Robot Infermieri: chi ruberà il lavoro agli infermieri?

Dario Tobruk 14/01/21
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È ormai inevitabile, la disoccupazione tecnologica renderà obsoleta il 50% della popolazione attiva (EDGE, 2018). Ma che cosa dicono gli esperti sulla professione infermieristica? I robot infermieri potrebbero sostituirci in futuro?

Qualche anno ancora e la cosiddetta quarta rivoluzione industriale spazzerà milioni di posti di lavoro. Sono diversi anni ormai che esperti e giornalisti documentano le conseguenze di una continua automazione del mondo del lavoro: conseguenze che alcuni dipingono come idilliache, altri come apocalittiche.

Programmi, automazione, intelligenza artificiale e stampanti 3d, sono solo alcuni degli amici-nemici che sostituiranno l’intelletto, la creatività e la forza fisica dell’uomo. In poche parole, i responsabili della disoccupazione tecnologica.

Vi viene il dubbio che sia tutta un’esagerazione? Fino a qualche decina di anni fa una qualunque multinazionale (ad esempio un produttore di automobili) riusciva a dare lavoro a milioni di lavoratori producendo per sé pochi miliardi di dollari di utili. Ad oggi invece, una delle aziende più redditizie e famose come Facebook fa ben 70 miliardi di dollari all’anno impiegando soltanto 50.000 dipendenti. Questo perché l’industria digitale è basata sulla crescita del capitale, e non dell’occupazione.

Dunque, il futuro va verso una società in cui si lavorerà meno e si faranno solo lavori interessanti e poco faticosi, oppure, verso un futuro distopico in cui l’unica cosa certa è una diffusa mancanza di lavoro e povertà?

Sanità digitale: chi ruberà il lavoro agli infermieri? I robot infermieri!

Non ne siamo ancora certi. Lo studio più famoso e approfondito sull’argomentoThe future of employment how susceptible are jobs to computerisation” di Frey e Osborne, due ricercatori dell’Università di Oxford, pone in una lista di 700 lavori, in ordine crescente per probabilità di essere sostituiti dalle macchine, l’infermiere al 50° posto, con una probabilità inferiore all’1% di essere sostituito dalla tecnologia. Ma come esserne sicuri? Possiamo fare solo delle supposizioni partendo dai dati in possesso e provare a fare deduzioni logiche.

Infermiere umano vs robot infermieri

Perché preferire infermieri-robot a quelli umani. Non mentiamoci, qualsiasi datore di lavoro (che sia un privato o lo Stato) a parità d’efficienza e produttività, nel raggiungimento dei risultati richiesti tra un infermiere in carne e ossa e un ipotetico e perfetto automa-infermiere sceglierà quello che gli costerà meno e che gli darà meno problemi: malattie, gravidanze, sindacati, ferie, in genere non fanno protendere verso gli infermieri.

Da una nostra recente analisi, i robot ad oggi, nelle migliori delle ipotesi, possono al massimo fare da supporto all’attività infermieristica. I video proposti qui in fondo, sono prototipi di assistenti pensati per l’ambiente ospedaliero e il più avveniristico robot attualmente progettabile non potrà che promettere semplici robot che sollevino pazienti o che aiutino i pazienti in semplici attività domestico-alberghiere o nella sorveglianza dei pazienti in grandi strutture.

Altri strumenti come il futuristico supercomputer Watson sono pensati invece per sostituire o coadiuvare, eventualmente, i medici durante la fase di diagnosi, quindi anche questa attività ci è estranea.

Robot che potrebbero lavorare in reparto

Robot che aiutano gli anziani al domicilio

Conclusione: l’infermiere rimane dov’è.

L’infermiere deve gestire migliaia di input diversi e risolvere molteplici problemi contemporaneamente, farlo velocemente e bene, possibilmente con umanità. Inoltre, indispensabile per il paziente, ma difficile da attuare per qualsiasi intelligenza artificiale è la gestione dell’emotività: l’ansia che precede un intervento chirurgico non potrà mai essere gestita da un robot, per quanto lo stesso automa sia in grado di riconoscere la mimica umana e rispondere con un messaggio appropriato non sarà mai capace di rispondere ad un bisogno essenziale come il rapporto umano per il fatto stesso che il robot-infermiere, umano non lo è e quello che chiede il paziente, spesso non è un’informazione ma empatia.

Occhio clinico, creatività, empatia, previdenza, manualità non sono ad oggi sostituibili da un robot infermiere, per quanto sofisticato. Quindi la nostra conclusione rimane che non c’è niente da temere, l’infermiere in quanto responsabile dell’assistenza  infermieristica avrà vita lunga ancora e non potrà essere deposto dal suo ruolo. Credo invece, che automazione e intelligenza artificiale ci aiuteranno nel nostro lavoro, facciamo degli esempi:

Possiamo supporre che per l’infermiere l’introduzione di robot nei reparti potrebbe e dovrebbe essere visto come un vantaggio. Piuttosto è prevedibile nella figura del personale di supporto una riduzione della sua presenza in quanto ad oggi tali mansioni sono per lo più affidate a loro. Gli infermieri sono quindi salvi, almeno per i prossimi decenni, nessuno li potrà deporre dal reparto, costretti a turni su turni, a salti di riposo e ferie negate, pasti frugali e insonnia cronica… aspettate, ma non era una buona notizia?! ;).

Autore: Dario Tobruk (FacebookTwitter)

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Foto di StockSnap da Pixabay

Dario Tobruk

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