Con lo stipendio degli infermieri fermo al palo la sanità non può più reggersi in piedi

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Gli infermieri non credono proprio più alle promesse della politica italiana. Tanto che, sempre più numerosi, si dimettono, cambiano lavoro (o addirittura professione) o scappano all’estero. Ma la politica, sbugiardata in ogni dove, lo sa. Perciò che fa? Corre nei paesi del terzo mondo a ricercare “numeri” a basso prezzo per contrastare il grave problema, riducendo a dettagli il problema della lingua e soprattutto quello della preparazione dei professionisti. 


Anche per De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up, è necessario invertire subito la tendenza onde evitare che l’intero sistema imploda: il cuore del problema è senza dubbio «quella mancata valorizzazione economico-contrattuale degli infermieri dietro la quale si nasconde la vera causa dell’emergenza, e gran parte dei nostri problemi perennemente irrisolti».


«Le fughe all’estero, le dimissioni volontarie dalla sanità pubblica, la politica di austerity che negli anni si è abbattuta come una scure sulla già precaria stabilità della sanità italiana, riversandosi poi sulla qualità dei servizi sanitari destinati alla collettività, rappresentano vulnus che vanno aggravandosi giorno dopo giorno» sottolinea De Palma.


Che continua: «Perché sia chiaro, quando si parla di stipendi fermi al palo, quando si parla di remunerazioni nettamente al di sotto della media europea, quando si fa riferimento come in questo report al sempre più scarso appeal delle professioni sanitarie, non possiamo non “urlare a gran voce” alla collettività che tutti i più autorevoli report parlano chiaro: a continuare a pagare dazio sono gli infermieri e tutti gli altri professionisti dell’assistenza in una sanità italiana che fa davvero fatica a reggersi in piedi. La strada da percorrere è indicata, facciamo tutti la nostra parte prima che sia davvero troppo tardi».


Per Nursing Up, in relazione alle risorse integrative, rispetto a quelle disponibili con il nuovo contratto della sanità, è assolutamente necessario «un provvedimento straordinario che, da parte del Governo, individui specifiche risorse da destinare ai professionisti sanitari infermieri ed alle altre professionalità ex legge 43/2006: 425 milioni di euro destinati al raddoppio dell’indennità di specificità infermieristica, dell’indennità  destinata alle altre professioni sanitarie, e all’estensione di tali benefici anche alle ostetriche».

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Alessio Biondino

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