“La professione dell’infermiere piace ancora ai giovani”, “non bisogna guardare solo al guadagno”… “Metteteci il cuore!”

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Lo sanno oramai tutti (o quasi) che l’infermieristica italiana sta attraversando un evidente periodo di crisi, senza precedenti e di difficile risoluzione. Eppure, c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno ed è profondamente ottimista, nonostante gli infermieri siano sempre di meno (tra giovani che non si iscrivono più al corso di laurea, dimissioni volontarie e fughe all’estero).

Dopo i deliri sulla “vocazione” proposti all’Università di Torino qualche giorno fa (VEDI articolo I relatori aprono l’anno accademico: «L’infermieristica è una vocazione».  Ribatte Nursind: «Non siamo dei caritatevoli tuttofare»), stavolta è stato il turno di Rho (Milano).


È bastato infatti un aumento dei laureandi di sei unità rispetto all’anno scorso per far scattare un irrefrenabile entusiasmo durante l’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Università degli Studi di Milano al grido di: «Se avessimo altre aule potremmo ospitare almeno il doppio degli studenti, perché la professione dell’infermiere piace ancora ai giovani e la sede di Rho ha un forte appeal per il percorso di formazione e la logistica» (VEDI Il Giorno).

A dare il benvenuto ai nuovi iscritti erano presenti il direttore sanitario Adelina Salzillo, il direttore socio sanitario Pier Mauro Sala, il direttore di presidio Martino Trapani, la direttrice del corso di laurea, Annalisa Alberti e Loredana Viviano, dirigente delle professioni sanitarie per lo sviluppo del polo territoriale. L’augurio di tutti è stato quello di «saper affrontare le fatiche in una professione che regala grandi soddisfazioni»


Sabrina Giudici, responsabile del servizio infermieristico dell’ospedale rhodense, ha dichiarato: «Voi avete un quid in più. Questa non è una professione che arricchisce, ma fa crescere la sensibilità verso il bene della comunità. Ciascuno poi sceglierà il proprio campo, mantenendo lo spirito di appartenenza a questa Asst».

Giuseppe De Angelis, primario del reparto di Cardiologia, ha altresì evidenziato (VEDI Prima Milano Ovest): «Questo è il lavoro più bello perché ci porta a occuparci della salute delle persone. Se si guarda solo al guadagno e manca umanità, il paziente se ne accorge: metteteci il cuore e farete la differenza».


L’infermieristica italiana presentata alle nuove matricole quindi è vocazione, umanità, sensibilità, cuore, spirito di appartenenza, saper affrontare le fatiche e il pensiero fisso di grandi soddisfazioni che forse arriveranno. Guai però a pensare al guadagno (misero), come invece fanno tutti gli altri professionisti del globo che evidentemente non hanno quel “quid in più”… Bene così.

Benvenuti, cari studenti! Venghino, signori… Venghino!

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Alessio Biondino

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