Infermiere lavoro stressante? 3 consigli per risparmiare energie mentali

Dario Tobruk 02/09/25

L’infermiere lavoro stressante? Senza alcun dubbio. Chi nei nostri reparti, oltre a sfinirsi fisicamente, non arriva a perdere anche quelle poche energie mentali da usare nella nostra vita quotidiana, fuori dal lavoro? La ricetta perfetta per cadere in burn-out.

Per questo motivo vogliamo lasciarvi tre consigli utili per risparmiare le poche energie mentali che ci rimangono alla fine di un turno per usarle meglio nel poco tempo libero che ci rimane.

Indice

3 consigli per risparmiare energie mentali dopo un turno di lavoro

Non di solo lavoro vive l’uomo. La vita personale dell’infermiere è sempre più erosa dagli enormi carichi di lavoro nei reparti e nei luoghi di cura. Luoghi in cui, per compensare a carenze di personale e disservizi, quest’ultimo è spesso obbligato a prodigarsi più di quanto possa umanamente fare, consumandosi oltre ogni limite.

Come fa un infermiere stressato a conservare abbastanza energie mentali per vivere bene il resto della sua vita e migliorare la propria situazione? Segue i nostri tre consigli per ridurre lo stress lavoro-correlato.

Infatti, se sei stanco di lavorare in ospedale, fare i turni e saltare continuamente i riposi, dovresti valutare la possibilità di lavorare sul territorio. La sanità è alla disperata ricerca di migliaia di Infermieri di Famiglia e di Comunità e forse varrebbe la pensa formarsi per diventarlo.

A ragione di ciò, e per approfondire il tema, consigliamo la lettura del libro “Costruire ben-essere nella comunità locale – Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità” un testo fondamentale per comprendere il potenziale e l’applicazione di questo importante e innovativo ruolo infermieristico, disponibile su MaggioliEditore.it e Amazon la lettura è consigliata a chiunque disponga di abbastanza interesse per fare la differenza sul territorio.

Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità

FORMATO CARTACEO

Costruire ben-essere nella comunità locale

Di Infermieristica di Famiglia e di Comunità si parla in Italia dai primi anni del 2000.Da allora, molto si è dibattuto intorno a questa professionalità e al suo ruolo, cercando di farne emergere le possibilità operative e l’integrazione con le altre figure e funzioni della rete formale dei servizi, fino a quando la pandemia ci ha drammaticamente mostrato tutta l’inadeguatezza della risposta sanitaria a livello territoriale.Sono stati anni bui, dai quali abbiamo imparato che la difficoltà di accedere all’ospedale, sul quale poggia tutto il sistema, crea un cortocircuito a danno degli operatori, ma soprattutto dei cittadini, portatori di bisogni sia sociali che sanitari. Tuttavia l’emergenza sanitaria ha consentito di attivare riflessioni intorno al problema delle cure primarie e della funzione di gate keeping che il territorio dovrebbe svolgere. Le recenti norme legislative di riorganizzazione del si-stema territoriale hanno per la prima volta delineato un profilo specifico per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità.Il presente volume è il primo manuale davvero organico e completo per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, e sarà di certo una risorsa preziosa- per gli studenti che intraprenderanno un percorso formativo in cure territoriali e in Infermieristica di Famiglia e di Comunità- per chi partecipa a concorsi- per i professionisti, non solo infermieri, che vorranno volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti.Guido LazzariniProfessore di Sociologia dell’Università di Torino, docente di Sociologia della salute nel Corso di Laurea in Infermieristica.Tiziana StobbioneDottore di ricerca in Sociologia, Scienze organizzative e direzionali. Bioeticista. Professore a contratto d’Infermieristica presso la Scuola di Medicina dell’Università di Torino.Franco CirioResponsabile per le professioni sanitarie della Centrale Operativa Territoriale di Governo della continuità assistenziale e dei Progetti innovativi a valenza strategica dell’ASL Città di Torino.Agnese NataleSi occupa di ricerca, formazione e operatività nell’ambito della partecipazione e dell’empowerment di gruppi e persone in condizione di svantaggio.

 

Guido Lazzarini, Tiziana Stobbione, Franco Cirio, Agnese Natale | Maggioli Editore 2024

Elimina lo stress inutile

Lo stress inutile è quello che non è necessario subire. Preoccupazioni eccessive, vissute per troppo tempo durante il nostro lavoro e che invece potremmo impiegare meglio nella nostra vita personale. Facciamo un esempio: quello che pensano di noi i colleghi. 

Tutti vogliamo fare buona impressione e questo, in una società fatta di persone di buonsenso è anche giusto. Ma ossessionarsi su cosa pensano gli altri di noi è uno spreco di energie che un infermiere stressato non può permettersi.

Cerca di comprendere la sottile differenza tra fare il meglio nel proprio lavoro e sforzarsi di apparire il migliore. Alla lunga, è controproducente prodigarsi in contorsionismi solo per spiccare tra gli altri: non cercare ogni giorno di essere migliore degli altri, pensa piuttosto a diventare la versione migliore di te stesso. Non cercare di cambiare la visione che gli altri hanno di te (impossibile) ma quella che tu hai su te stesso.

Allontana lo smartphone

Forse non lo sai ma una parte del nostro cervello è ormai impegnata a pensare costantemente al nostro smartphone. Le energie mentali spese sono tali che alcune persone “sentono” squilli, vibrazioni e notifiche inesistenti.

Pur di dare un senso a quelle energie spese e dissipare la cosiddetta ringxiety, il nostro cervello ci fa sentire cose che non ci sono. E lo fa consumando energia mentale. Cosa fare sia a casa ma soprattutto a lavoro (non dovremmo nemmeno usarlo):

    1. Silenzia le notifiche di tutte le app ed email.
    2. Imposta una suoneria diversa, ad esempio la Cavalcata delle Valchirie, per i contatti veramente importanti (casa, lavoro, figli, parente X,ecc…)
    3. Caccia quel cellulare in un cassetto, abbastanza lontano da farti dimenticare del cellulare ma abbastanza vicino da sentirlo. Poi dimenticalo.
    4. Fai quello che devi fare.
    5. Datti dei tempi definiti su quando controllare il telefono e rispettali. Ogni due ore, ogni ora, ogni 45 minuti al massimo ma poi ricaccia quel cellulare dentro il cassetto della scrivania.
    6. Controlla il cellulare solo se Richard Wagner ti suona dentro il cassetto! Perché solo in quel caso la chiamata sarà abbastanza importante da distrarti da quello che stai facendo.

    Dormi bene

    Ne abbiamo già parlato, tra turni notturni e stress eccessivo per un infermiere stressato oltre ogni limite dormire bene sembra utopico, eppure non dovremmo mai smettere di migliorare questo aspetto della nostra vita.

    Dormire è come fare benzina e mettere l’olio nella macchina: puoi essere superficiale quanto vuoi con la tua macchina ma prima o poi, o fondi il motore e bene che ti vada rimani a piedi in autostrada!

    Quindi come possiamo imparare a dormire bene quando non facciamo altro che smontare dalla notte, saltare riposi e fare capriole dalla mattina alla sera?

    Hai bisogno di altri buoni consigli per gestire lo stress da lavoro infermieristico? Qualche articolo utile per te: 

    Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

    Dario Tobruk

    Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere

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