Di turni massacranti si può morire

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Di turni massacranti si può morire. E in un periodo dove è tornata alla ribalta la discussione se la professione infermieristica sia da considerarsi un lavoro usurante o solo “gravoso”, la triste storia della povera Sara Viva Sorge, infermiera di soli 27 anni, dovrebbe far riflettere.

La morte dopo 2 notti consecutive di lavoro

Perché la bella Sara, all’alba di ieri, mentre ritornava a casa “dopo il secondo turno di notte consecutivo” (così denuncia la CGIL) presso il centro di riabilitazione San Raffaele di Ceglie Messapica, ha perso il controllo della propria Renault Twingo (un colpo di sonno…?) e si è schiantata contro un palo dell’illuminazione.

L’impatto, terribile, avvenuto tra San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, non le ha dato scampo. È stato suo padre che, non vedendola rientrare dal lavoro, è uscito per cercarla percorrendo la provinciale in senso opposto e… Ha trovato la sua auto lì, distrutta, in aperta campagna, abbracciata a quel dannato palo metallico.

Fp CGIL: “Situazione insostenibile”

La Fp CGIL, specificando di aver più volte segnalato con missive e comunicati una situazione insostenibile per i lavoratori, ha così spiegato l’accaduto: “Lavorava da 20 giorni alla Fondazione San Raffaele, ed è morta per un incidente mentre lasciava il lavoro e aveva fatto due notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo, dato il carico di lavoro a cui vengono sottoposti i dipendenti”.

FNOPI: “Turni? Il lavoro degli infermieri va oltre”

Come spiegato qualche giorno fa da Carmelo Gagliano (componente del Comitato centrale FNOPI e presidente dell’ordine di Genova) in audizione alla Commissione Lavoro del Senato, “Al di là delle evidenze emerse durante la pandemia, che dovrebbero aver allontanato ogni dubbio circa il lavoro su turni, spesso inesistenti per il protrarsi dell’attività accanto agli assistiti, sull’impegno fisico  e su quello mentale, ormai da anni (e ben prima del 2011) gli infermieri sono chiamati a svolgere un’attività sempre superiore a quella dettata dai normali turni di lavoro, come dimostrano anche le somme erogate dalle singole Regioni per straordinari a partire dal 2009, legata alla carenza di organici che non può essere risolta a breve termine”.

Da parte della nostra redazione, ci teniamo a trasmettere un immenso abbraccio alla famiglia della giovane infermiera, colpita da questo improvviso e terribile lutto.

“Infermieri soli, traditi, sfruttati, derisi e senza diritto di parola”

Alessio Biondino

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