Mangiacavalli: «L’Italia rischia di essere un paese senza infermieri»

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In un videoclip pubblicato ieri in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere, la presidente della Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) Barbara Mangiacavalli ha lanciato un disperato allarme: se si continua di questo passo, ovvero non riconoscendo adeguatamente e non valorizzando i professionisti della salute, l’Italia rimarrà senza infermieri.

«Ogni anno idealmente gli infermieri rinsaldano l’alleanza e il patto con tutti gli assistiti e si impegnano ogni anno a garantire una relazione di cura con ogni persona assistita. Ma il 12 maggio deve essere anche la giornata della consapevolezza, per gli infermieri italiani e per tutte le istituzioni» ricorda la presidente.


Che continua: «E a loro faccio questo appello, perché abbiamo bisogno che le istituzioni mettano in ogni agenda politica e istituzionale un pensiero serio, importante e strutturale sugli infermieri e sulla professione infermieristica».

Gli infermieri «sono la prima linea – prosegue – della risposta ai bisogni di assistenza, di cura e di salute di tutti i nostri cittadini. Sono un’ossatura e una colonna portante del nostro Sistema sanitario nazionale».

E dopo aver ricordato che «gli infermieri italiani impegnati nel nostro Servizio sanitario nazionale sono circa 260mila, oltre ai colleghi impegnati nella sanità privata e in tutti gli altri setting assistenziali», Mangiacavalli lancia l’allarme: «Però abbiamo bisogno che si metta mano in maniera importante dal punto di vista normativo, innovativo, strutturale e organizzativo a questa nostra professione, perché altrimenti l’Italia rischia di essere un Paese senza infermieri.


E un Paese senza infermieri è un Paese che non garantisce l’articolo 32 della Costituzione», il cui primo comma recita che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Mancano sempre più infermieri e non sembrano esserci segni di miglioramento: «La criticità dell’oggi è la criticità di una carenza importante di infermieri. Interventi come il superamento del numero chiuso non sono risolutivi, sono i famosi interventi di maquillage perché, di fatto, anche ampliando il numero dei posti messi in formazione, i giovani non sono molto propensi oggi a scegliere il corso di laurea in infermieristica. E quindi bisogna lavorare sulle ragioni profonde che stanno minando l’attrattività di questa professione». Quali sono?


«Sono ragioni di tipo organizzativo, di tipo contrattuale ed economico sono ragioni legate alla mancata valorizzazione delle competenze dell’infermiere in un Sistema sanitario complesso, dove la risposta ai bisogni di salute del cittadino può solo essere una risposta complessa, articolata e specialistica, una risposta che affonda le radici nella disciplina infermieristica, nel nostro essere professionisti e nella nostra relazione di cura e assistenza con la persona assistita» conclude la presidente FNOPI.

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La valutazione del paziente con ulcere croniche

FORMATO CARTACEO

La valutazione del paziente con ulcere croniche

Quando, nelle corsie dei reparti, o dai lettini degli ambulatori, oppure durante gli eventi formativi o in occasione degli stage/ tirocini dei corsi di laurea e master universitari, si pone la fatidica domanda: “Cosa serve per ottenere la guarigione di un’ulcera cronica?”, comunemente la risposta è un lungo elenco di medicazioni, dispositivi e tecnologie tra i più disparati. Oggi più che mai è invece necessario (ri)orientare l’assistenza limitata e limitante generata da questa prospettiva che non riesce ad andare oltre al “buco che c’è nella pelle”, restituendo centralità alla persona con lesioni cutanee; occorre riaffermare che il processo di cura deve essere basato su conoscenze approfondite, svincolate da interessi commerciali, fondate su principi di appropriatezza, equità, sostenibilità e in linea con il rigore metodologico dell’Evidence Based Nursing/Medicine che fatica ad affermarsi. Questo testo, pensato e scritto da infermieri con pluriennale esperienza e una formazione specifica nel settore del wound management, propone nozioni teoriche e strumenti pratici per capire quale ulcera e in quale paziente abbiamo di fronte, e de- finire quali obiettivi e quali esiti dobbiamo valutare e devono guidare i nostri interventi. Nello specifico, la prima sezione del volume affronta alcune tematiche propedeutiche alla valutazione delle ulcere croniche, offrendo al lettore una discussione approfondita sui meccanismi della riparazione tessutale normale e quelli attraverso cui un’ulcera diventa cronica; segue una panoramica di questa tipologia di lesioni cutanee. La seconda sezione entra nel dettaglio delle varie fasi in cui si articola il percorso strutturato della valutazione con cui realizzare la raccolta di informazioni e dati sulla base dei quali formulare un giudizio clinico e guidare, in maniera consapevo- le e finalizzata, gli interventi di trattamento delle ulcere croni- che, come è richiesto ai professionisti della salute di oggi.Claudia Caula, infermiera esperta in wound care. Direzione delle Professioni Sanitarie. AUSL Modena.Alberto Apostoli, podologo; infermiere esperto in wound care; specialista in assistenza in area geriatrica; specialista in ricerca clinica in ambito sanitario. Azienda ASST Spedali Civili di Brescia.Angela Libardi, infermiera specializzata in wound care. ASST Sette Laghi – Varese.Emilia Lo Palo, infermiera specializzata in wound care. Ambulatorio Infermieristico Prevenzione e Trattamento Lesioni Cutanee; Direzione delle Professioni Sanitarie. Azienda ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Claudia Caula – Alberto Apostoli – Angela Libardi | Maggioli Editore 2018

Alessio Biondino