Il nuovo rapporto OMS 2025 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità fotografa una realtà difficile da ignorare: il rafforzamento del personale infermieristico globale sta rallentando. E questo, nonostante negli ultimi dieci anni il numero complessivo degli operatori sanitari sia cresciuto in modo costante.
Un breve riassunto sullo State of the world’s nursing 2025 per riportare all’attenzione del pubblico le gravi urgenze, non più rimandabili, per guarire la professione che si prende cura dei cittadini.
Il rapporto OMS rimprovera i governi nazionali di non aver fatto abbastanza per gli infermieri
A 5 anni dalla fine dell’era degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) programmati nel 2020, con l’aumento delle tensioni geopolitiche, insieme alla recessione economica e le crisi prolungate che ne stanno conseguono, il rapporto OMS denuncia che ci troviamo ad un punto cruciale. L’organizzazione, infatti, biasima i governi mondiali di non aver ancora preso una chiara posizione sulle due strade percorribili:
- possiamo proseguire sulla strada della stagnazione dei progressi nella copertura sanitaria universale e del rallentamento dei progressi nella riduzione della carenza di operatori sanitari;
- oppure possiamo cogliere l’opportunità che il rapporto appena pubblicato possa spingere i decisori politici nel promuovere investimenti e azioni a livello nazionale a sostegno degli infermieri che forniscono servizi essenziali salvavita in sistemi sanitari più solidi.
Dal documento, dure parole: “Invitiamo i decisori politici dei vari Paesi, le associazioni infermieristiche, gli enti regolatori, i partner per lo sviluppo, le organizzazioni partner e altri stakeholder a utilizzare questo rapporto per il dialogo politico e il processo decisionale su come e dove rafforzare l’assistenza infermieristica […] I prossimi 5 anni rappresentano la nostra ultima opportunità per farlo.”
A ragione di ciò, e per approfondire il tema delle specializzazioni infermieristiche, consigliamo la lettura del libro “Costruire ben-essere nella comunità locale – Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità“.
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Un testo fondamentale per comprendere il potenziale e l’applicazione di questo importante e innovativo ruolo infermieristico, L’Infermiere di Famiglia e di Comunità.
Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità
Costruire ben-essere nella comunità locale
Di Infermieristica di Famiglia e di Comunità si parla in Italia dai primi anni del 2000.Da allora, molto si è dibattuto intorno a questa professionalità e al suo ruolo, cercando di farne emergere le possibilità operative e l’integrazione con le altre figure e funzioni della rete formale dei servizi, fino a quando la pandemia ci ha drammaticamente mostrato tutta l’inadeguatezza della risposta sanitaria a livello territoriale.Sono stati anni bui, dai quali abbiamo imparato che la difficoltà di accedere all’ospedale, sul quale poggia tutto il sistema, crea un cortocircuito a danno degli operatori, ma soprattutto dei cittadini, portatori di bisogni sia sociali che sanitari. Tuttavia l’emergenza sanitaria ha consentito di attivare riflessioni intorno al problema delle cure primarie e della funzione di gate keeping che il territorio dovrebbe svolgere. Le recenti norme legislative di riorganizzazione del si-stema territoriale hanno per la prima volta delineato un profilo specifico per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità.Il presente volume è il primo manuale davvero organico e completo per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, e sarà di certo una risorsa preziosa- per gli studenti che intraprenderanno un percorso formativo in cure territoriali e in Infermieristica di Famiglia e di Comunità- per chi partecipa a concorsi- per i professionisti, non solo infermieri, che vorranno volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti.Guido LazzariniProfessore di Sociologia dell’Università di Torino, docente di Sociologia della salute nel Corso di Laurea in Infermieristica.Tiziana StobbioneDottore di ricerca in Sociologia, Scienze organizzative e direzionali. Bioeticista. Professore a contratto d’Infermieristica presso la Scuola di Medicina dell’Università di Torino.Franco CirioResponsabile per le professioni sanitarie della Centrale Operativa Territoriale di Governo della continuità assistenziale e dei Progetti innovativi a valenza strategica dell’ASL Città di Torino.Agnese NataleSi occupa di ricerca, formazione e operatività nell’ambito della partecipazione e dell’empowerment di gruppi e persone in condizione di svantaggio.
Guido Lazzarini, Tiziana Stobbione, Franco Cirio, Agnese Natale | Maggioli Editore 2024
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La situazione in Italia secondo l’OMS
Faremo un breve sunto del più completo rapporto OMS State of the world’s nursing 2025 (scaricabile al seguente link).
Dal documento emerge una presa visione dello stato attuale delle condizioni degli infermieri in Italia. Nulla che ci possa sorprendere, denunciamo questi fatti da anni ormai, ma leggerli come un rimprovero dell’OMS verso il Governo da un certo piacere!
Il numero degli infermieri in Italia
L’Italia è identificata come uno dei paesi ad alto reddito che sta già affrontando una grave carenza di infermieri. Secondo i dati più recenti inclusi nel rapporto, la densità di infermieri in rapporto alla popolazione è inferiore alla media OCSE, con importanti squilibri territoriali.
Inoltre, una quota consistente degli infermieri italiani è vicina all’età pensionabile, con un ricambio generazionale insufficiente. Questo elemento rende il sistema particolarmente vulnerabile a breve-medio termine.

Formazione infermieristica
L’Italia è citata tra i paesi che devono espandere l’accesso alla formazione infermieristica per rispondere alla domanda futura, migliorando al contempo la qualità e l’aderenza dei curricula ai bisogni di salute attuali.
Forse a ragione di ciò la spinta verso le Lauree Magistrali ad indirizzo clinico sembrano un sogno che si avvera. È suggerito di rafforzare le competenze dei formatori, con particolare attenzione alla leadership e alla formazione clinica avanzata.
Lavoro e condizioni occupazionali
Il rapporto evidenzia come in Italia molti infermieri affrontino condizioni di lavoro difficili, turni estenuanti e contratti non sempre stabili.
Questo alimenta un fenomeno di fuga dalla professione, in parte già documentato dalla stampa e dagli enti locali.Si raccomanda l’introduzione di politiche di retention, cioè strategie per trattenere gli infermieri nel sistema sanitario, migliorando le condizioni contrattuali, ambienti di lavoro e opportunità di carriera.

Leadership infermieristica
L’Italia è tra i paesi dove si rileva un insufficiente coinvolgimento degli infermieri nei processi decisionali a livello di sistema sanitario.
Viene raccomandata l’introduzione o il rafforzamento di ruoli strategici infermieristici all’interno delle istituzioni, come ad esempio Chief Nursing Officers (CNO) nazionali e regionali. Il rapporto suggerisce anche una maggiore presenza delle organizzazioni professionali infermieristiche nei tavoli di lavoro politici e istituzionali.
Erogazione dei servizi e innovazione dei modelli assistenziali
L’Italia è menzionata come paese dove è in corso una transizione verso modelli di assistenza territoriale e domiciliare, ma si evidenzia la necessità di integrare meglio gli infermieri nei team multidisciplinari e potenziare il loro contributo nei contesti extra-ospedalieri, soprattutto per l’assistenza agli anziani e ai pazienti cronici.
Imparare dalla pandemia
Il rapporto invita l’Italia a investire nel rafforzamento della forza lavoro infermieristica come parte della ripresa sanitaria post-pandemica. Tra le priorità: assicurare un numero sufficiente di infermieri, sostenere la salute mentale degli operatori e capitalizzare le competenze sviluppate durante l’emergenza.
I dati che emergono dal rapporto OMS
Gli infermieri rappresentano la categoria professionale più numerosa e una forza indispensabile per contrastare le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari e progredire verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) relativi alla salute, promuovendo al contempo la parità di genere attraverso il rafforzamento e l’emancipazione di una professione fortemente femminilizzata.
L’edizione 2025 del rapporto OMS, lo State of the world’s nursing 2025 (Stato dell’assistenza infermieristica nel mondo) offre l’analisi più completa e aggiornata della forza lavoro infermieristica.
Il rapporto presenta nuovi indicatori su aree critiche per l’assistenza infermieristica, come la capacità di formazione, l’assistenza infermieristica avanzata e la retribuzione.
Oltre alle 12 priorità politiche delle Direzioni strategiche globali per l’assistenza infermieristica e l’ostetricia 2021-2025 , sono presenti altre cinque priorità politiche e una raccolta di dati per ciascuna regione dell’OMS. I profili nazionali riflettono i dati nazionali di ciascun paese e sono disponibili per il download dal portale dati dei Conti nazionali della forza lavoro sanitaria dell’OMS.
Qui le priorità politiche secondo l’OMS:
- Formazione:
- Rafforzare la regolamentazione della formazione infermieristica e ostetrica.
- Aumentare la qualità, capacità e rilevanza dei programmi di formazione.
- Promuovere lo sviluppo della carriera accademica per docenti e formatori.
- Lavoro:
- Aumentare il numero di posti di lavoro per soddisfare i bisogni sanitari.
- Migliorare la distribuzione geografica ed equitativa della forza lavoro.
- Creare ambienti di lavoro sicuri, rispettosi e favorevoli alla pratica.
- Leadership:
- Rafforzare la leadership infermieristica e ostetrica a tutti i livelli.
- Integrare infermieri e ostetriche nei processi decisionali politici.
- Promuovere la leadership nei sistemi sanitari e nei percorsi formativi.
- Erogazione dei servizi sanitari
- Sviluppare modelli innovativi di erogazione dei servizi.
- Integrare infermieri e ostetriche nei team multidisciplinari.
- Garantire che la pratica sia basata su evidenze, sia etica e centrata sulla persona.
Oltre ad altre cinque priorità:
- Investire nel personale infermieristico e ostetrico come parte integrante della ripresa post-COVID-19.
- Garantire dati affidabili per una pianificazione della forza lavoro basata sulle evidenze.
- Rafforzare la governance e il coordinamento delle politiche infermieristiche e ostetriche.
- Promuovere la parità di genere e i diritti umani nel contesto della professione.
- Allineare le politiche di assistenza infermieristica e ostetrica agli obiettivi di salute universale e sviluppo sostenibile .
La corsa per colmare le lacune storiche nella forza lavoro infermieristica ha rallentato proprio quando la domanda di assistenza cresceva e l’impatto dell’invecchiamento globale si faceva più evidente. Il 2025 rischia così di trasformarsi da tappa di rilancio a checkpoint impietoso.
Alcuni dei dodici obiettivi strategici sembrano aver raggiunto l’orecchio dei decisori politici, ma è presto per trarre conclusioni. Ci auguriamo di non dover attendere altri cinque anni per leggere, nel prossimo rapporto, lo stesso elenco di criticità.
Nel frattempo, restiamo al nostro posto, la barra della nave saldamente in mano.
Il nostro ruolo non è soltanto assistere, ma anche segnalare ciò che non funziona, pretendere ciò che è giusto. Non per spirito corporativo, ma per rispetto verso ogni persona che curiamo, in Italia, in Europa, ovunque nel mondo. A beneficio di tutti.
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
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