FNOPI: sul territorio indispensabili i LEA infermieristici

Redazione 16/06/22
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Nessun dubbio per la presidente della FNOPI Barbara Mangiacavalli, intervenuta alla tavola rotonda dell’evento di presentazione del rapporto di Saluequità, laboratorio italiano per l’analisi, l’innovazione e il cambiamento delle politiche sanitarie e sociali: “I Lea del territorio e i Lea infermieristici sono una necessità assoluta dettata dalla nuova organizzazione dell’assistenza nata con il PNRR e il cosiddetto ‘DM 71’” (delibera 21 aprile 2022 del Consiglio dei Ministri).

Sul territorio sono indispensabili i LEA di assistenza infermieristica

Necessità soprattutto per il contesto territoriale, a favore delle attività della nuova figura dell’infermiere di famigliaPossibilmente anche accompagnati da una nuova architettura del sistema.

La Federazione che rappresento – ribadisce Mangiacavalli – ha sempre visto e letto il tema della infermieristica di famiglia e comunità, strettamente legato alle indicazioni che arrivano dall’Oms e dall’Ue e ai Lea (Livelli Essenziali di Assistenza n.d.r.) distrettuali e territoriali, col preciso significato di dare forza alla rete territoriale esistente

I Lea sono una realtà importante per il Ssn – aggiunge – e ora indubbiamente c’è la parte più difficile: quella di essere certi che siano davvero garantiti a tutti e ovunque. Un impegno importante per le istituzioni e le stesse Regioni che li devono applicare. Una speranza per quei professionisti che ogni giorno hanno fatto di tutto per farli rispettare, nonostante le difficoltà di un servizio sanitario concentrato per decine di anni più sulla spesa che non sui risultati della sua mission”.

Essenziale una redistribuzione degli obiettivi, secondo una logica di evidenza multi-professionale: “I nuovi Lea – conferma la presidente FNOPI – devono offrire ampia attenzione al territorio come luogo in cui si svolge l’evoluzione epidemiologica che ha consentito i miglioramenti dal punto di vista della salute e della lunghezza e qualità della vita: tutto ciò che rappresenta il futuro del modello di sanità che si dovrà assicurare a tutti. Ma per rendere esecutivo tutto questo, è necessario un recupero e una integrazione di professionalità”.

L’infermiere – conclude la nota FNOPI – svolge un ruolo fondamentale nella sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, attraverso la promozione di stili di vita sani e i programmi organizzati di screening. È necessario potenziare il ruolo e la formazione dell’infermiere per garantire, assieme agli altri professionisti del territorio, oltre all’assistenza clinica, interventi preventivi di promozione della salute e delle patologie che riguardano la comunità attraverso l’educazione, l’empowerment, l’autocura e il follow-up infermieristico autonomo all’interno di piani di cura condivisi”.

Fonte: FNOPI.it


L’ infermiere di famiglia e di comunità

In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità.

Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati.

L’ infermiere di famiglia e di comunità

Nella dialettica tra comunità, persona, famiglia e sistema solidale, una dialettica oggi sempre più difficile a causa dei mutamenti demografici in atto, si inserisce l’infermiere di comunità e di famiglia: due aree di competenza differenziate e complementari, che obbligano a un ripensamento profondo del ruolo e della professione, dal punto vista clinico, sociale e organizzativo. In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità. Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative. in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati. Apparirà ancora più chiaro che l’assistenza non può e non deve essere standardizzata, ma deve essere personalizzata a seconda delle esigenze delle persone e delle caratteristiche delle comunità. “Questo libro – tecnico e coinvolgente – dovrebbe finire in mano a tante persone… Sono pagine che parlano alle nostre esistenze. Alla vita di chi ha dedicato le proprie giornate al sociale. a chi si è appena affacciato a quello che, probabilmente, domani sarà il suo lavoro. a coloro che comunque nutrono interesse, più con il cuore che con la mente, a fatti e vicende che toccano uomini e donne soprattutto nel periodo della difficoltà e dell’abbandono” (dalla Presentazione di don Mario Vatta).

Maila Mislej, Flavio Paoletti | 2008 Maggioli Editore

16.00 €  15.20 €

 

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