Linee guida: via libera con l’attuazione dell’art. 5 della Legge Gelli

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L’entrata in vigore della Legge Gelli-Bianco e il contestuale ampliamento del ruolo assegnato alle linee guida e alle buone pratiche clinico-assistenziali, ha stravolto il sistema usuale di valutazione inerente all’addebito della responsabilità professionale in capo al professionista della sanità. Valutata con sempre maggiore incidenza la necessità di rapportarsi alle linee guida e limitata, di contro, l’importanza dell’Ars medica, che da sempre ha rappresentato il nodo essenziale per la crescita e lo sviluppo dell’intero mondo sanitario, il sistema attuale si trova a gestire la nuova valenza delle linee guida con non pochi dubbi.

Alcuni dei quali vengono almeno parzialmente spazzati via dal decreto del ministro della Salute mediante cui è stato reso attuativo l’articolo 5 della legge Gelli, e dal via libera in Stato- Regioni all’intesa sullo schema di decreto del ministro della Salute, mediante il quale si è tentati di dare il via ad un riordino del Sistema nazionale linee guida, istituito nel 2004.

Secondo l’attuale disciplina, attraverso tale sistema, si potrà dar vita ad una organica quanto strutturale valutazione e pubblicazione delle linee guida sotto la nuova vigenza delle attuali norme codicistiche di riferimento. Sarà compito dell’Istituto superiore di Sanità, attraverso il SNLG, di  fungere da filtro per il loro accesso. Tale compito sarà svolto in relazione alle singole prestazioni sanitarie che devono essere eseguite da medici e infermieri.

 

Gli ultimi 20 anni di storia infermieristica:

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

Ruolo fondamentale è attribuito al Comitato strategico, a cui è conferita la gestione del sistema nella sua interezza. Coordinato dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità, il Comitato può avvalersi, nell’esercizio delle sue funzioni, anche del lavoro di esperti in materia sanitaria, rappresentanti di comitati cittadini, rappresentanti di enti di ricerca, federazioni degli Ordini delle professioni sanitarie, esperti provenienti da società scientifiche e associazioni tecnico- scientifiche.

Ecco i criteri che saranno utilizzati dal Comitato strategico, per la definizione e aggiornamento delle tematiche cliniche e di salute pubblica delle quali sarà investito:

1) impatto epidemiologico delle malattie sulla popolazione italiana;

2) variabilità delle pratiche professionali non giustificate dalle evidenze disponibili;

3) diseguaglianze di processi ed esiti assistenziali;

4) benefici potenziali derivanti dalla produzione di linea guida;

5) tipo c qualità delle evidenze disponibili;

6) rischio clinico elevato;

7) Istanze sociali e bisogni percepiti dalla popolazione.

Particolare attenzione sarà poi messa in atto al fine di promuove un sistema efficiente di produzione di linee guida nazionali, evitando la duplicazione e sovrapposizione. Saranno monitorati annualmente lo sviluppo del Sistema nazionale linee guida, il numero delle linee guida proposte per l’inserimento e successivamente inserite nel Sistema,  i tempi di produzione delle linee guida e le criticità emerse nella fase di loro valutazione e il tasso di diffusione e recepimento delle linee guida da parte dei destinatari e l’impatto sugli esiti.

L’Istituto superiore di sanità, entro trenta giorni dall’adozione del decreto, definisce e pubblica sul proprio sito istituzionale gli standard metodologici per la predisposizione delle linee guida e i criteri di valutazione delle evidenze scientifiche dichiarate a supporto delle raccomandazioni contenute nelle linee guida.

Inoltre provvede alla loro valutazione e al loro inserimento nel Sistema nazionale linee guida dopo la verifica della conformità della metodologia adottata agli standard e ai criteri previsti.

Il  tempo tra l’ammissione della proposta di linea guida registrata nella piattaforma informatica e la sua presentazione all’Istituto Superiore di  Sanità  per  il  giudizio  di merito non può essere superiore ai due anni né inferiore a sei mesi. 

Martino Di Caudo

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