Una professionalità sta emergendo all’estero da alcuni decenni e che, giocoforza, grazie alle continue integrazioni tra sanità e tecnologie, vedrà anche in Italia sempre più infermieri con una spiccata passione per il mondo digitale decidere di dedicarsi anche al campo informatico.
Non esiste, in Italia, una strada già segnata perseguire la passione del digitale, ma come piccole briciole di pane abbiamo voluto comprendere come, nel resto del mondo, i colleghi si siano mossi per intraprendere questo particolare ambito: l’informatica infermieristica.
In questo articolo cercheremo di capire chi è l’infermiere informatico e quale ruolo ha l’informatica infermieristica nel più vasto ambito della sanità digitale, dove il PNRR sta investendo più di un miliardo di euro.
In modo che chi voglia approfondire l’argomento possa essere pronto a coglierne le opportunità. Per fare l’infermiere informatico, infatti, bisogna però anticipare il futuro. Con fiducia e molta preparazione.
Indice
Che cos’è l’informatica infermieristica?
Stiamo assistendo a due fenomeni destinati inevitabilmente a incrociarsi: da una parte, l’aumento della digitalizzazione delle nostre vite; dall’altra, la crescita del numero di anziani nelle popolazioni occidentali.
Questa combinazione di eventi porterà a una maggiore necessità di assistenza infermieristica, integrata con strumenti tecnologici sempre più complessi e strettamente connessi con l’attività clinica.
Il campo d’azione che integra al meglio questi due aspetti è l’informatica infermieristica. Ma come possiamo essere certi che questa branca della professione infermieristica avrà uno sbocco anche in Italia?
Tutto quello che è necessario sapere è che, più i sistemi saranno integrati tra assistenza e informatica, più difficile sarà per un professionista informatico riuscire a svolgere correttamente il suo lavoro.
Come potrà uno sviluppatore informatico capire meglio di un infermiere come sviluppare una cartella clinica in cui andranno documentate le diagnosi infermieristiche e le attività cliniche?
Fintanto che i sistemi digitali e i programmi saranno solo di contorno all’attività clinica, un qualsiasi tecnico potrà improvvisare un flusso di lavoro decente per quello che fanno infermieri e medici.
Ma quando l’intelligenza artificiale, le nuove tecnologie e la pervasività digitale entreranno davvero negli ospedali, non sarà più sufficiente un tecnico qualsiasi.
La correzione di un programma usato dagli infermieri e che non funziona — perché chi lo ha sviluppato non conosce davvero il campo — costerà alle aziende molto più di quanto converrebbe loro investire da subito in un professionista specializzato in questo ambito: l’informatica infermieristica.
Un professionista che possieda piena padronanza di quattro discipline: informatica, scienza dell’informazione, legislazione e, a differenza del semplice tecnico, scienze infermieristiche.
Pertanto, la nursing informatics, che si traduce appunto come “informatica infermieristica”, è la disciplina informatica applicata al contesto infermieristico. Si tratta di un campo complesso che richiede conoscenze provenienti da diversi ambiti di studio. Il suo scopo principale è garantire la gestione e lo sviluppo dei sistemi di dati medici indispensabili per la pratica infermieristica e per migliorare gli esiti dei pazienti.
In poche parole, l’informatica infermieristica è lo strumento con cui aumentare l’efficienza degli operatori sanitari, migliorare la qualità dell’assistenza e ridurre tempi e costi complessivi. Tra questi ultimi, anche quelli sprecati in migliaia di righe di codice scritte da un informatico non specializzato, che non sa distinguere tra un catetere venoso e uno vescicale, tra una diagnosi infermieristica e una medica, e così via.
Chi è l’infermiere informatico?
Il professionista in grado di colmare il divario tra informatica e assistenza clinica ha un nome: infermiere informatico.
Il suo obiettivo è gestire le applicazioni informatiche, tecnologiche e digitali nel campo dell’assistenza infermieristica e fungere da ponte tra i clinici (medici, infermieri e altri professionisti sanitari) e il team di programmatori, permettendo il dialogo, proprio come farebbe un traduttore e mediatore culturale, tra due mondi completamente diversi, con linguaggi, gerghi, priorità, paradigmi e prospettive lontanissimi tra loro.
Per riassumere, l’infermiere informatico è il punto in comune tra la dimensione clinica e quella informatica.
Se, invece sei solo stanco di lavorare in ospedale, fare i turni e saltare continuamente i riposi, dovresti valutare la possibilità di lavorare sul territorio come Infermiere di Famiglia e di Comunità.
Per approfondire il tema, consigliamo la lettura del libro “Costruire ben-essere nella comunità locale – Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità” un testo fondamentale per comprendere il potenziale e l’applicazione di questo importante e innovativo ruolo infermieristico, disponibile su MaggioliEditore.it e Amazon
Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità
Costruire ben-essere nella comunità locale
Di Infermieristica di Famiglia e di Comunità si parla in Italia dai primi anni del 2000.Da allora, molto si è dibattuto intorno a questa professionalità e al suo ruolo, cercando di farne emergere le possibilità operative e l’integrazione con le altre figure e funzioni della rete formale dei servizi, fino a quando la pandemia ci ha drammaticamente mostrato tutta l’inadeguatezza della risposta sanitaria a livello territoriale.Sono stati anni bui, dai quali abbiamo imparato che la difficoltà di accedere all’ospedale, sul quale poggia tutto il sistema, crea un cortocircuito a danno degli operatori, ma soprattutto dei cittadini, portatori di bisogni sia sociali che sanitari. Tuttavia l’emergenza sanitaria ha consentito di attivare riflessioni intorno al problema delle cure primarie e della funzione di gate keeping che il territorio dovrebbe svolgere. Le recenti norme legislative di riorganizzazione del si-stema territoriale hanno per la prima volta delineato un profilo specifico per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità.Il presente volume è il primo manuale davvero organico e completo per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, e sarà di certo una risorsa preziosa- per gli studenti che intraprenderanno un percorso formativo in cure territoriali e in Infermieristica di Famiglia e di Comunità- per chi partecipa a concorsi- per i professionisti, non solo infermieri, che vorranno volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti.Guido LazzariniProfessore di Sociologia dell’Università di Torino, docente di Sociologia della salute nel Corso di Laurea in Infermieristica.Tiziana StobbioneDottore di ricerca in Sociologia, Scienze organizzative e direzionali. Bioeticista. Professore a contratto d’Infermieristica presso la Scuola di Medicina dell’Università di Torino.Franco CirioResponsabile per le professioni sanitarie della Centrale Operativa Territoriale di Governo della continuità assistenziale e dei Progetti innovativi a valenza strategica dell’ASL Città di Torino.Agnese NataleSi occupa di ricerca, formazione e operatività nell’ambito della partecipazione e dell’empowerment di gruppi e persone in condizione di svantaggio.
Guido Lazzarini, Tiziana Stobbione, Franco Cirio, Agnese Natale | Maggioli Editore 2024
34.20 €
Cosa fa l’infermiere informatico?
L’infermiere informatico è un professionista con competenze multidisciplinari, in grado di integrare — nel rispetto di numerose normative vigenti e molto restrittive — le tecnologie informatiche nell’assistenza infermieristica e nei sistemi informativi sanitari: dalle cartelle cliniche elettroniche (CCE) ai sistemi di supporto decisionale clinico (CDSS), dai database clinici ai principali software di gestione delle attività cliniche, fino alle piattaforme di telemedicina e molto altro ancora.
L’infermiere informatico come punto di connessione tra l’assistenza e il mondo digitale, in base al contesto lavorativo, può avere uno o più di queste responsabilità:
- Progettazione e valutazione di sistemi informativi: collaborando allo sviluppo e alla valutazione di software di uso clinico (dalla semplice web-app per la prenotazione di ausili al gestionale per accedere alla cartella clinica elettronica o al Fascicolo Sanitario Elettronico
- Analisi e gestione dei dati clinici: come Health Data Analist, l’infermiere informatico dovrà supportare la corretta raccolta, l’analisi e l’interpretazione dei dati sanitari al fine di riuscire ad estrapolare informazioni e strategie per monitorare gli esiti clinici, identificare trend (come aumento delle infezioni intraospedaliere) e migliorare i processi decisionali.
- Formazione e supporto: addestrare il personale sanitario all’uso delle tecnologie informatiche che sono in uso.
- Garanzia della sicurezza e della privacy: contribuire a garantire la protezione dei dati sensibili del paziente in base al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), in un contesto, quello sanitario, dove i i dati sensibili sono molto delicati e importanti. Potrebbe essere coinvolto anche nella prevenzione delle fughe di dati e quindi avere delle conoscenze base di cybersecurity.
- Ottimizzazione dei flussi di lavoro: migliorare l’efficienza e la qualità dell’assistenza attraverso l’uso di tecnologie digitali. Essere chiamato ad analizzare e valutare nuove proposte tecnologiche e riuscire attraverso la formazione a implementarle nella realtà clinica.
Inoltre, come professionista multidisciplinare, potrebbe essere coinvolto in numerose altre attività necessarie, a seconda della realtà in cui lavora: alcuni contesti potrebbero richiedere una maggiore concentrazione su un aspetto specifico, mentre altri potrebbero esigere una formazione diversa da quella appena citata.
L’infermiere informatico, come ogni altro professionista, deve essere pronto a integrarsi con la dimensione clinica dell’ospedale, della struttura o del servizio in cui presta la sua professionalità, in modi che solo il rapido aggiornamento delle tecnologie può prevedere.
Possiamo dire che non è un lavoro monotono!
Come si diventa infermiere informatico?
In Italia non esiste una figura ufficialmente delineata come Nurse Informaticist (termine inglese). Come molte altre specializzazioni in campo infermieristico, dall’Infermiere Cardiac Sonographer al Wound Care Specialist, passando per l’Infermiere impiantatore di PICC , diventare infermiere informatico richiede un mix di fortuna e preparazione: trovarsi al posto giusto, al momento giusto, con la formazione e le competenze giuste.
Ad esempio, in alcune aziende è stato previsto che un professionista sanitario (tra cui anche l’infermiere) con determinate competenze informatiche e un Master di I° in Amministrazione di Sistema in ambito sanitario, possa diventare amministratore di sistema (AdS), ovvero quella figura che si occupa della tecnologia e della sicurezza informatica a livello di infrastruttura sanitaria.
Ma è quando la realtà in cui opera questo professionista richiede una maggiore integrazione con la pratica clinica che l’operatore, da semplice AdS, diventa un vero e proprio esperto di informatica infermieristica.
È quando un reparto oncologico, un ambulatorio di cardiologia o un qualsiasi servizio apre un servizio di telemedicina e necessita di personale specializzato, che lo si diventa davvero.
All’estero questa figura è ampiamente presente nella maggior parte dei grossi gruppi ospedalieri ed essere un Nurse Informatics, un Clinical Analyst o un Nursing Chief Information Officer è naturale come specializzarsi in area critica in Italia.
Un esempio è quello della collega Sarah Rossetti, infermiera informatica della Columbia University, che ha dimostrato come un sistema di allerta precoce basato sull’intelligenza artificiale e sul monitoraggio della documentazione infermieristica in reparto chiamato CONCERN possa individuare il peggioramento delle condizioni dei pazienti con due giorni di anticipo, riducendo il rischio di morte del 35%.
Una vera e propria rivoluzione nel campo dell’informatica infermieristica, che le è valsa la possibilità di pubblicare lo studio sulla prestigiosa rivista Nature.
Quindi per diventare infermiere informatico è necessario formarsi in determinati campi tra cui:
- Informatica di base e informatica sanitaria
- Programmazione
- Analisi dei dati e gestione dei database
- Telemedicina e sanità digitale
- Cybersecurity
- Normative sulla privacy
- Ricerca clinica e trattamento dei dati clinici
Ed essere proattivo nella ricerca di posizioni che possano avvicinare a questo obiettivo, prima che l’esigenza diventi tanto evidente da richiamare immediatamente figure così formate.
Dove studiare informatica sanitaria e infermieristica?
L’offerta formativa per studiare informatica infermieristica e sanitaria, insieme a tutti gli altri argomenti legati alla sanità digitale, è vasta e spazia dalle lauree magistrali ai master universitari, fino alle certificazioni rilasciate da enti privati. In ordine di impegno, le proposte che abbiamo riscontrato essere più attinenti al ruolo di infermiere informatico sono:
- Corso di Laurea Magistrale in Health Informatics Politecnico Milano in collaborazione con Università Vita-Salute San Raffaele ma richiede una valutazione dei crediti e integrazioni con crediti di campo informatico e biologico (21 crediti nei settori INF/01, ING-INF/05 o 21 crediti nei settori BIO/09, BIO/13, BIO/16) vedi pagina ufficiale
- Corso di Laurea Magistrale in Biostatistica dell’Università di Milano Bicocca prevede una pre-valutazione dei crediti universitari ma sono previsti anche i CFU MED/45 (scienze infermieristiche) tra i requisiti richiesti, ci sono ottime probabilità di essere ammessi. Vedi pagina ufficiale
- Corso di Laurea Magistrale in Medical bioinformatics dell’Università di Verona, anche qui è da farsi valutare la carriera universitaria e la capacità computazionale del candidato. Vedi pagina ufficiale del corso.
In tutti i casi sopra elencati, che non sono una lista completa, è fondamentale consultare i regolamenti didattici specifici di ciascun corso di laurea magistrale per verificare i requisiti dettagliati e le modalità di accesso.
Sarà inoltre probabile che vengano richieste integrazioni tramite corsi singoli, e quasi tutte le università richiedono un certificato di inglese almeno di livello B2.
Si consiglia quindi di contattare direttamente le segreterie didattiche o i referenti dei corsi per ottenere informazioni aggiornate e personalizzate in base al proprio percorso formativo, ad esempio alcune università convalidano i CFU ottenuti tramite master universitari e possono aiutare nell’ammissione.
Se non si vuole intraprendere un percorso così lungo, si può valutare la possibilità di frequentare almeno un master universitario di I° livello. Ecco alcune proposte che si possono trovare in rete:
- Master in Intelligenza Artificiale e Telemedicina dell’Università di Parma (dove è docente anche un nostro collaboratore Giovanni Stani)
- Master in Amministratore di Sistema in ambito Sanitario (offerta telematica)
- Master in Sanità Digitale e Telemedicina (offerta telematica)
Uno di questi percorsi potrebbe essere la via giusta per realizzare il sogno di unire la passione per l’infermieristica con quella per l’informatica.
Sappiamo che, in assenza di un percorso predefinito, scommettere su ulteriori anni di formazione per un sogno che potrebbe o meno realizzarsi è un costo alto da pagare e potrebbe essere frustrante.
Ma è altrettanto vero che, in questo caso, vale il detto: “Chi vuole trova il modo, chi non vuole trova scuse.”. Pertanto, se diventare infermiere informatico è il tuo sogno, trova un modo. Le scuse lasciale agli altri.
In bocca al lupo e buono studio!
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento