La scala di Braden rappresenta oggi uno degli strumenti più utilizzati per la valutazione del rischio di lesioni da pressione. Le lesioni da pressione, non sono soltanto un indicatore di qualità assistenziale, ma anche un problema clinico complesso che richiede prevenzione, monitoraggio e interventi mirati.
A ragione di ciò, dovrebbe essere sempre utilizzata una scala di valutazione del rischio di lesioni da pressione nei setting ospedalieri, domiciliari e residenziali, con l’obiettivo di identificare precocemente i pazienti più vulnerabili e pianificare un’assistenza personalizzata.
E tra le tante scale esistenti, la Braden si distingue per la sua capacità di integrare fattori clinici rilevanti come mobilità, nutrizione e stato della cute, fornendo al professionista un quadro utile sia sul rischio attuale che sulle aree di intervento prioritario.
Indice
Se sei un professionista sanitario come un infermiere, un medico, un podologo o un fisioterapista, e ovviamente uno studente di una qualsiasi professione sanitaria che punta alla massima competenza clinica, “Wound Care Facile: Dalle Basi ai Fondamentali” è lo strumento giusto per te.
Redatto da Dario Tobruk (Wound Care Specialist e Redattore di DimensioneInfermiere.it) questo manuale è fondamentalmente una guida teorico-pratica essenziale per ridurre il rischio di lesioni da pressione e gestire il trattamento delle lesioni cutanee di difficile guarigione
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La gestione delle lesioni cutanee è una competenza centrale per tutti i professionisti della salute: una valutazione accurata e un trattamento appropriato possono determinare la differenza tra un decorso favorevole e complicanze importanti. Questo manuale offre una panoramica completa e aggiornata del Wound Care, con un taglio fortemente operativo e supportato dalle più recenti evidenze scientifiche e linee guida internazionali.Il volume accompagna il lettore lungo l’intero percorso assistenziale: dalla valutazione del paziente e della lesione alla pianificazione del trattamento, fino al monitoraggio dell’evoluzione clinica e alla prevenzione delle complicanze. Ampio spazio è dedicato alle diverse tipologie di lesioni cutanee, acute e croniche, alla fisiopatologia della cute lesa, ai principi del Wound Care moderno e ai criteri per la scelta ragionata delle medicazioni. Schede tecniche, casi clinici, immagini esplicative e strumenti di sintesi favoriscono il collegamento immediato tra teoria e pratica, stimolando il ragionamento clinico e la capacità decisionale dell’operatore. Ogni capitolo è pensato per essere consultato anche singolarmente, in funzione delle esigenze assistenziali del momento. Completano l’opera test di autoapprendimento con relative soluzioni, conclusioni con approfondimenti consigliati, un’ampia bibliografia e una sitografia ragionata. A chi si rivolge- Il testo è destinato a:- infermieri- medici- fisioterapisti- OSS- studenti delle professioni sanitarie- formatori e responsabili clinici Contenuti principali- fondamenti di valutazione del paziente e della lesione- classificazione delle lesioni acute e croniche e fisiopatologia della cute lesa- principi del Wound Care contemporaneo e gestione dell’ambiente di lesione- criteri per la scelta delle medicazioni in base alla fase di guarigione e alle condizioni del paziente- strategie per la prevenzione delle complicanze e la riduzione del rischio- integrazione del Wound Care in un approccio multidisciplinare e centrato sulla persona- sintesi operative sulla valutazione e sull’implementazione del trattamento, con rapide “mappe” di consultazione- test di autoapprendimento, conclusioni con suggerimenti di studio, bibliografia indicizzata e sitografia. Punti di forza- Impostazione pratica, chiara e immediatamente spendibile nella realtà clinica.- Forte integrazione tra teoria, casi clinici, schede tecniche e iconografia.- Costante riferimento a linee guida e raccomandazioni evidence-based. – Struttura modulare che consente la consultazione per problemi o per tipologia di lesione. – Strumenti per la formazione continua: test di autoapprendimento con soluzioni e proposte di approfondimento.- Attenzione all’approccio multidisciplinare e alla centralità della persona assistita, con ricadute sulla qualità di vita e sull’uso appropriato delle risorse. Profilo dell’autoreDario Tobruk è Content Manager del sito Dimensioneinfermiere.it e Wound Care Specialist. Collabora con case editrici, provider e società scientifiche per la produzione di contenuti scientifici e divulgativi in ambito sanitario, con particolare attenzione alla diffusione di buone pratiche cliniche e alla promozione dell’aggiornamento professionale degli operatori.
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Che cos’è la scala di Braden?
La Scala di Braden (Bergstrom & Braden, 1987) è uno strumento ampiamente riconosciuto a livello globale per l’identificazione del rischio di compromissione dell’integrità cutanea in pazienti allettati o con ridotta mobilità, soprattutto per la valutazione del paziente a rischio di lesioni da pressione.
La sua efficacia risiede nella semplicità di utilizzo e nella capacità di fornire un quadro chiaro e immediato del livello di rischio.
Attraverso una raccolta dati strutturata e una valutazione infermieristica, la Scala di Braden (vedi allegato 1) assegna un punteggio basato su sei indicatori chiave, ciascuno dei quali contribuisce alla quantificazione del rischio di lesioni da pressione nel paziente.
Gli indicatori analizzati (chiamati anche item) sono:
- Percezione sensoriale, per valutare la capacità del paziente di percepire il disagio o la pressione;
- Umidità, che tiene conto dell’esposizione della cute a fonti di umidità come sudorazione o incontinenza;
- Attività, per analizzare il livello di mobilità generale del paziente;
- Mobilità, che esamina la capacità del paziente di modificare autonomamente la propria posizione;
- Nutrizione, per valutare lo stato nutrizionale e il suo impatto sulla salute della cute;
- Frizione e scivolamento, che considerano le forze meccaniche che possono danneggiare i tessuti.
Il risultato della valutazione consente all’operatore di pianificare interventi mirati e tempestivi per prevenire le lesioni, favorendo un’assistenza personalizzata e basata su evidenze.
La Scala di Braden rappresenta quindi uno strumento essenziale nella pratica clinica infermieristica per migliorare la prevenzione e la gestione delle lesioni da decubito.
Che cosa valuta la scala di Braden?
Le lesioni da pressione sono aree della cute soggette a necrosi tissutale, con diversi stadi di gravità, dovute ad una compressione prolungata tra una prominenza ossea e una superficie esterna. Spesso si verificano in pazienti allettati o con mobilità ridotta.
Lo sviluppo di queste lesioni non dipende esclusivamente dalla pressione esercitata, ma è legato a una serie di fattori predisponenti. I fattori estrinseci sono legati all’ambiente e comprendono variabili fisiche come la pressione costante, le forze di taglio, la frizione e la macerazione cutanea.
I fattori intrinseci, invece, riguardano lo stato clinico della persona: malnutrizione, anemia, infezioni, alterazioni dello stato di coscienza, incontinenza, età avanzata, compromissione della mobilità. Alcuni di questi possono essere corretti, altri solo monitorati.
La scala di Braden è lo strumento clinico che consente all’infermiere di valutare il rischio individuale di sviluppare lesioni da pressione.
Lo fa integrando le condizioni cliniche del paziente e il contesto assistenziale, attribuendo un punteggio a sei aree: percezione sensoriale, umidità della cute, attività fisica, mobilità, nutrizione e frizione/scivolamento.
Più basso è il punteggio complessivo, maggiore è il rischio. E più tempestivo, personalizzato e centrale dovrà essere l’intervento preventivo.
Come si compila la Scala di Braden?
Per compilare ogni item della Scala di Braden si assegna un punteggio da 1 a 4, tranne per l’ultimo item che si ferma a 3. Dalla peggiore valutazione per item (1) alla migliore situazione (4/3), dal peggior punteggio di 6 (alto rischio di LdP) al migliore, ovvero 23.
Ripetiamo: minore è il punteggio, maggiore sarà il rischio previsto; al contrario, maggiore è il punteggio, minore sarà il rischio di lesioni da pressione.
L’infermiere o l’operatore sanitario dovrà assegnare, in base alla sua valutazione, un punteggio per ogni item e alla fine sommare il totale. Il punteggio finale andrà interpretato (a fine articolo puoi scaricare la scala di valutazione in formato in pdf). Nel dettaglio gli item valutano attraverso una legenda delle valutazioni con cui assegnare un valore
Percezione Sensoriale.
La capacità di percepire la sensazione di disagio legata alla pressione tissutale. Si assegna un punteggio secondo queste valutazioni:
- Completamente limitata. Risposta assente (non geme, non si contrae o non reagisce) a stimolo doloroso, a causa di riduzione dello stato di coscienza o sedazione.
- Molto limitata. Risposta esclusivamente a stimolo doloroso ma non in grado di comunicare il disagio se non gemendo e agitandosi.
- Leggermente limitata. Risposta a comando verbale compiuta nonostante non riesca a comunicare sempre il suo disagio o necessita di essere ruotato.
- Non limitata. Risposta con tono e senso ai comandi verbali. Nessun deficit sensoriale che limita la capacità di percepire e riferire dolore o disagio.
Umidità.
Il grado d’esposizione della cute a umidità. Valutazione che prende atto di quanto spesso e con quale frequenza il paziente possa ritrovarsi bagnato o umido:
- Completamente bagnato. Perennemente bagnato a causa di urine, sudorazione e altre esposizioni a liquidi, ad ogni valutazione e cambio di posizione si riscontra umidità cutanea.
- Spesso bagnato. Nonostante il continuo riscontro di umidità, spesso è possibile trovare il paziente asciutto. Il paziente viene cambiato (biancheria, vestiario, pannolone, ecc…) almeno una volta ogni turno.
- Occasionalmente bagnato. Il paziente può trovarsi in condizioni di cute esposta all’umidità. Il paziente deve essere cambiato almeno una volta al giorno.
- Raramente bagnato. Cute asciutta, il paziente e sua la biancheria viene cambiata secondo routine.
Attività.
Il grado di attività fisica, l’energia disponibile per la mobilità. La valutazione assegna un punteggio in base al fatto che il paziente è:
- Completamente allettato. Il suo grado di attività è nullo, il paziente è costretto nei confini del letto.
- In poltrona. Capacità di camminare notevolmente limitata o addirittura assente. Non in grado di spostare il peso, necessita di assistenza per il posizionamento in poltrona o sulla carrozzella.
- Cammina occasionalmente. Cammina durante il giorno ma solo per brevi distanze, assistito o meno. Per la maggior parte del tempo rimane a letto o in poltrona.
- Cammina frequentemente. Cammina almeno due volte al giorno e si muove all’interno del suo ambiente almeno ogni due ore.
Mobilità.
Il livello di autonomia e capacità nel cambiare e controllare la posizione del proprio corpo. L’infermiere valuterà il paziente secondo questi comportamenti:
- Completamente limitata. Non produce movimenti del corpo e delle estremità senza che sia garantita assistenza.
- Molto limitata. Occasionali movimenti del corpo e delle estremità ma senza una frequenza utile e indipendente.
- Limitata parzialmente. Minimi spostamenti del corpo che permettono con una certa frequenza il cambio della posizione.
- Limitazioni assenti. Il paziente si sposta continuamente e frequentemente senza la necessità di assistenza o aiuto.
Nutrizione.
Quanto è nutrito l’organismo del paziente? Il livello di malnutrizione compromette la risposta cellulare all’insulto necrotico. L’infermiere deve valutare se la nutrizione è:
- Povera o molto povera. Non termina mai un pasto o un cibo offerto. Nessuna introduzione di proteine, scarsa idratazione e nessun integratore previsto.
- Probabilmente inadeguata. Si alimenta poco, al massimo con la metà dei pasti. Sono presenti proteine giornaliere, occasionalmente integratori alimentari.
- Adeguata. Non termina mai un pasto completo ma sempre più della metà. Più porzioni di proteine ogni giorno. Regolarmente assume integratori alimentari.
- Eccellente. Termina o quasi ogni pasto e non ne rifiuta alcuno. Spesso si alimenta anche tra i pasti, non necessita di integratori in quanto la sua dieta e ricca e varia di nutrienti.
Frizione e scivolamento.
Forze di attrito e meccaniche agiscono sul paziente costantemente, l’infermiere deve includere questi fattori attraverso la sua valutazione:
- Problema presente. È richiesta assistenza importante durante i movimenti. Il paziente scivola frequentemente nel letto o in poltrona e richiede continuo riposizionamento assistito. Agitazione, contrazione e spasticità comporta attrito contro le superfici del letto o della poltrona.
- Problema potenziale. Necessità di assistenza che comporta, durante lo spostamento, attrito cutaneo con il piano del letto, della poltrona o delle lenzuola, occasionalmente può slittare.
- Senza problemi apparenti o problema assente. Si sposta nel letto e sulla sedia in modo autonomo ed ha sufficiente forza muscolare per sollevarsi completamente durante i movimenti.
Alla fine dell’assegnazione dei punteggi si sommano tutti i valori degli item fino ad avere una somma di tutti gli indicatori, questo punteggio rispecchia una valutazione oggettificata del rischio di compromissione dell’integrità cutanea.
Tuttavia, la sua applicazione richiede una corretta interpretazione e un approccio responsabile da parte dell’infermiere.
Il risultato della scala si basa sulla somma dei punteggi ottenuti nelle diverse aree valutative degli indicatori. La lettura dei valori, però, richiede una comprensione chiara:
- Un punteggio di 6 indica un rischio estremamente elevato di compromissione dell’integrità cutanea. Richiede interventi diretti, continuo monitoraggio e cura della cute e programmazione a lungo termine, anche con l’uso di dispositivi antidecubito.
- Un valore uguale o inferiore a 16 segnala un grave rischio di lesioni da pressione. Il paziente può già manifestare un elevato rischio di lesioni e in caso di riserva di risorse (umane, organizzative e tecnologiche) andrebbe gestito come un paziente a rischio e periodicamente valutato (anche ogni 48 ore).
- Un punteggio superiore a 16, seppur meno preoccupante, rappresenta comunque una condizione di rischio che richiede attenzione e periodica valutazione.
- Il punteggio massimo di 23 non esclude completamente il rischio, pur indicando una probabilità bassa di compromissione cutanea
L’utilizzo della scala di Braden, infatti, non solleva l’operatore dalla responsabilità clinica. Anche in presenza di un punteggio che suggerisce un basso rischio, è fondamentale mantenere alta l’attenzione.
In caso di eventi avversi, come una lesione da pressione in un paziente classificato a basso rischio, una semplice valutazione “negativa” fornita dallo strumento potrebbe non essere sufficiente per giustificare il proprio operato.
In effetti, la Scala di Braden non è che uno strumento, e come qualsiasi strumento è il professionista che ne è responsabile. Questo significa che, anche con un punteggio favorevole, l’infermiere è chiamato a:
- Monitorare attentamente le condizioni del paziente.
- Effettuare valutazioni regolari dell’integrità cutanea secondo raccomandazioni sul caso specifico.
- Personalizzare un piano di assistenza e posizionamento, adeguandolo alle specifiche necessità del paziente.
La scala di Braden deve quindi essere considerata da supporto al giudizio clinico e non come una prescrizione definitiva. L’obiettivo principale rimane quello di prevenire le lesioni attraverso un approccio olistico e proattivo, che integri i dati della scala con una pianificazione assistenziale mirata e dinamica.
Che differenza c’è tra scala di Braden e scala di Norton?
Sia la Scala di Braden che la Scala di Norton sono strumenti utilizzati per valutare il rischio di insorgenza di lesioni da pressione, ma presentano differenze significative nei criteri di valutazione, nella sensibilità e nella diffusione clinica.
La Scala di Norton considera cinque fattori (condizioni fisiche generali, stato mentale, attività, mobilità, incontinenza), ma non include la nutrizione, un elemento ritenuto cruciale dagli esperti di wound care sia nella prevenzione che nel trattamento delle lesioni da pressione.
Questo limite riduce la capacità della scala di restituire un quadro completo del rischio, soprattutto nei pazienti complessi.
In diversi studi comparativi, la Braden è risultata infatti più affidabile come compromesso tra semplicità d’uso e accuratezza, distinguendosi rispetto ad altre scale, inclusa la Norton, che mantiene comunque una sua validità in specifici contesti a bassa intensità assistenziale.
La maggiore diffusione della Braden nei setting operativi è legata alla sua capacità di guidare concretamente l’intervento infermieristico: oltre a fornire un punteggio totale, evidenzia quali dimensioni dell’assistenza sono più critiche per quel paziente.
Se, ad esempio, il rischio globale è moderato ma i punteggi più bassi riguardano mobilità e nutrizione, l’intervento assistenziale dovrà partire da lì: con un piano mirato ad intervenire sull’alimentazione e sulla mobilizzazione precoce.
Proprio per la sua struttura a sei indicatori, la Scala di Braden non si limita a segnalare il rischio, ma orienta il professionista verso azioni assistenziali mirate.
Scarica un modulo della Scala di Braden in pdf
Noi di Dimensione Infermiere abbiamo pensato di prepararvi un modulo della scala di Braden in pdf e in png, pronto per essere studiato o usato dagli infermieri e gli studenti infermieri, facilmente scaricabile e pronto da stampare e compilare.
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
Fonti scientifiche:
- Bergstrom N, Braden BJ, Laguzza A, Holman V. The Braden Scale for Predicting Pressure Sore Risk. Nurs Res. 1987 Jul-Aug;36(4):205-10. PMID: 3299278. [link Pubmed]
- Montalti, M., & Fabbri, C. (2025). L’infermiere: Manuale teorico-pratico per i concorsi e la formazione professionale. Maggioli Editore.
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