Per chi avranno votato gli infermieri italiani?

Redazione 05/03/18
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I pentastellati che superano il 30%, il centrodestra coalizzato viaggia attorno al 36%. Crolla il Pd con il 20%. Non ci sono ipotesi di maggioranza. Possibile la dimissione di Renzi.

Siamo giunti al fatidico 5 Marzo, giorno successivo al voto di prossime politiche nazionali. Escludendo le forze più estreme e meno rappresentative per il popolo italiano e per gli infermieri, la scelta è ricaduta principalmente su tre entità: un partito, un movimento e una coalizione. Gli infermieri italiani, è noto, sono la categoria sanitaria più rappresentativa tra i sanitari, ben 440.000 professionisti iscritti. Qualcosa vorrà pur dire.

Possiamo ben supporre che le scelte politiche di questi ultimi anni, le aspettative, le attese e le promesse avranno in qualche modo influenzato il voto di questa enorme popolazione di elettori. Quanto influisce il nostro “saper essere” professionista nelle scelte di voto? Siamo prima infermieri o cittadini, magari entrambi?

Le scelte vengono influenzate da decine di fattori, è chiaro, ma crediamo che le rivendicazioni della classe infermieristica verteranno verso le migliori opzioni in campo e gli eventi ad essi collegati.

Quali sono queste opzioni?

PD e alleati

Il Pd in quanto partito di Governo negli ultimi anni ha notevolmente influenzato il vissuto degli infermieri, nel bene e nel male, sono stati anni ricchi di avvenimenti. Un eventuale scelta di questa forza politica viene influenzata da almeno quattro fattori:

  • La presenza inedita tra i senatori del PD dell’ex-presidente Ipasvi Annalisa Silvestro, inizialmente rivendicata da tutti gli infermieri come baluardo della professione alla fine osteggiata per non aver fatto la “differenza” che molti si aspettavano facesse.
  • La recente Legge Gelli, ancora misteriosi gli effetti sulla vita dei sanitari. L’intento del legislatore era quello di mitigare gli effetti dei contenziosi tra sanitari e cittadini verso un campo neutro col fine di offrire serenità al professionista e la sicurezza di prestazioni fondate su evidenze e linee guida.
  • l’istituzione del Neo-Ordine atteso da diversi anni.
  • Il rinnovo contrattuale insoddisfacente e lo sciopero indetto dai sindacati di categoria.

Coalizione di Centro-Destra

Se Salvini e Meloni glissano la situazione infermieristica per lo più, il padano riconvertito italiano sembra appoggiare la causa delle forze dell’ordine e noi non potremmo che esserne contenti.

Ma se gli alleati ignorano gli infermieri è il sempiterno Silvio Berlusconi che ha fatto parlare di sé quando dimesso dal “San Raffaele” di Milano dopo un complicato intervento al cuore e un’assistenza impeccabile si sorprese di quanto guadagnasse un’infermiera. A riferirlo fu il medico personale Alberto Zangrillo, che pochi minuti dopo le sue dimissioni dal San Raffaele rilasciò ai cronisti le seguenti impressioni: “in un paio di mesi tornerà in piena efficienza. Quello che mi ha colpito è il suo stupore quando le infermiere gli hanno detto a quanto ammontasse il loro stipendio: ha capito che questo mestiere è economicamente sottovalutato”.

Da quel momento, l’ex-premier, continua a promettere aumenti vortiginosi di stipendi per medici e infermieri. “Scelta dei migliori manager, più sinergia pubblico-privato, piano di riqualificazione per medici e infermieri e revisione del sistema di accesso all’università”. Questo il piano di Silvio Berlusconi per la sanità italiana.

Qualcuno avrà creduto alle sue parole?

Movimento Cinque Stelle

Di Maio vuole bloccare i continui tagli alla sanità fatti dal Governo: “se non li fermiamo la spesa sanitaria scenderà sotto il 6,5% del Pil” a favore di un aumento della spesa e della sanità privata in generale.

Sembra suggerire un potenziamento della sanità pubblica: “Per questo bisogna rifinanziare la Sanità secondo i bisogni dettati dall’invecchiamento della popolazione e investire più risorse nella prevenzione. Le risorse ci sono.”. Sblocco del turn-over e recupero dei fondi economici a favore del lavoro sanitario: “L’aumento dei fondi permetterà di attuare anche un piano da 10.000 assunzioni di personale medico e infermieristico, che in questi anni è stato umiliato dal blocco del turn-over e dall’esplosione delle ore di straordinario. Un medico o un infermiere stressati lavorano peggio e rischiano di cadere più facilmente nella sindrome da burn-out, la qualità del servizio sanitario peggiora, si allungano le liste d’attesa e i pazienti sono spinti verso il settore privato, con effetti deleteri sulle spese che le famiglie devono affrontare e anche sull’equità del sistema.”

Le carte in tavola

Abbiamo accolto in diversi modi la campagna elettorale e votato in altrettanti modi diversi. Ci saremo fatti sentire, ci chiediamo tutti?  Le scelte degli infermieri saranno state univoche al punto tale di aver manifestato un dissenso che sia monito per le forze politiche che hanno o potrebbero vincere?

E voi chi avete votato?

Gli ultimi 20 anni di storia infermieristica:

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

 

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