Albert Bourla, Ceo del colosso farmaceutico Pfizer, ha annunciato che il prossimo mese di marzo sarà pronto il nuovo vaccino contro la variante Omicron e che l’azienda ha già iniziato a produrre le dosi. Una grande notizia sul fronte della lotta alla Covid-19, ma che susciterà di nuovo un mare di discussioni e di polemiche.
Con quante altre varianti, più o meno pericolose, dovremo combattere? Quante altre dosi bisognerà fare per stare tranquilli? E dopo questi due anni di fuoco, quando tutto sarà (speriamo) “cronico”, ogni quanto dovremo fare il richiamo contro il Coronavirus?
Efficace anche contro le altre varianti
“Il vaccino sarà efficace anche contro le altre varianti del coronavirus in circolazione” ha spiegato Bourla a ‘Squawk Box’ (contenitore della Cnbc), come riportato dall’Agenzia Dire. Ma “non è ancora chiaro se sia necessario o meno un vaccino specifico per la variante Omicron, o come questo verrebbe utilizzato, ma presto avremo pronte le prime dosi poiché alcuni paesi vogliono il farmaco pronto appena possibile.
La speranza è che riusciremo a ottenere qualcosa che avrà una protezione migliore, in particolare contro le infezioni, perché la protezione contro i ricoveri e la malattia grave in questo momento, si ha grazie agli attuali vaccini finché si ha, diciamo la terza dose” ha concluso l’amministratore delegato.
‘Niente quarta o quinta dose’
Per ciò che concerne il numero di altre dosi che dovremo fare, il direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ospite ieri mattina a ‘Non Stop News’ (RTL 102.5), ha provato a rassicurare i cittadini.
“Non c’è quarta o quinta dose. Io ho detto più volte che non dobbiamo arrivare a vaccino e cappuccino” ha spiegato Vaia. Anche perché “questa malattia ha i caratteri della stagionalità e secondo me il picco lo avremo adesso tra fine gennaio e la prima decade di febbraio.
Traguardiamo come è successo negli anni scorsi questo tempo, a ottobre faremo il nostro richiamo. Non la quarta dose, ma richiamo. Vorrà dire che sarà diventato come un’influenza” ha concluso l’esperto.
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