Il Codice Deontologico degli Infermieri 2025 rappresenta un aggiornamento profondo dei valori e delle responsabilità che guidano la professione infermieristica.
Non si limita a definire i comportamenti etici e morali dell’infermiere, ma delinea un’identità professionale in costante evoluzione, capace di adattarsi alle sfide etiche, cliniche e sociali del presente.
In questo articolo commentiamo gli articoli del Codice Deontologico divisi per capi, con l’obiettivo di restituirne un maggiore senso pratico e il suo impatto sull‘agire quotidiano dell’infermiere.
Indice
Questo articolo è stato scritto in base a fonti affidabili come “L’infermiere – Manuale teorico-pratico per i concorsi e la formazione professionale” di Marilena Montalti e Cristina Fabbri (Maggioli Editore). Un testo aggiornato e completo per affrontare al meglio sia le selezioni concorsuali sia, dopo l’assunzione, la regolare pratica clinica.
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Infermiere – Manuale per i concorsi e la formazione
Manuale per l’Infermiere collaboratore professionale
Questo manuale è destinato sia a professionisti esperti, sia a coloro che devono studiare per superare le prove di un concorso per il profilo da infermiere. Gli argomenti vengono trattati in modo chiaro e approfondito, seguendo le indicazioni dei programmi d’esame dei concorsi delle Aziende Ospedaliere e delle ASL. Nella prima parte del libro vengono descritti l’evoluzione e gli aspetti normativi del Sistema Sanitario Italiano, partendo dall’istituzione e dalle principali riforme del Servizio Sanitario Nazionale arrivando fino al PNRR. L’analisi prosegue con un focus storico e legislativo dell’Infermiere (il profilo professionale, il Codice Deontologico, il percorso di formazione continua ECM, il Codice di Comportamento e le principali teorie infermieristiche) e dell’OSS, descrivendo il percorso che va dall’infermiere generico fino alla figura dell’Operatore Socio Sanitario. Il manuale tratta il processo di assistenza (i modelli per la valutazione delle attività assistenziali) e la ricerca infermieristica con la descrizione delle evidenze nella pratica professionale, con un focus specifico sull’Evidence-Based Medicine (EBM) e sull’Evidence-Based Nursing (EBN). Una parte si focalizza sulle strategie da implementare per garantire la sicurezza sia dei pazienti che degli operatori sanitari, includendo aspetti come il risk management, l’health technology assessment e le infezioni correlate all’assistenza-ICA. Viene inoltre trattata la normativa relativa alla sicurezza sul lavoro, in particolare il decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008. L’ultima parte offre un approfondimento sull’assistenza infermieristica, descrivendo gli strumenti operativi disponibili, come linee guida, protocolli, procedure, PDTA, scale di valutazione e cartella infermieristica. Vengono anche discusse le principali procedure adottate, tra cui Case Management, Primary Nursing e telemedicina, insieme alle diverse tipologie di assistenza, che comprendono quella di base, internistica, area critica sia in ambito intraospedaliero che extraospedaliero, e assistenza perioperatoria. Nella sezione online collegata al libro sono disponibili alcuni approfondimenti normativi. Ivano CervellaLaurea in Infermieristica, Master di I° Livello in Management e Funzioni di Coordinamento delle Professioni Sanitarie, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di II° Livello in Organizzazione, Management, Innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni. Progettista percorsi formativi ECM (Educazione Continua in Medicina), Membro di “Selezioni – Equipe didattica – Esami OSS”, Docente SSN. di Laurea magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche (Università Piemonte Orientale) e del corso OSS, vanta numerose esperienze professionali e didattiche in campo sanitario, vanta numerose esperienze professionali e didattiche in campo sanitario.Carlo CatanesiLaurea in Infermieristica, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di I° livello in Management e Coordinamento delle professioni sanitarie, Master di II° livello in Management e Direzione di strutture complesse. Infermiere presso la S.S. Grandi Ustioni dell’ AOU CSS di Torino, Docente SSN, vanta numerose pubblicazioni scientifiche ed esperienze professionali e didattiche in ambito sanitario.
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Che cos’è il Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche 2025
La deontologia professionale è il campo di studio che promuove l’emanazione di direttive morali ed etiche applicate alla responsabilità e alla professionalità. Il professionista, a cui il codice deontologico si rivolge, deve conoscere questi principi per sapere come comportarsi in modo adeguato nelle diverse situazioni operative.
Esistono diversi codici deontologici in base alle differenti professioni. Il Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche è un documento in continua evoluzione: le versioni più recenti risalgono al documento del 2009, alla revisione del 2019 e, da ultimo, al Codice Deontologico degli Infermieri 2025. Con il rapido mutamento della società, anche le norme etiche che regolano una professione devono necessariamente aggiornarsi.
Il Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche 2025, che identifica il professionista sanitario come responsabile unico dell’assistenza infermieristica, rappresenta anche una guida per orientare il comportamento del professionista e per supportarlo nel prendere decisioni in presenza di conflitti etici e morali.
Approvato a febbraio del 2025 e presentato durante il Terzo Congresso Nazionale FNOPI, tenutosi a Rimini dal 20 al 22 marzo, questo aggiornamento costituisce un passo avanti rilevante.
Risponde alle trasformazioni che hanno interessato la sanità e la società tra l’inizio e il periodo successivo alla pandemia, integrando nuove linee guida, sensibilità emergenti e strumenti utili ad affrontare le sfide poste da un contesto sanitario globale in continuo cambiamento.
Codice Deontologico Infermieri 2025: novità rispetto la precedente edizione
Le principali novità contenute nel Codice deontologico degli infermieri del 2025 sono le seguenti:
- Riconoscimento delle competenze avanzate: il nuovo Codice valorizza il ruolo degli infermieri con competenze specialistiche e titoli di laurea magistrale a indirizzo clinico, sottolineando la crescente complessità e responsabilità della professione.
- Ruolo dell’infermiere di famiglia e di comunità: si ribadisce l’importanza di questa figura nell’assistenza territoriale e nella continuità delle cure, a supporto di pazienti e famiglie.
- Autonomia professionale: viene riconosciuta e rafforzata l’autonomia dell’infermiere, unitamente all’attenzione per i dati sensibili del paziente e al rispetto della sua privacy.
- One Health: si introduce con maggiore chiarezza il concetto di salute interdipendente tra uomo, animali e ambiente, sottolineando che nessuna dimensione può essere definita “sana” se le altre non lo sono.
- Mutamento dell’assistito medio: il paziente di oggi presenta una maggiore cronicità e un aumento delle comorbilità rispetto alle acuzie del passato. Questo richiede un’assistenza infermieristica sempre più personalizzata sui bisogni reali del paziente.
- Nuovi gruppi sociali e utenza multiculturale: i flussi migratori e le nuove sensibilità identitarie impongono all’infermiere un approccio più inclusivo e rispettoso delle differenze culturali, religiose e di genere.
- Cura dei curanti: emerge un nuovo paradigma che richiede agli infermieri di sviluppare self-advocacy, cioè consapevolezza, tutela e cura di sé stessi e dei colleghi.
- Etica e comunicazione digitale: viene richiamata la responsabilità del professionista anche nell’uso dei social media, per tutelare la dignità della professione e il rispetto della persona assistita.
- Sostenibilità e equità: il Codice rafforza l’impegno dell’infermiere nella promozione della salute pubblica, nella riduzione delle disuguaglianze e nella salvaguardia dell’ambiente.
Il processo di revisione, avviato nel 2023, si è articolato in 36 incontri del gruppo di lavoro, durante i quali sono stati aggiornati complessivamente 35 articoli. Alla revisione hanno partecipato anche gli Ordini provinciali, che hanno inviato osservazioni puntuali, per un totale di 266 contributi ricevuti.
Se volessimo esprimere la differenza tra le due edizioni del Codice Deontologico degli Infermieri con due sole parole, potremmo dire che la versione del 2019 si identifica con il concetto di “Relazione”, mentre la novità del Codice Deontologico Infermieri 2025 è racchiusa nella parola “Comunicazione”.
Un passaggio che non rinnega il passato, ma lo integra, consolidando i valori già interiorizzati nei codici precedenti.
Riassunto del Codice Deontologico degli Infermieri del 2025
La revisione del nuovo Codice Deontologico degli Infermieri si fonda su tre aspetti principali: la normativa, il rapporto con la società, e infine la dimensione educativa e comunicativa, che coinvolge sia la cittadinanza che la professione stessa.
Per l’elenco completo di tutti gli articoli, puoi scaricare il documento ufficiale del Codice Deontologico Infermieri 2025 nel box qui sotto. A seguire, proporremo alcuni commenti e brevi riassunti per aiutare a contestualizzare meglio i contenuti del Codice nell’agire quotidiano dell’infermiere.
CAPO I – Principi e valori professionali
Dal primo al sesto articolo si delinea in modo chiaro chi è l’infermiere (art. 1 e 2), cosa fa e come svolge il proprio ruolo (art. 3-6).
L’infermiere è il professionista sanitario iscritto all’Ordine delle Professioni Infermieristiche, che agisce in modo proattivo nell’ambito delle responsabilità che gli competono. Lo fa orientando il proprio intervento al bene della persona, della famiglia e della collettività – richiamando esplicitamente anche il ruolo dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità.
L’azione infermieristica si sviluppa all’interno della pratica clinica, dell’organizzazione dei servizi (aspetto più marcato rispetto alle precedenti edizioni del Codice), dell’educazione sanitaria e della ricerca.
Viene valorizzato il rapporto relazionale come forma di cura e “presa in cura” in sé. Il tempo dedicato all’assistenza non è separato dal tempo della relazione: “Il tempo di cura è tempo di relazione”, e viceversa “il tempo di relazione è tempo di cura”.
Le norme etiche, morali e deontologiche che la professione si autoassegna non sono solo vincoli formali: sono ciò che costituisce la professione stessa e l’identità del professionista. Rispettarle non significa semplicemente aderire a uno standard, ma esprimere l’agire autentico di ogni infermiere nella propria pratica quotidiana.
CAPO II – Responsabilità assistenziale
Vengono delineati i campi di responsabilità assistenziale nei loro paradigmi più ampi, tutti riconducibili alla responsabilità centrale dell’assistenza infermieristica. Tra questi, trovano spazio l’ecosostenibilità e il concetto di One Health – cioè l’interdipendenza tra salute umana, animale e ambientale (art. 7).
L’infermiere è anche impegnato nell’educazione e formazione di studenti, colleghi e professionisti sanitari di altre discipline (art. 8), riconoscendo in questo un dovere etico e professionale. Allo stesso modo, fonda il proprio agire sulla fiducia nei valori della scienza e della ricerca, intesi come basi costanti della propria identità professionale (art. 9).
La responsabilità dell’infermiere si estende alla propria crescita: si impegna nel mantenimento e aggiornamento delle conoscenze lungo tutto l’arco della vita professionale (art. 10).
Quando necessario, in particolare in presenza di attività nuove o per le quali possiede una competenza limitata, l’infermiere si muove con cautela, richiedendo supervisione e supporto per garantire la sicurezza della persona assistita (art. 11).
CAPO III – Rapporti professionali
L’infermiere si avvale del contributo e del valore di un approccio multiprofessionale, instaurando un rapporto leale e attivo con la comunità professionale in cui opera. Quando necessario, offre o richiede consulenza per rispondere in modo adeguato ai bisogni di salute della persona assistita, affinché questa possa disporre di tutte le informazioni utili a un processo di autodeterminazione consapevole della propria salute (art. 12 e 13).
Nell’agire professionale, l’infermiere tutela il decoro e il prestigio della professione. Si impegna affinché il contesto lavorativo sia in grado di prendersi cura non solo degli assistiti, ma anche degli stessi professionisti, secondo il principio della “cura dei curanti”.
Inoltre, ha il dovere di segnalare all’Ordine eventuali condizioni o comportamenti difformi che possano compromettere l’esercizio delle funzioni infermieristiche (art. 14–16).
CAPO IV – Rapporti con le persone assistite e CAPO V – Comunicazione
Il quarto e quinto capo del Codice Deontologico rafforzano il concetto di cura come scambio relazionale, sottolineando la natura dinamica dei processi comunicativi tra infermiere e persona assistita. Quest’ultima non è un soggetto passivo, ma co-produttore di senso informativo (art. 17–19): la relazione non è accessoria alla cura, ma partecipe e partecipata, fondamento della presa in carico infermieristica.
Concetti come il rispetto delle informazioni fornite all’assistito sono chiaramente espressi: queste devono essere riservate, confidenziali, complete e calibrate sul livello di comprensione, i valori e le esigenze della persona. Il diritto a essere informato – o a non esserlo – deve sempre rispettare la volontà esplicita dell’assistito (art. 20–21). Il segreto professionale non è solo un obbligo giuridico, ma un principio etico radicato nella coscienza del professionista (art. 29).
L’infermiere si impegna a superare i limiti comunicativi – di qualsiasi natura – che ostacolino il diritto di espressione dell’assistito. Difende la persona da ogni forma di violenza e garantisce anche al minore il diritto a esprimere la propria volontà, affinché questa venga considerata nel percorso di cura (art. 22–24).
Nell’assistenza alla persona morente, l’infermiere prende in carico l’esperienza del dolore e si adopera per la sua gestione. Le cure palliative e l’accompagnamento alla famiglia fanno parte della sua competenza clinica e relazionale. L’infermiere agisce come advocacy delle volontà espresse, riconoscendo il diritto della persona a porre un limite agli interventi, in qualunque forma queste volontà vengano dichiarate (art. 25–27).
Infine, l’infermiere applica i valori deontologici anche nella comunicazione mediata da strumenti digitali. Nell’uso delle nuove tecnologie, si impegna a garantire un beneficio diffuso e inclusivo (art. 30–31).
CAPO VI – Organizzazione
L’organizzazione dell’assistenza sanitaria rappresenta, per l’infermiere, un perno centrale della propria pratica professionale.
A partire da questo principio, il professionista prende consapevolezza di una serie di temi operativi e gestionali che strutturano il suo agire quotidiano (art. 32–41):
- Definisce, organizza modelli assistenziali e garantisce un’equa allocazione delle risorse.
- Valuta i contesti clinico-assistenziali e si adopera per il loro miglioramento; se dovesse ritenerlo necessario, si avvale di comunicazioni formali per segnalare qualsiasi difformità rispetto a questo obiettivo.
- In caso di conflitto etico con le richieste degli organizzatori dell’assistenza, segnala la situazione agli Ordini competenti e si attiva per alternative a difesa degli assistiti.
- Si occupa di governance clinica e di risk management.
- In caso di emergenze di vasta portata, si mette a disposizione delle autorità competenti per rispondere ai bisogni di salute pubblica, anche uscendo dagli schemi abituali, con professionalità.
- Si avvale di una corretta documentazione del proprio operato.
- Ritiene la contenzione un atto eccezionale e temporaneo, da avvalorare fintanto che riesce a verificarne la necessità.
- Gestisce gli operatori di supporto.
- Agisce in base a linee guida, raccomandazioni e buone pratiche cliniche.
CAPO VII – Libera professione
L’infermiere libero-professionista agisce secondo principi di leale concorrenza, rispettando un giusto onorario e un equo compenso, sia per il proprio lavoro che per quello altrui.
Si relaziona con l’assistito attraverso un contratto di cura, che richiede garanzie di sicurezza e continuità assistenziale, nel rispetto dei propri bisogni di riposo psico-fisico (art. 42–44).
CAPO VIII – Disposizioni finali
L’infermiere è libero da condizionamenti e da conflitti di interesse. Si impegna attivamente per contrastare l’esercizio abusivo della professione.
Nell’ambito della pubblicità sanitaria, evita comportamenti o messaggi di natura attrattiva o suggestiva e non avvalora pratiche prive di fondamento scientifico. In ogni caso, agisce con trasparenza rispetto a ogni potenziale conflitto di interesse.
Tutte le norme espresse nel Codice Deontologico sono vincolanti, sia rispetto alla normativa generale, sia in relazione all’autonormativa stabilita dalla FNOPI, in quanto ente pubblico e promotore del Codice, nei confronti dei propri iscritti.
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
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