Calze elastiche: cosa sono, come indossarle e quando usarle

Tutto quello che devi sapere sulle calze elastiche per usarle in piena sicurezza

Dario Tobruk 24/04/23
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Nonostante possano sembrare dei semplici capi d’abbigliamento, le calze elastiche sono dei veri e propri dispositivi medici e un uso scorretto può comportare complicazioni anche gravi.

I pazienti continuano a chiederci a cosa servono, come indossarle, che tipo di calza usare e quando farlo, ma persino molti sanitari hanno ancora molte perplessità a riguardo. In questo articolo proviamo a rispondere una volta per tutte a queste domande, a non avere più nessun dubbio e a poterle fare indossare in piena sicurezza.

Indice

Cosa sono le calze elastiche e a cosa servono?

Le calze elastiche sono dei dispositivi medici utilizzati in tutte quelle situazioni in cui gli arti inferiori manifestano problematiche di aumentate pressioni venose, ristagno, presenza di vene varicose e persino ulcere cutanee.

Tutte queste manifestazioni sono causate da una situazione clinica chiamata malattia venosa cronica (che comprende l’insufficienza venosa cronica). Le calze elastiche anche se non sono prescritte come cura elettiva per l’insufficienza venosa, ne rallentano il peggioramento e spesso risolvono tutti i sintomi ad essa associati come pesantezza delle gambe, dolore e gonfiore (edema).

Non sono dei semplici capi d’abbigliamento ma dei veri e propri dispositivi medici. Pertanto, prima di utilizzarle sarebbe meglio parlarne prima con il proprio medico, e nei casi delle calze elastiche a compressione graduata andrebbero addirittura prescritti da un medico specialista (chirurgo vascolare, ortopedico, flebologo, ecc…) dopo un’attenta valutazione del paziente.

Come dice il nome stesso del dispositivo, la calza impone una compressione graduata sull’arto inferiore, dalla massima pressione a livello della caviglia, per diminuire gradualmente fino a livello del ginocchio, o della gamba, in base alla lunghezza della calza (esistono più tipologie di calza, sia per livello di pressione che per estensione sull’arto).

Lo scopo della compressione graduata delle calze elastiche è quella di favorire il ritorno venoso dalle periferie dell’arto al centro della circolazione, il cuore.

Livelli di compressione delle calze elastiche ed effetto sul sistema venoso
Livelli di compressione delle calze elastiche ed effetto sul sistema venoso- Copyright Servier Medical Art – CC BY 3.0 / Canva.com versione Pro

Quanti tipi di calze elastiche ci sono?

Esistono tre tipi di calze elastiche: da quelle disponibili al libero acquisto a quelle per cui è necessaria la prescrizione di uno specialista. Facciamo una rassegna di tutti i tipi di calze elastiche disponibili per ogni situazione.

Calze elastiche preventive
Chiamate anche “calze da riposo“. Sono calze con una forza elastica sufficientemente blanda da non comportare eccessivi rischi, e sono quindi liberamente acquistabili da chiunque.

Sono spesso consigliate e utilizzate in tutti quei casi in cui è necessario prevenire una disfunzione circolatoria in molte persone soggette all’insufficienza venosa: un lavoro che costringe a passare molto tempo in piedi (come gli infermieri o le hostess), o in cui si assume per lungo tempo la stessa posizione (ad esempio i camionisti).

Possono essere liberamente acquistate con forze compressive al di sotto dei 16 mmHg, che corrisponde all’incirca ad un 140 denari (dan), livelli inferiori di dan corrispondono a pressioni inferiori. Livelli superiori di compressione, come già segnalato, andrebbero applicati soltanto dopo aver consultato il proprio medico.

Vanno indossate appena svegli e rimosse prima di andare a dormire.

Calze anti-trombotiche
Vengono prescritte ed utilizzate per pazienti costretti a letto per più giorni consecutivi (al proprio domicilio o in ospedale) in seguito ad un intervento chirurgico.

In genere è associata ad una terapia a base di eparina sottocutanea (in questo articolo spieghiamo come eseguirle), e che vanno applicate, diversamente dalle altre tipologie di calze, mentre si è a letto, e andranno tolte una volta terminato il periodo di riposo terapeutico.

Pensata per i pazienti allettati, che devono tollerare la compressione mentre sono a riposo, la calza anti-trombo ha di solito un livello di compressione massimo intorno ai 18 mmHg per decrescere fino alla coscia.

Calze elastiche a compressione graduata
Queste calze sono dei veri e propri dispositivi medico-terapeutici: superano i 20 mmHg di compressione e in quanto tale andrebbero prescritti da uno specialista dopo attenta valutazione.

Esame che consiste in una valutazione clinica, spesso accompagnata da un ecodoppler degli arti inferiori sia arterioso che venoso (è necessario escludere occlusioni del circolo arterioso per evitare complicazioni).

In seguito a questo esame, e in base alla compromissione del sistema venoso, il medico specialista prescriverà una calza con un livello di compressione specifico, diviso per classe:

  • Classe di compressione I: massima compressione (100%) da 15 fino a 21 mmHg; vengono prescritte nelle prime fasi della malattia venosa cronica in cui si manifestano spesso (ma non sempre) sintomi come dolore e pesantezza. L’applicazione del dispositivo fornisce di solito un beneficio rapido, soprattutto durante la gravidanza dove spesso sono presenti anche piccole vene varicose.
  • Classe di compressione II: massima compressione (100%) da 23 fino a 32 mmHg; utilizzate per la gestione delle vene varicose, edema non grave, in caso di trombosi venosa profonda e nella sindroma post-flebitica, nell’insufficienza venosa cronica lieve, nella prevenzione delle recidive o co-adiuvanti la cura di ulcere venose.
  • Classe di compressione III: massima compressione (100%) da 33 fino a 46 mmHg; in caso di edema e gonfiore diffuso, grandi vene varicose e insufficienza venosa cronica moderata.
  • Classe di compressione IV: massima compressione (100%) superiore a 46-49 mmHg; applicata nei casi di grave insufficienza venosa
calza elastica a compressione graduata con punta aperta
Calza elastica a compressione graduata con punta aperta

Come si applicano le calze elastiche a compressione graduata?

Posizionare le calze a compressione graduata richiede molta manualità. Per l’elevato livello di resistenza elastica, molti pazienti trovano difficile indossarle.

In molti casi è bene che l’infermiere esegui un breve addestramento al paziente, soprattutto se questi dovrà mantenere la calza per lunghi periodi, oltre a dargli tutta una serie di consigli utili come:

  • lavare le calze appena acquistate per ridurne la rigidità e renderle più facili da indossare;
  • indossare le calze al mattino presto in quanto le gambe sono meno gonfie a causa della posizione supina. Se non indossate subito, è meglio posizionare le gambe in scarico (alzare le gambe su un piano più alto della seduta) per almeno 20-30 minuti;
  • per semplificare l’applicazione delle calze elastiche in commercio sono disponibili dei guanti di gomma specifici , delle creme adatte e degli infila-calze in seta leggera per far ridurre l’attrito con la cute e far scorrere le calze sulle gambe con più facilità. Invitare la persona a chiedere queste soluzioni alla farmacia di fiducia, renderanno più semplice il posizionamento in autonomia;
  • le calze vanno lavate frequentemente. Quindi è necessario acquistarne almeno due paia. È sufficiente usare acqua fredda e poco detersivo e lavarle a mano;

Per addestrare il paziente a posizionare le calze elastiche si deve usare la seguente procedura:

  • togliersi anelli e monili per evitare di ferirsi durante la procedura;
  • lavarsi le mani per evitare la contaminazione di microrganismi;
  • addestrare all’uso di eventuali soluzioni come creme idratanti adatte alle calze, guanti di gomma o infila-calze se disponibili;
  • inserire la mano all’interno della calza e rovesciare la calza fino alle cuciture del tallone;
  • inserire il piede facendo combaciare perfettamente le cuciture del tallone al tallone stesso;
  • scorrere verso l’alto la calza cercando di accompagnare il tessuto stirandolo in modo omogeneo:
    • in caso di gambaletto, lasciare le cuciture all’altezza di due dita sotto la piega del ginocchio;
  • eliminare eventuali pieghe nella calza: alle volte basta pizzicare la plica verso l’alto (attenzione al rischio di ferite cutanee) e rilasciarla per distribuirla sul piano della cute, altrimenti stirare il surplus di tessuto su zone in cui la calza è più in tensione distribuendo la superficie della stessa;
  • se utilizzato, sfilare l’infila-calze;
  • valutare dopo qualche minuto il sensorio del piede, eventuale pallore delle dita (se la calza è aperta sulle dita), o sintomi di fastidio intollerabile:
    • in caso di dolore incoercibile: rimuovere e ripetere l’operazione dopo aver lasciato l’arto in scarico per almeno 30 minuti, se persiste dolore avvisare il medico sull’intolleranza del paziente per valutarne le cause o le eventuali alternative;
  • lavarsi ancora le mani e monitorare l’arto per i 30 minuti successivi.


Per togliersi le calze elastocompressive la procedura è molto più semplice:

  • togliersi anelli e monili per evitare di ferirsi durante la procedura;
  • lavarsi le mani per evitare la contaminazione di microrganismi;
  • infilare due dita all’estremità superiore destra e sinistra della calza e trascinarla verso il basso con movimento sinusoide (come lo strisciare di un serpente);
  • giunti al tallone, allargare ulteriormente la calza e sfilarla gradualmente senza graffiarsi;
  • controllare tutto l’arto e verificare che non ci siano ferite, arrossamenti o qualsiasi altro segno patologico; in caso segnalare al proprio infermiere di fiducia o al proprio medico;
  • per idratare la cute, dopo molte ore in cui la pelle è stata confinata all’interno del dispositivo, è consigliato l’uso di creme idratanti;
  • lavarsi le mani.

Quando sono consigliate le calze elastiche e quanto tenerle?

L’uso delle calze “riposanti”, anche se possono essere acquistate liberamente senza ricetta medica andrebbero confermate dal proprio medico.

Nel caso delle calze elastiche a compressione graduata invece, dovrebbero essere prescritte da uno specialista in quanto esistono diverse controindicazioni importanti da considerare prima di indossarle. Chiarito questo punto, alcune delle patologie a carico degli arti inferiori che beneficiano dell’uso di questi dispositivi sono:

  • Insufficienza venosa cronica: la compressione delle calze aiuta il sangue venoso a ritornare al cuore.
  • Storia di trombosi venosa profonda: prevengono la formazione di trombi.
  • Vene varicose: rallentano l’aggravarsi delle dilatazioni delle vene superficiali.
  • Linfedema: una condizione patologica in cui il sistema linfatico delle gambe non riesce a ridurre il volume di liquidi nei tessuti extracellulari con gonfiore ed edema delle gambe.
  • Ulcere venose: ferite cutanee dovute a problemi circolatori che beneficiano dell’uso della terapia compressiva.

Ma quindi quante ore si possono tenere le calze a compressione graduata? Solo le calze anti-trombo vanno indossate a letto, 24 ore su 24, e tolte quando indicato dal medico, spesso quando si può tornare a camminare.

Le calze preventive e quelle a compressione graduata vanno indossate al mattino e rimosse prima di andare a dormire, in quanto nelle ore notturne l’effetto compressivo è ridotto. Per questo motivo l’uso durante la notte non è indicato o sconsigliato.

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Quando non usare le calze elastiche?

Le calze elastiche, soprattutto nel caso di pressioni maggiori di 15 mmHg, andrebbero indossate soltanto dopo una valutazione medica. I casi in cui è sconsigliato mettere le calze elastiche o addirittura è controindicato sono molteplici, tra le tante:

  • Diabete, a causa delle compromissioni del microcircolo causate dalla malattia diabetica anche livelli bassi andrebbero valutati dal proprio medico prima.
  • Patologie cardiovascolari e arteriose come arteropatia obliterante, storie di ischemie come infarto o ictus, scompenso cardiaco senza una valutazione ecocardiografica e molte altre.
  • Dermatiti acute, infezioni cutanee di qualsiasi genere, ulcere cutanee estese e non gestite da personale esperto come un infermiere specializzato in wound care.
  • Allergie note ad almeno uno dei materiali usati per confezionare le calze contenitive, come il lattice (esistono alternative in commercio). In fase di acquisto bisogna segnalare le proprie allergie all’addetto per evitare di trascurare il problema.

Queste qui sopra elencate sono solo alcune delle situazioni in cui l’uso delle calze è sconsigliato o controindicato, in altri casi, come abbiamo più volte ripetuto, è sufficiente parlarne con il proprio medico prima di indossarle.

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook Instagram)

Fonti e approfondimenti:

  • Uptodate (2022). Tips for using compression stockings. Uptodate.com
  • J. D. Douketis (2022). Insufficienza venosa cronica e sindrome postflebitica. Msdmanuals.com
  • J. D. Douketis (2022). Farmaci per la trombosi venosa profonda. Msdmanuals.com
  • J. D. Douketis (2022). Prevenzione della trombosi venosa profonda. Msdmanuals.com