“Infermiere per un giorno”, studenti delle superiori alla scoperta della professione infermieristica

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Un’interessante iniziativa dall’accattivante nome di “Infermiere per un giorno” è stata organizzata dall’Università di Bologna e dal Corso di Laurea in Infermieristica di Faenza (in collaborazione con l’amministrazione comunale), con l’obiettivo di avvicinare gli studenti delle scuole superiori alla professione infermieristica.


L’evento si è svolto presso la sede faentina del Corso di Laurea (situata nel complesso degli ex Salesiani) e i ragazzi hanno avuto l’opportunità di vivere un’esperienza teorico-pratica nel cuore dell’assistenza sanitaria alla persona.


Guidati da docenti esperti e laureandi del Corso, i partecipanti hanno preso parte a simulazioni di procedure assistenziali su manichini all’avanguardia, affettuosamente chiamati Guglielmo e Anna dagli stessi studenti. Indossando le divise da infermiere, gli studenti hanno sperimentato in prima persona il ruolo cruciale degli infermieri nella società.


Come raccontato da Ravenna 24 Ore, Infermiere per un Giorno si è rivelato un “evento educativo di grande successo”, che ha permesso agli studenti di esplorare il mondo sanitario e considerare la professione infermieristica come una possibile carriera futura. Gli studenti, infatti, avrebbero descritto l’esperienza con parole come “sorpresa, curiosità, interesse e meraviglia”, riflettendo così l’entusiasmo e la passione dimostrati durante la giornata formativa.


Speriamo vivamente che l’immondizia celata ad arte sotto al tappeto durante l’evento (quella composta da turni massacranti, demansionamento sistematico, sfruttamento, riconoscimento socio/econmico ridicolo, possibilità di carriera inesistenti, ecc.) non vada ad inibire troppo presto l’entusiasmo dei pochi studenti davvero curiosi (VEDI articolo Sempre meno giovani vogliono fare gli infermieri: i dati Ocse) che, inevitabilmente, di fronte a un’eventuale scelta per il proprio futuro così importante, si informeranno a dovere.

Senza credere alle favole, purtroppo.

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Alessio Biondino

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