrà far fronte alle spese del doppio grado di giudizio (13.600 euro per il primo grado e 10.200 euro per l’appello).


Per il Collettivo, trattasi di «un risarcimento cospicuo: per intenderci è la cifra di circa metà liquidazione che un infermiere percepirebbe dopo circa 43 anni di contributi versati a fine pensione».

Gli infermieri appellanti, infatti, erano costretti dalla carenza di personale di supporto a svolgere mansioni inferiori come il rifacimento dei letti, la distribuzione del vitto, rispondere ai campanelli, imboccare i pazienti, posizionare padelle, eseguire le cure igieniche, svuotare e detergere pitali e bidonino delle diuresi, trasportare gente in barella, ecc.


I professionisti sono stati difesi dall’avvocato e collaboratore del sindacato Nursind Domenico De Angelis, esperto di diritto del lavoro, che ha richiamato le molte sentenze emesse negli anni dalla Suprema Corte di Cassazione.

Come evidenziato dal Cia la difesa del Policlinico «presentava una tesi obsoleta, infondata e traballante. Non esistono i presupposti, gli infermieri senza oss svolgono mansioni inferiori, quindi c’è demansionamento con azione risarcitoria. Si ribalta la causa completamente a favore degli infermieri della Mar (malattie apparato respiratorio) per i termini e il risarcimento del demansionamento. Finalmente una sentenza del lavoro, anche se sofferta, trae il profilo dei diritti acquisiti e professionali di tutti quegli infermieri che nel corso degli anni hanno visto sfilarsi una causa di primo grado già vinta (ricorrendo in difesa in Corte di Appello)».


E ancora, concludendo: «L’Azienda deve comprendere che il demansionamento c’è e continua a sussistere in molti reparti. Vanno attivati concorsi e avvisi pubblici (utilizzando fondi del Pnrr) per sopperire alle carenze di organico. Un dialogo tra dirigenti e politica del lavoro pone le condizioni per risanare, attraverso un programma triennale, un deficit di personale che ‘piange’ da sempre».

AddText 03 14 10.29.10

Alessio Biondino

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento