“Pensate solo a fare i TikTok!” e schiaffo in volto all’infermiere

Dario Tobruk 01/06/22
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Ennesimo atto di aggressione nel napoletano, dove ormai è appurato, l’aggressione agli infermieri e agli operatori sanitari è tra gli sport preferiti degli utenti della zona. 

“Pensate solo a fare i TikTok!” e schiaffo in volto all’infermiere

Stai qui senza fare un cazzo… pensate solo a fare i TikTok su Internet!” e schiaffo in pieno volto all’operatore di 118. Dopo la nostra denuncia (vedi) non si fermano gli episodi di violenza ai danni degli infermieri e gli altri sanitari di pronto soccorso nella provincia napoletana. Come riportato da Fanpage.it, tra le testate nazionali più sensibili al tema, un soccorritore riportato genericamente come “infermiere” è stato aggredito nei pressi del Pronto Soccorso del San Paolo di Napoli durante un intervento.

A riportare il fatto è l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate che ricostruisce la vicenda avvenuta ieri sera: l’operatore, probabilmente un infermiere, dopo aver terminato un trasporto di un paziente anziano in edema polmonare con l’ambulanza di un servizio esterno all’ospedale, è stato avvicinato da alcune persone coinvolte in un incidente stradale mentre stava risalendo nel mezzo: “Muoviti, che ci fai fermo lì? Prendi la barella, stai qui senza fare un cazzo”, gli avrebbero urlato.

L’infermiere nel tentativo di calmare gli utenti ha cercato di spiegare che non lavorava in quell’ospedale e che doveva tornare sul mezzo di soccorso, ed è lì che la situazione è esplosa: “Pensate solo a fare i TikTok su Internet!” e schiaffone in pieno volto all’infermiere.

L’operatore è riuscito a sfuggire all’aggressione, salire in ambulanza e mettersi al sicuro.  “Gente del genere è rimasta all’Età della Pietra, quando l’unico modo per comunicare era una clava” – afferma il presidente presidente di Nessuno Tocchi Ippocrate e medico del 118 Manuel Ruggiero, “chiediamo, ancora una volta, sicurezza nei Pronto Soccorso e condizioni che ci permettano svolgere con tranquillità questo delicatissimo lavoro“.


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Perché in certi territori bisogna educare gli utenti e non gli infermieri

Come avevamo già previsto e denunciato anche in questo articolo, il problema in quel particolare territorio, così come in tanti altri, non può essere risolto con le tecniche di de-escalation, proposte dall’Opi di Caserta per tamponare la grave situazione presente anche in questa provincia, ma educando gli utenti e il territorio al rispetto dei servizi di cura che proprio per queste persone, è sempre gratuito e disponibile.

O nei peggiori dei casi, inasprendo le pene o aumentando la sicurezza nei presidi. Non vorremmo mai trovarci a scrivere del caso in cui l’aggressione si sia trasformata in omicidio, non vorremmo mai trovarci a di fronte ad un episodio simile!

Non possiamo che augurarci che l’inerzia e l’indolenza delle politiche sanitarie non si macchino di questo grave errore ma la strada sembra purtroppo segnata e noi non smetteremo di denunciarla.

Autore: Dario Tobruk 

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