Varianti Covid: tutto quello che devi sapere prima e dopo il vaccino

Dario Tobruk 19/03/21
Chi pensava che bastasse l’arrivo dei vaccini per uscire da quest’incubo chiamato Covid, non potrà che rimanere confuso e amareggiato dall’arrivo delle diverse varianti del Sars-Cov-2, rimettendo di nuovo in crisi le nostre poche certezze. E poi come deve comportarsi chi ha fatto il vaccino? E cosa deve fare chi ha già avuto il Covid?

Il nuovo Rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità ha risposto a tutte queste domande, raccogliendo tutte le ultime evidenze scientifiche e le linee guida più recenti in un documento ufficiale. Noi, invece, abbiamo riassunto tutte le domande e le risposte più impellenti e interessanti sul tema vaccini e varianti Covid per voi.

Vaccini e varianti covid: cosa bisogna sapere?

Il rapporto dell’ISS risponde a diversi quesiti sulle misure sorti con il progredire della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 e la comparsa delle varianti di SARS-CoV-2.

Varianti Covid cosa cambia?

Adesso che circolano nuove varianti del virus, alcune norme socio-comportamentali sono cambiate: da ora è necessario aumentare il distanziamento sociale fino a due metri se possibile.

Nessun cambiamento per le raccomandazioni di comportamento igienico-sociale: “non è indicato modificare le misure di prevenzione e protezione basate sull’uso delle mascherine e sull’igiene delle mani; al contrario, si ritiene necessaria un’applicazione estremamente attenta e rigorosa di queste misure“.

Chi ha avuto il Covid deve comunque fare il vaccino?

Chi ha avuto il Covid deve fare il vaccino? l’Istituto Superiore di Sanità conferma quello che molti studi scientifici e il Ministero della Salute hanno già anticipato: si, chi è guarito dal Covid deve comunque fare una dose di vaccino.

Si legge nel rapporto: “E’ possibile considerare la somministrazione di un’unica dose purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dall’infezione e entro i 6 mesi dalla stessa”.

Che sia stato un contagio sintomatico o meno, gli anticorpi contro la proteina Spike non durano per sempre. Secondo recenti studi, entro pochi mesi la copertura anticorpale potrebbe non essere sufficiente in molti casi. Per questo motivo una dose è sufficiente per riattivare il sistema immunitario in chi ha avuto il Covid e poi è guarito.

Chi ha avuto il Covid rischia a fare il vaccino?

Sulla sicurezza del vaccino anti-Covid in chi è guarito, il rapporto chiarisce che, in base agli studi preliminari che hanno portato alla registrazione dei tre vaccini maggiormente somministrati ad oggi, non sembrano esserci differenze statisticamente significative tra soggetti positivi e negativi in merito alla sicurezza.

Per trasparenza, si segnala che, le persone con una pregressa infezione, presentano reazioni sistemiche (come febbre, mal di testa, debolezza e dolori articolari) più frequentemente rispetto a chi non è mai venuto a contatto con il virus.

I vaccinati devono comunque usare le mascherine? 

Seppure il vaccino è in grado di ridurre significativamente la probabilità di sviluppare la malattia da Covid, non è possibile, ad oggi, garantire una protezione del 100%. Molti studi stanno lavorando per trovare risposte certe ma non è stata ancora stabilita la sua effettiva durata in quanto varia da persona a persona. Inoltre non è ancora noto se chi è vaccinato può ancora contagiarsi in maniera asintomatica e diffondere il contagio.

Quindi si, tutti i vaccinati, che siano lavoratori o meno, devono continuare a usare le mascherine, e tutti gli altri dispositivi di protezione individuale così come consigliato nelle precedenti indicazioni.

E insieme alle mascherine continuare ad osservare il distanziamento fisico, adesso spostato a due metri e tutte le altre precauzioni, a prescindere dallo stato di vaccinazione.

Cosa si intende con “contatto stretto”?

La definizione di “contatto stretto” è specificata nel rapporto ISS. Con questo termine si intende l’esposizione ad alto rischio ad un caso sospetto o confermato Covid che avviene in queste situazioni:

  • una persona che vive nello stesso domicilio di un caso Covid;
  • una persona che ha avuto un contatto fisico o diretto a rischio con un caso Covid, ad esempio una stretta di mano o un esposizione “faccia a faccia”;
  • una persona che si è trovata a distanza inferiore di due metri per almeno 15 minuti all’interno di un luogo chiuso con un caso Covid senza alcun DPI;

Cosa succede se un vaccinato viene a contatto con un positivo?

Quando un vaccinato ha un contatto stretto con un caso positivo per Sars-Cov-2, viene considerato contatto stretto anche se ha già completato il ciclo vaccinale, quindi deve adottare tutte le disposizioni prescritte dalle Autorità Sanitarie, come la quarantena.

Il periodo di quarantena da rispettare è di 10 giorni dall’ultima esposizione a rischio se il test diagnostico (antigenico o molecolare) è risultato negativo o di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, come da indicazioni contenute nella Circolare n. 32850 del 12/10/2020.

Deroga per il personale sanitario che dovrà, fino a diagnosi di positività o eventuale sintomatologia, comunque presentarsi a lavoro e prestare servizio e osservare la restrizione quando è fuori da lavoro.

Se vengo a contatto con il virus posso essere vaccinato?

Chi è ha avuto un contatto stretto con un caso di Covid-19, può essere vaccinato ma “dovrebbero terminare la quarantena di 10-14 giorni prima di potere essere sottoposti a vaccinazione“.

Se sono vaccinato rischio comunque di infettarmi?

Seppure il rischio è notevolmente ridotto: “possono andare incontro a infezione da Sars-CoV-2 poiché nessun vaccino è efficace al 100% e la risposta immunitaria alla vaccinazione puo’ variare da soggetto a soggetto. Inoltre, la durata della protezione non è stata ancora definita“.

Uno studio condotto su 6600 sanitari nel Regno Unito conferma che “nei soggetti con pregressa infezione da Sars-CoV-2 la probabilità di reinfezione sintomatica o asintomatica è ridotta dell’83%”, e che la durata dell’effetto protettivo dell’infezione precedente ha una mediana di 5 mesi“.

Nonostante questo, dobbiamo sempre considerare il fatto che, come per tutte le vaccinazioni, anche nei vaccini Anti-Covid la risposta immunitaria può variare da persona a persona, in base a tante caratteristiche e condizioni cliniche come l’immunodeficienza.

E che dopo un ciclo vaccinale completo, alcune persone potrebbero non sviluppare una protezione tale da impedire il contagio e la malattia da Covid.

Devo fare il sierologico prima o dopo aver fatto il vaccino?

Non è necessario, il monitoraggio attraverso un sierologico del titolo anticorpale, prima o dopo il vaccino è indicato solo negli studi scientifici. Questo in quanto non è ancora stata studiata la correlazione tra il titolo anticorpale anti-Spike e il livello di protezione, pertanto persone che presentano livelli elevati di questo titolo e tutti i vaccinati non sono esentati dall’uso delle mascherine, del lavaggio delle mani e del distanziamento fisico.

Fonte:

  • Gruppo di lavoro ISS Prevenzione e controllo delle Infezioni. Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione anti COVID-19. Versione del 13 marzo 2021. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2020 (Rapporto ISS COVID-19 n. 4/ 2021)

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Dario Tobruk

Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere

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