Un intricato e particolare contenzioso legale, in atto tra un infermiere e l’Asst di Cremona, è stato raccontato da La Provincia di Cremona e sta facendo parecchio discutere in questi giorni.
La donazione ‘Per senso di riconoscenza’
Tutto ruota intorno alle disposizioni ereditarie di un’anziana benefattrice che, “per senso di riconoscenza per le cure prestate con umanità e professionalità” ha voluto donare 50.000 euro a un dirigente non medico (un infermiere) della suddetta azienda.
La donna, in realtà, inserì nel testamento (redatto nel 2011) due differenti legati da 50 mila euro ciascuno, entrambi destinati al sanitario: col primo egli avrebbe dovuto migliorare le condizioni assistenziali degli utenti di una struttura sanitaria con sede a Soresina (non più attiva al momento della morte della paziente, nell’aprile del 2020); il secondo, invece, era destinato proprio a lui come ringraziamento per il lavoro svolto.
L’infermiere ha accettato
L’uomo, ormai in pensione, ha prontamente restituito la prima somma, non potendo più perseguire le finalità per cui avrebbe dovuto investirla; ma ha accettato di buon grado la seconda.
Una volta pubblicato il testamento, i dirigenti dell’Asst si sono avvalsi del supporto di un legale per esaminare a fondo la questione, con l’obiettivo di salvaguardare il prestigio e l’immagine dell’azienda, ma soprattutto di assicurarsi che fosse stato garantito il rispetto dei principi di imparzialità e di integrità che sottendono all’azione amministrativa.
La Asst non ci sta e impugna il Dpr 16 aprile 2013
Perché in materia, purtroppo per l’infermiere in questione, sembra che il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, che si rifà al Dpr del 16 aprile 2013, sia piuttosto chiaro: “Il dipendente pubblico non richiede, né sollecita per sé o per altri, regali o altre utilità, né tanto meno accetta regali o altre utilità se non di modico valore” recita infatti l’articolo 4, comma 1.
Il notaio deve far rispettare il testamento
Niente regalo, quindi? Non proprio, perché nel caso in oggetto tale divieto si ritrova ad essere in netta contrapposizione con gli obblighi a cui un notaio non può in alcun modo sottrarsi: far rispettare le volontà testamentarie della donna deceduta che, alla presenza di quattro testimoni, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, ha disposto precise indicazioni.
Come andrà a finire? Sarà compito dei giudici sbrogliare la matassa per fornire una risposta adeguata e definitiva, stabilendo quale delle due letture sia quella più a norma di legge.
Autore: Alessio Biondino
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