Quando le lotte solitarie accentuano la distanza tra medici e infermieri

Scarica PDF Stampa
Presa di posizione energica e quantomai necessaria da parte del Nursind Brescia in merito alle rimostranze espresse da una novantina di medici del Civile sul taglio del premio di risultato dei camici bianchi in caso di errata compilazione delle cartelle cliniche.

Il risultato di questa diatriba è stato quello di accentuare la distanza tra medici e infermieri che dovrebbero trovare nella collaborazione il loro punto di forza e che, lontane dal trend necessario imposto dalle nuove realtà più sviluppate,  trova ancora molti punti di distanza posizioni sanitarie.

Quando le lotte solitarie accentuano la distanza tra medici e infermieri

Il Nursind non ha mancato di evidenziare, tramite il suo segretario Pompeo Cammarosano, come porre l’accento esclusivamente su questa problematica senza sottolineare il generale stato di sofferenza dell’intera azienda, risulti quantomeno poco rispondente al vero: piena solidarietà alla categoria dei medici ma li invitiamo ad andare piuttosto a manifestare sotto la sede della Regione Lombardia, il Pirellone, a Milano, per lamentarsi non solo dei tagli ai premi di risultato ma anche dei tagli dei fondi regionali destinati al Civile, poiché finora i farmaci ad alto costo, prescritti dai medici non sono stati ancora tagliati al Civile, mentre sono già stati tagliati il materiale assistenziale ad uso infermieristico, per il fatto che tanto con o senza materiale, gli infermieri il loro lavoro lo continueranno lo stesso a fare.

Le battaglie solitarie dei medici

Il messaggio è chiaro e riguarda la volontà di gestire la questione sanitaria più nel suo complesso piuttosto che vedere la singola questione medica, il comunicato a firma del segretario Cammarosano, pone l’accento non tanto sulle istanze corrette dei medici, ma sul vulnus di tutela che si crea se a questa causa non viene accorpata quella  infermieristica: arrivare persino, ad identificare il Civile con i soli medici, affermando che “il Civile siamo noi” è un po’ da megalomani ed allo stesso tempo umiliante e mortificante per tutte le altre professioni sanitarie non mediche (la maggior parte) che al Civile vi lavorano e che insieme ai medici, dedicano passione e ore straordinarie per il bene dei pazienti, con l’ unica differenza, che senza il lavoro straordinario dei medici, il Civile “morirebbe in due settimane”, mentre senza quello degli altri professionisti non medici, la prognosi sarebbe meno infausta e la struttura verserebbe solo in una condizione patologica ma non terminale.

 

In altra parte del comunicato viene evidenziato non solo come il lavoro di tutti protagonisti della sanità, medici e non, sia fondamentale per la vita dell’azienda, ma che: questo problema della corretta compilazione delle check lists…, coinvolge anche gli infermieri ed è stata voluta dall’ alto, dalla Regione Lombardia ma ci si accorge del problema, purtroppo, solo nel momento in cui si decide di far pagare ai medici le inesattezze formali commesse all’ interno delle cartelle cliniche.

Una soluzione

Soluzione quindi da condividere è quella mediante la quale prevedere un sistema di tutele più ad ampio raggio e con la quale proteggere la posizione professionale di tutti gli operatori della sanità:  Anziché sparare a zero sui vertici aziendali, a nostro avviso, sarebbe stato più corretto ed onesto, aver alzato il tiro e sparato a chi quelle regole le produce e continua a fare tagli lineari, che si traducono in peggiori condizioni lavorative, non solo per i medici ma anche per gli infermieri ed il resto del Comparto sanitario.

 

 

Martino Di Caudo

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento