Obbligo vaccinale e sanzioni agli infermieri? ‘Non risulta nessun provvedimento’

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L’obbligo vaccinale, introdotto con il decreto legge 44 del 1° aprile (e in via di conversione), ha fatto e sta facendo discutere professionisti e operatori sanitari di tutta Italia. Se è vero che la stragrande maggioranza ha accettato di ricevere il vaccino senza resistenze, in diverse realtà vi è stato infatti il categorico rifiuto da parte dei lavoratori.

Le proteste contro il Governo

Ci sono state anche manifestazioni di piazza portate avanti da qualche centinaio di persone che, al grido di “non sono un sorcio” (VEDI) e sponsorizzate da comitati o siti non proprio famosissimi per la propria attendibilità, hanno protestato contro le decisioni del Governo.

Tali prese di posizione sbandierate ai quattro venti, confondenti per i cittadini e minacciose per la salute pubblica, non sono di certo passate inosservate:  gli Ordini e la Federazione Nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche non sono di certo rimasti a guardare (VEDI) e hanno sin da subito dato il via libera a imminenti e memorabili provvedimenti disciplinari.

Bottega, Nursind: ‘Sanzioni? Non ne risulta nemmeno una’

Il tutto è andato poi avanti con le minacce delle Asl, tra promesse di trasferimento, di sospensione dello stipendio e di demansionamento per gli operatori;  corroborate da qualche diffida da parte di alcuni professionisti ai propri Ordini col fine di non far comunicare i propri nominativi alle Regioni, ma… Ad oggi, in Italia, quante ‘punizioni’ annunciate dal Governo sono state davvero attuate? Secondo il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, il cui pensiero è stato affidato a una intervista per il sito Affariitaliani.it, ancora tutto tace.

A me ad oggi non risulta nessun provvedimento di sospensione né di demansionamento. Il che può sembrare strano se si considera che lo stesso decreto prevedeva degli step abbastanza stringenti, che entro fine aprile avrebbero portato a provvedimenti.”

‘Il Governo non aveva previsto le conseguenze dell’obbligo’

“Allora viene da chiedersi perché non si sono presi. Sentendo un po’ le varie realtà delle regioni italiane, posso dire che il Governo sembra non avesse previsto le conseguenze che avrebbe potuto comportare nell’organizzazione del lavoro.

Tutte le regioni adesso sperano in una modifica del decreto, prima della conversione. Incaponirsi sull’obbligo vaccinale è controproducente. La cosa più importante in una pandemia, ormai risulta evidente, è la gestione organizzativa del personale”.

I motivi dei ritardi per quanto riguarda queste attuazioni, secondo il segretario sono piuttosto chiari: “Se avessero provveduto a procedere secondo la tempistica prevista dalla norma si sarebbero create delle enormi disfunzioni.

Se consideriamo per esempio il reparto di un piccolo ospedale, ostetricia, in cui le ostetriche, per ipotesi, per vari motivi non si sono vaccinate (per allergia, per patologie…), il rischio è che, non potendo più esercitare la professione come prevede la norma, venendo a mancare la gran parte del personale chiuda il punto nascite.”

‘L’obbligo ha generato malessere’

“Certo, potrebbe sembrare che la norma è stata pensata per persuadere il personale anziché con una campagna vaccinale, e quindi attraverso la sensibilizzazione, costringendolo invece a scegliere tra ricevere lo stipendio e mantenere la famiglia o decidere di non vaccinarsi.

L’obbligo dalla nostra categoria è stato vissuto male, ha generato malessere, si è diffusa una certa amarezza nei confronti del Governo che lo ha stabilito. Non è nemmeno stato fatto un distinguo tra l’operatore che lavora nell’area covid e quello che opera in un altro reparto” conclude Bottega.

Conclusioni

Il problema di tutto questo fragore sull’obbligo vaccinale, al di là delle posizioni più o meno legittime di chi si appella alla Costituzione o di chi si sente libero di urlare a squarciagola ‘non sono una cavia’ o ‘non sono un sorcio’ (forse dimenticandosi per qualche momento in cosa consista il proprio ruolo), è la confusione che certi comportamenti e certe prese di posizione da parte di alcuni professionisti della salute stanno generando nei cittadini.

Comportamenti e prese di posizione per loro pericolose che, una volta riprese, elaborate, distorte e stravolte da diversi media, si sono tradotte in titoli che descrivevano una sorta di invasione da parte di ‘infermieri no-vax’; cosa decisamente lontana dalla realtà, certo, ma che non ha fatto fare una bellissima figura alla categoria. E i cittadini, di fake news e di notizie contrastanti e contraddittorie, ne avevano già ricevute abbastanza.

Autore: Alessio Biondino

Infermieri in piazza contro l’obbligo vaccinale, pugno duro della FNOPI

 

Alessio Biondino

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