L’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVMD) è un’articolazione di natura multi-professionale che, in collaborazione con il medico di medicina generale o il pediatra, riceve e valuta le richieste assistenziali sul territorio. Cosa è, come funziona e a cosa serve l’Unità di Valutazione Multidimensionale?
Cos’è l’Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVMD)
L’UVMD, l’acronimo della generale Unità di Valutazione Multidisciplinare, è un équipe formata generalmente da un medico specialista, un assistente sociale e un infermiere esperto del territorio, come può esserlo un infermiere di famiglia e di comunità o un infermiere ADI.
Questo gruppo di professionisti, sottopone il paziente che necessita di un ausilio su più piani (clinico, sociale o socio-economico) ad una valutazione della consistenza del bisogno, attivando eventualmente le risorse disponibili per garantire la continuità assistenziale territoriale.
L’Unità di Valutazione Multidisciplinare è quindi, la porta di accesso ai servizi socio-assistenziali del distretto territoriale ovvero il Servizio di Cure Domiciliari: e nello specifico richiedere l’intervento di determinati professionisti, come infermieri, fisioterapisti, logopedisti, ma anche psicologi, medici specialisti e altre professionalità che l’azienda mette a disposizione dei bisogni domiciliari e comunitari dei pazienti.
Formato da un gruppo di professionisti, effettua una valutazione multidimensionale, prendendo in considerazioni diverse dimensioni della vita del paziente, restituendo una corretta identificazione degli interventi più appropriati.
Lo scopo principale di questa équipe è quello di raggiungere una corretta valutazione del paziente al fine di attivare l’assistenza domiciliare integrata (ADI) per mezzo di profili con cui usufruire gratuitamente dell’assistenza nel proprio domicilio.
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Come funziona l’UVMD?
Ogni regione può presentare termini diversi per indicare lo stesso servizio (UVM, UVMD, UVD, EVM ecc…) ma nel concreto il servizio di valutazione è sempre simile tra i diversi territori.
Inoltre, ogni realtà provinciale ha persino peculiari disposizioni su come deve svolgersi la valutazione multidimensionale ma, in generale, l’UVMD una volta ricevuta una domanda di assistenza domiciliare da un medico di medicina generale, o da altri operatori se autorizzati dalla regione o dalla provincia, raggiunge il domicilio del paziente, verifica che il paziente abbia le condizioni idonee ad aver diritto ad assistenza domiciliare, lo valuta attraverso numerose scale e strumenti come la Scala Braden, Scala MUST e la Scala Barthel, elabora un progetto assistenziale idoneo ai bisogni del paziente, lo propone al soggetto delle cure e alle sue famiglie e si allinea con l’erogatore del servizio (che può essere l’azienda sanitaria stessa o un ente convenzionato come una cooperativa).
Inoltre collabora alla definizione o alla redazione stessa del Piano di Assistenza Individuale (PAI) e una volta completato lo condivide con il paziente, la sua famiglia e in caso sia previsto l’infermiere ADI preposto ad erogare l’assistenza.
In alcune regioni, è previsto che per ogni caso deve essere individuato un case manager, scelto in base alla prevalenza del bisogno (clinico, sociale o infermieristico) che si assumi la piena responsabilità della presa in carico del paziente e della compilazione del piano assistenziale individuale.
In sintesi, l’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVMD) si configura come l’elemento cardine del sistema assistenziale territoriale, attraverso cui ogni servizio predisposto può e deve partire.
L’UVMD è essenziale per la gestione della non autosufficienza e della cronicità. Attraverso il suo approccio multi-professionale e la valutazione olistica (clinica, sociale ed economica) del paziente, essa garantisce l’accesso appropriato e mirato all’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) e ad altri servizi di supporto.
L’UVMD, pertanto, non si limita a erogare un servizio, ma funge da garante della continuità assistenziale, al fine anche di dirimere le (sempre scarse) risorse umane, organizzative ed economiche.
La sua funzione è cruciale per la qualità della vita dei soggetti fragili e per l’efficacia del sistema di cura a domicilio, ponendosi come anello di congiunzione fondamentale tra le esigenze del paziente, le risorse sanitarie e il ruolo insostituibile del caregiver familiare.
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