Rispondiamo al Commento di Carmen: “Sei solo un infermiere ne un medico ne uno scienziato”

Dario Tobruk 10/02/22
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Se possiamo, pur di rispettare il diritto di opinione del lettore, pubblichiamo tutti i commenti ai nostri articoli, anche quando siamo in disaccordo con il loro contenuto ma…il commento di oggi ci ha colpito e abbiamo deciso di rispondere.

Carmen, che non sappiamo sia un’infermiera o meno, sotto l’articolo del collega e autore Alessio Biondino sull’ultima fiction firmata RAI “Lea? Più che un’infermiera sembra una badante”, è categorica.

Secondo la signora infatti sembra che “Hai sbagliato mestiere sei un infermiere solo una infermiere ne un medico ne uno scienziato. Stop!

Commento di Carmen al nostro articolo
Commenti di Carmen al nostro articolo

Come dovrebbero essere gli infermieri secondo Carmen

Riportiamo per intero il pensiero di Carmen su come dovrebbero essere gli infermieri:

E ma che cazzo sempre a lamentarvi ma che volevi vedere ? Che ti rappresentavano mentre facevi un intervento a cuore aperto ? Forse hai sbagliato studi, volevi fare il medico? E ma li ti ci volevano almeno 10 anni di studio e non la laureetta in scienze infermieristiche. Dai ragazzi facciamola finita ! Infermiere viene da infermo, ci si occupa degli infermi stop.! E poco c’è da mortificare se bisogna prendere una cucchiaio e imboccato piuttosto che dare una mano all’ammalato a mettersi dritto bel letto. Ma che frustrazione! Cambia mestiere se non ti piace accudire l’ammalato se pensavi che fare questo significava metterti lì col taccuino in mano a fare il nonno so cosa ! Hai sbagliato mestiere sei un infermiere solo una infermiere ne un medico ne uno scienziato. Stop !

E se in un primo momento volevamo tralasciare la questione, per quieto vivere, arriva sordo il celato imperativo: “Perché non pubblicate i commenti ?“.

Bene allora, signora Carmen, facciamo di più: le rispondiamo direttamente con un articolo.

La risposta al commento

Un respiro e le rispondo di petto, mettendoci il nome, Dario Tobruk, infermiere da ben 10 anni, fondatore e direttore di questo blog di aggiornamento infermieristico che negli ultimi 6 anni ha visto, ragionato e scritto sull’evoluzione scientifica, formativa e persino culturale dell’infermiere e dell’infermieristica.

Segue anche la risposta di Alessio Biondino, autore dell’articolo eretico.


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E ma che c***o sempre a lamentarvi ma che volevi vedere ? Che ti rappresentavano mentre facevi un intervento a cuore aperto ? Forse hai sbagliato studi, volevi fare il medico?

Non so lei che lavoro faccia, ma nel mio lavoro di infermiere sebbene il prendersi cura e l’umanità siano aspetti fondamentali, da soli NON rappresentano la mia professionalità, che è fatta di scienza e tecnica!

Sono almeno 20 anni che non vogliamo più essere gli angeli della corsia che continuano a rappresentare questa falsa retorica degli eroi del reparto, pronti a morire per il bene del paziente. NOI siamo professionisti! Nati per rispondere a determinati bisogni del paziente.

Non è necessario essere medici per essere noi stessi: infermieri, signora, infermieri!

E ma li ti ci volevano almeno 10 anni di studio e non la laureetta in scienze infermieristiche. Dai ragazzi facciamola finita !”

Questo è la tipica risposta di chi non ha mai percorso il corridoio di un’aula universitaria in vita sua.

Escludendo il fatto che l’infermiere è una professione intellettuale per legge, che il titolo di dottore è più che meritato, che non si contano più gli infermieri con una laurea magistrale e dottorato, e se contiamo master universitari di primo e secondo livello, possiamo affermare che quasi la metà della categoria di infermieri ha ben più di una “laureetta in scienze infermieristiche“.

Più che farla finita la invitiamo a laurearsi in infermieristica se non è già una collega, e se lo é di ripeterla perché non ne ha compreso il valore.

Infermiere viene da infermo, ci si occupa degli infermi stop.! E poco c’è da mortificare se bisogna prendere una cucchiaio e imboccato piuttosto che dare una mano all’ammalato a mettersi dritto bel letto. Ma che frustrazione!”

Lei ritiene che per prendersi cura degli infermi, bisogna limitarsi a imboccare il malato e a posizionarlo nel letto.

Strano! Visto che ormai da 30 anni la Corte di Cassazione riferisce il contrario, che politici e docenti, ordini professionali e decine di associazioni scientifiche da decenni non fanno altro che lottare affinché siano riconosciute le competenze avanzate infermieristiche, e che migliaia di infermieri, in ogni caso, dimostrano che fare l’infermiere è ben altra cosa:

  • che più di “prendere un cucchiaio e di imboccare il paziente”, l’infermiere ne valuta il grado di disfagia per ridurre il rischio di ab-ingestis;
  • che piuttosto di “dare una mano all’ammalato a mettersi dritto nel letto” pianifica come e con quale frequenza posizionare il paziente per ridurre il rischio di lesioni da decubito.

Ma se lo dice Carmen…

Cambia mestiere se non ti piace accudire l’ammalato se pensavi che fare questo significava metterti lì col taccuino in mano a fare il nonno so cosa ! Hai sbagliato mestiere sei un infermiere solo una infermiere ne un medico ne uno scienziato. Stop !

Signora Carmen, non so come dirglielo, la mia umile opinione è che è proprio lei quella che ha sbagliato mestiere.

Noi non sappiamo se lei sia un’infermiera o meno, una casalinga di Voghera o un’astrofisica del CERN (non si è firmata come una collega) ma in base a quello che scrive, forse…

Forse il lavoro dei suoi sogni è un altro, non sono un consulente alla carriera professionale ma, in base al suo attaccamento all’assistenza di base: il suo lavoro ideale è l’OSS. Se non lo conoscesse l’operatore socio sanitario è un nostro fondamentale compagno di lavoro a cui va tutta la nostra stima.

E sono sicuro che, quando anche lei potrà fare il lavoro che desidera, quando si sarà formata e avrà studiato per fare l’OSS, riceverà tutta la nostra immensa gratitudine e stima, perché sarà bravissima.

Così nel mentre noi continueremo a fare gli infermieri. Senza che qualcuno ci spieghi come farlo.

PS. un ultima cosa soltanto, noi non facciamo un “mestiere“, siamo professionisti. È diverso!

Buona vita, signora Carmen.

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)

 Alleghiamo anche la risposta dell’autore Alessio Biondino:

Vede, cara Carmen…

LEI IGNORA. E nonostante ignori, pensa che sia intelligente mettersi a sputare addosso a dei professionisti blaterando su cose che non conosce.

LEI IGNORA che la laurea sia in Infermieristica e non in Scienze Infermieristiche, che è la specialistica quinquennale.

LEI IGNORA l’evoluzione normativa che ha fatto dell’Infermiere un professionista laureato, iscritto ad un Albo e con tanto di Ordine.

LEI IGNORA le reali responsabilità dell’Infermiere.

LEI IGNORA che, da laureato, l’Infermiere abbia il titolo di dottore.

LEI IGNORA che per imboccare malati, dedicarsi agli effetti letterecci e pensare all’assistenza di base siano state istituite altre figure, visto che l’Infermiere è responsabile dell’assistenza Infermieristica e ha ben altro da fare.

LEI IGNORA che essere Infermiere non sia più un mestiere da tempo immemore.

LEI IGNORA che la professione Infermieristica sia una professione intellettuale (sa cosa significa?). Semplicemente…

LEI IGNORA, Carmen.

Perciò si ravveda: prima di fare altre figure imbarazzanti come questa, vada ad informarsi. Stia serena, Le stiamo rispondendo come merita in un articolo, in modo da ridicolizzare a dovere le inesattezze che ha scritto.

Carmen risponde e noi altrettanto

Riportiamo qui, il secondo commento di Carmen dopo la diatriba nata dalle sue parole. I toni più conciliabili lasciano spazio ad una riflessione e con essa spazio per instaurare la pace tra le parti. Ma lasciamo che sia il lettore a decidere…

Carmen: “Cari ragazzi cerco di rispondere un pochino a tutti. Vi siete incavolato come bestie solo perche ho espresso un pensiero. Questo delinea anche se non lo volete ammettere una continua e costante frustrazione. La si capta continuamente e dovunque e sapete per quale motivo ? Perché avete avuto al momento dell’iscrizione all’università e successivamente finito l’università ed entrando nei reparti, delle aspettative troppo alte . Perché vi offendere a tal punto da voler segnalare all’opi? Cosa c’è da segnalare ? Continuo a pensare che siete sicuramente meglio degli infermieri di 40 anni fa, siete sicuramente più preparati più formati, più specializzati ma sicuramente più frustrati! Perché? Perché avete delle aspettative troppo alte. Fate la vostra professione perché la amate e ringraziate chi ha pensato di fare una fiction sulla vostra professione Perché l’unica colpa che hanno avuto coloro che lhanno ideata è forse quella di essersi soffermati più sull’aspetto umano, ma d’altra parte è una fiction e la gente che guarda la fiction vuole delle storie umane più che assistere alle grandi tecniche di attività professionale. Forse volevate un documentario? Allora scrivete a superquark può darsi che Piero Angela ve ne realizzi uno.

Risposta di Dario: “Continuo a risponderle io, Dario. Quello che continua a sbagliare è che lei filtra la realtà in base alla sua personalissima visione di come funzionino le cose, e la prova è nella mia personale esperienza, diametralmente opposto dalla sua, tant’è che sembra che si parli di due professioni completamente diverse (alche le ho consigliato di fare un passo indietro).

Anch’io come a lei ho affrontato un’iniziale disillusione dal confronto tra aspettative e realtà che ho trovato negli ospedali appena fuori dall’università, e questo rende parte della sua risposta anche corretta ma…

ma io sono andato oltre, ed ho scardinato i muri di quella realtà oltre alla quale lei non riesce a vedere le decine di potenzialità di questa professione: dirigo con enorme soddisfazione una redazione che crea contenuti utili ed interessanti ogni santo giorno, mi sono licenziato ed ho svolto libera professione, scoprendo quanto l’infermiere fosse libero dall’assistenza di base e occupandomi di medicina del lavoro e di laboratorio, ho esplorato tutte le potenzialità di un libero mercato sul territorio, per arrivare ad oggi che, appena rientrato nel pubblico, colgo la possibilità di fare quello che ho sempre desiderato fare come infermiere: assistenza sul territorio ed occuparmi per gran parte della giornata di wound care.

Ad oggi, il mio grado di autonomia in questa professione è esponenzialmente più elevato e stimolante. L’infermiere sul territorio è autonomo e responsabile e risolve problemi di salute direttamente, e questo apre le porte ad un futuro che solo i pionieri riescono a vedere. Lei non si è data questa possibilità, e visto che parla di un arco temporale di 40 anni, probabilmente ha smesso di darsela. Per questo abbiamo deciso di risponderle duro, affinché nessuno più colga, per vero, la sua di disillusione.

Lasci fare alle nuove generazioni o se proprio si vuole dare un’altra possibilità ci appoggi con entusiasmo. Non attacchiamo lei personalmente ma ciò che rappresenta con il suo messaggio che, per quanto rispettabile, non può più trovare strada nelle menti delle nuove generazioni di infermieri pronte a prendere persino il nostro di posto, così duramente conquistato.

Che questo sia l’inizio della pace.

Con stima.

Dario, direttore di DimensioneInfermiere.it

Sperando che questo chiuda la questione: ricordiamo a tutte le Carmen di Italia che il passo è cambiato e che gli infermieri hanno fame di determinare il proprio destino senza che nessuno, che sia dentro o che sia fuori dalla categoria, possa imporgli alcunché.

Dario Tobruk

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