Professione intellettuale? Laica? In costante evoluzione e oramai lontana dai paralizzanti stereotipi del passato? Viste le iniziative e le pubblicazioni che, ultimamente, si vanno consumando da nord a sud del paese, siamo solleticati da qualche leggero dubbio.
Tra chi pubblica poesie per osannare la “vocazione infermieristica” (VEDI articolo), presidenti dei CdL che portano studenti dal Papa insieme ai tutor (VEDI articolo), continui articoli mirati ad analizzare la “crisi delle vocazioni” tra gli infermieri o gli aspiranti tali (VEDI articolo), interviste ai professionisti che parlano di “vocazioni innate” (VEDI articolo) e con la Chiesa che promette migliaia di infermieri stranieri dalle comunità missionarie del mondo (VEDI articolo), c’è anche chi porta gli studenti infermieri a messa col fine di tenerli occupati nell’animazione liturgica e di farli sentire “strumenti nelle mani di Cristo”.
Avete capito bene. Lo scorso sabato (25 maggio), nella cappella dell’ospedale SS Annunziata di Chieti, in occasione della memoria liturgica di San Camillo di Lellis, un gruppo di studenti e docenti del Corso di Laurea in Infermieristica del polo didattico di Chieti ha partecipato alla santa messa in ricordo del santo.
E da quanto si apprende (VEDI Chieti Today) gli studenti, insieme ai loro professori, si sarebbero occupati dell’animazione liturgica con canti e appositi segni. “Essi rimandano al rapporto tra le sofferenze dei malati e l’assistenza che l’infermiere presta, e come quest’ultimo diventi strumento nelle mani di Cristo nel testimoniare la Sua presenza” si legge sul quotidiano online.
E ancora: “I segni presentati, come offerta, sono stati: un’antica lampada ad olio, uguale a quella usata da Florence Nightingale durante la notte per prestare assistenza ai malati; dei teli in lino, primi materiali di medicazione degli infermi; una siringa in vetro e delle piante officinali primi strumenti utilizzati dagli infermieri per curare i malati”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento