Coronavirus. Ecco perchè la distanza di sicurezza di un metro non basta!

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Con l’emergenza alle calcagna e spaventati da mille accorgimenti, c’è il rischio che qualche prescrizione ci sfugga: prendiamo tutto alla lettera ed eseguiamo il dovuto, senza preoccuparci di capire. Ma renderci conto del come e del perchè ci potrebbe aiutare a non essere superficiali nelle cose, in quanto c’è un motivo per tutto, ora come ora potrebbe salvarci la vita, in un concetto: la distanza di sicurezza Covid-19. 

La distanza di sicurezza Covid-19

All’inizio dell’emergenza comunicati ufficiali davano per certa la distanza di sicurezza tra le persone, equivalente a due metri, poi si correggeva il tiro indicando “almeno un metro“, poi i nostri orecchi da qualcuno hanno sentito il “metro e mezzo“, per ancorarci all’ufficialità del metro.

Perchè questi cambiamenti? Qual è la distanza di sicurezza Covid-19?

Non ci vuole un germofobo o un ipocondriaco per spiegarci che quando qualcuno starnutisce o tossisce vicino a noi, senza coprirsi il naso e la bocca, può essere un’esperienza spiacevole, di già in un mondo “normale”, figuriamoci ora in questa tragedia.

E’ utile spostarsi più in là? Forse prima no, ma ora è indispensabile?

Distanza di sicurezza
Distanza di sicurezza

Una questione di velocità

Gli esperti hanno effettivamente monitorato la distanza percorsa dalle goccioline prodotte dallo starnuto. Secondo uno studio del 2014 del Massachusetts Institute of Technology (MIT), queste possono volare abbastanza lontano e arrivare in due fasi: goccioline e nuvole di gas. E presto detto ne scaturisce il calcolo della distanza di sicurezza da tenere per evitare eventuali contagi di ogni tipo.

Quando tossisci o starnutisci, vedi le goccioline o le senti se qualcuno ti starnutisce accanto“, ha detto John Bush, Prof. del MIT di matematica applicata e coautore di un articolo pubblicato sul Journal Of Fluid Mechanics.

Ma non vedi la nuvola, la fase gassosa è invisibile.

Secondo l’altra coautrice dell’articolo, Lydia Bourouiba, assistente Prof. presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del MIT, le goccioline più grandi si depositano rapidamente fino ad una distanza da 1 a 2 metri dalla parte opposta.  Ma c’è di più: le “goccioline più piccole che evaporano, sono intrappolate in una nuvola turbolenta di sbuffo“, nel giro di pochi secondi o pochi minuti, queste possono viaggiare lungo le dimensioni di una stanza e atterrare da 6 a 8 m lontano.

Lo starnuto: prima di dire “salute”, meglio allontanarsi!

La maggior parte delle persone capisce che la tosse e lo starnuto possono diffondere germi che causano malattie, ma la velocità e la distanza che possono percorrere potrebbero sorprenderci. I germi espulsi nell’aria tossendo e starnutendo possono diffondersi con una velocità incredibile.

Si dice “salute”, quando una persona intorno a noi starnutisce.Tuttavia, secondo gli studi, quando una persona ci starnutisce vicino, la prima priorità dovrebbe essere quella di arretrare prima di offrire qualsiasi benedizione, perché i germi contagiosi possono diffondersi ulteriormente e più velocemente di quanto si pensi.

I ricercatori dell’Università di Bristol hanno valutato la sopravvivenza nell’aria dei batteri nelle goccioline di aerosol da tosse e starnuti. Hanno scoperto che lo starnuto medio o la tosse possono mandare in aria circa 100.000 germi contagiosi a velocità fino a 100 miglia all’ora. Questi germi possono trasportare virus, come influenza, virus respiratorio sinciziale (RSV) e adenovirus, che causano il raffreddore comune. Possono anche trasportare batteri, come Streptococcus pneumoniae o Haemophilus influenzae.

Il momento più critico per la diffusione di quei germi, secondo i ricercatori, è nei primi minuti dopo uno starnuto o una tosse.

Questo tipo di trasmissione è di particolare importanza poiché non richiede la vicinanza tra individui. Infatti, le piccole dimensioni delle goccioline le rendono maggiormente insidiose, e per questo motivo favoriscono la penetrazione più a fondo nel polmone“, ha detto Allen Haddrell, uno degli autori dello studio.

Le goccioline di bioaerosol (diametro inferiore alla larghezza di un capello umano), possono rimanere sospese nell’aria per periodi di tempo prolungati, da secondi a settimane.

Outcome infermieristici: documentare e fare ricerca

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Un mare di patogeni in una goccia

Jason Tetro, microbiologo, afferma che la ricerca di Haddrell ha scoperto da una cultura di circa 100 milioni di goccioline, che ogni gocciolina conteneva circa 20 batteri.                    “Questo è importante perché quando si tratta di virus come raffreddore e influenza, ne sono necessari circa 1.000 per causare l’infezione. Ciò significa che dovremmo inalare circa 50 goccioline per essere a rischio”, ha detto Tetro.

Nei momenti immediatamente successivi a una tosse o uno starnuto, sarebbe relativamente facile. Per questo è essenziale una giusta distanza di sicurezza.

Studi sui flussi di espirazione

I flussi naturali di espirazione umana come la tosse, lo starnuto e la respirazione possono essere considerati flussi d’aria “a getto“, nel senso che sono prodotti da un’unica fonte in un singolo sforzo di espirazione, con una geometria conica relativamente simmetrica.        Sebbene la tosse e lo starnuto abbiano attirato molta attenzione come potenziali fonti esplosive di aerosol infettivi, questi sono eventi relativamente rari durante la vita quotidiana, mentre la respirazione è necessaria per la vita e viene eseguita continuamente.

Si ritiene che un gran numero di malattie infettive sia trasmesso tra le persone attraverso grandi goccioline e per vie aeree.

Quanto lontano possono muoversi le goccioline è correlato a quanto lontano possono trasmettere le malattie contagiate dalle goccioline. Un semplice modello fisico viene sviluppato e utilizzato qui per studiare l’evaporazione e il movimento delle goccioline espulse durante le attività respiratorie; in particolare, la ben nota curva di caduta delle gocce Wells viene rivisitata considerando l’effetto dell’umidità relativa, della velocità dell’aria e dei getti respiratori.

E’ stata calcolata la durata della permanenza delle goccioline e come cambiano dimensione, nonché la distanza percorsa da esse in diverse umidità relative. I risultati indicano che la dimensione di una gocciolina determina principalmente la sua evaporazione e movimento dopo essere stata espulsa.

CORONAVIRUS COVID-19

La storia ci insegna che da sempre le società umane combattono, ciclicamente, la loro guerra contro le epidemie, questo nemico astuto, insidioso, implacabile, e soprattutto, privo di emozioni e scrupoli. Eppure, le società umane hanno sempre vinto. Oggi il progresso scientifico e tecnologico sembra librarsi ad altezze vertiginose. Ma, nella guerra contro le epidemie, le armi dell’umanità sono e saranno probabilmente le stesse di quelle che avevamo a disposizione quando questo inarrestabile progresso aveva appena cominciato a svilupparsi, come nel XV secolo della Repubblica di Venezia, nell’800, nei primi anni del ’900. Oggi, è vero, la comunità internazionale può contare su un’incrementata capacità di sorveglianza epidemiologica, su una solida esperienza nella collaborazione tra Stati, su laboratori in grado di identificare i virus e fare diagnosi, su conoscenze scientifiche in continuo progresso, su servizi sanitari sempre migliori, su agenzie internazionali come l’OMS, l’ISS italiano e il CDC americano. Ma oltre alle conoscenze, ai vaccini e ai farmaci, all’organizzazione dei servizi sanitari, per affrontare con successo le epidemie è molto importante il senso di appartenenza alla comunità, la solidarietà sociale e l’aiuto reciproco fra persone. Di fronte ad una minaccia sanitaria, la fiducia nello Stato e nelle scelte delle autorità sanitarie, la consapevolezza del rischio e la solidarietà umana possono aver la meglio sull’ignoranza, l’irrazionalità, il panico, la fuga e il prevalere dell’egoismo che in tutti gli eventi epidemici della storia hanno avuto grande rilevanza.     Walter Pasiniè un esperto di sanità internazionale e di Travel Medicine. Ha diretto dal 1988 al 2008 il primo Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Travel Medicine.

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Lo studio rivela che per i flussi di espirazione respiratoria, le dimensioni delle goccioline più grandi che evaporerebbero totalmente prima di cadere a 2 m di distanza sono comprese tra 60 e 100 micron, e queste goccioline di grandi dimensioni espulse vengono trasportate a più di 6 m di distanza a una velocità di 50 m / s nello starnuto, più di 2 m di distanza ad una velocità di 10 m / s per la tosse, e meno di 1 m di distanza ad una velocità di 1 m / s nella normale respirazione.

Questi risultati sono utili per sviluppare metodi di controllo ingegneristico efficaci per le malattie infettive e anche per esplorare i meccanismi di trasmissione di base delle malattie infettive. È necessario esaminare i sistemi di distribuzione dell’aria nei reparti ospedalieri per controllare sia le malattie trasmesse per via aerea che quelle trasmesse da goccioline.

Uno sforzo da parte di tutti

Qualcuno potrebbe ribadire, sbuffando, essere un mondo di germi questo, e che non se ne può più. Ci nutriamo di essi, ci navighiamo. Ma ci sembra giusto ribattere ripetendo che ora non si scherza, la serietà ed un senso universalistico di protezione della salute ci deve guidare. Le regole comuni che ci impongono a forza, sembrerebbero volerci limitare un senso di libertà, ci annientano e annichiliscono una personalità, soprattutto quella italiana, votata ad un senso affettivo distintivo.

La nostra vita sta cambiando, alla nostra vita è legata quella degli altri, e alla loro quella di altri ancora.

Autore: Giovanni Trianni (linkedin)

Fonti:

 

Giovanni Trianni

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