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Piede diabetico: a cosa è dovuto?
Tra le conquiste alimentari e gli eccessi della sovralimentazione, si fanno spazio gli effetti collaterali del benessere: la cattiva alimentazione e la sedentarietà tipiche delle moderne civiltà occidentali vengono pagate ad un prezzo altissimo.
Annettendo a questi fattori un aumento della durata media di vita, e quindi un maggiore invecchiamento delle popolazioni, si è maggiormente sottoposti a questi fattori di rischio.
L’invecchiamento in sé inoltre induce un abbassamento di risposta organica agli stati patologici ed ai fisiologici meccanismi di compensazione e riparazione tissutale. In Italia, le statistiche parlano di milioni di diabetici diagnosticati ogni anno e di centinaia di migliaia di persone che ignorano di averlo.
I sintomi del diabete spesso sono paucisintomatici (quando la malattia non produce sintomi di rilievo, al punto da passare del tutto inosservata) ed è molto difficile diagnosticare in tempo utile questa malattia, lasciando che gli effetti patologici degli elevati valori della glicemia rimangano indisturbati nel distruggere i tessuti vascolari e neuronali.
Quali sono le cause del piede diabetico?
- ictus, infarti miocardici e angina, insufficienza renale e ulcere agli arti inferiori (piede diabetico);
- retinopatia, nefropatia diabetica e neuropatie somatiche e autonomiche.
Le micro-alterazioni tissutali dovute all’iperglicemia sono causate da fenomeni di glicazione e stress ossidativo a carico dei nervi (la mielina che ricopre l’assone), e delle arterie in cui s’ispessisce la membrana basale e s’irrigidisce l’arteria fino a calcificarla. La glicazione è dovuta a ponti chimici che alterano le proteine coinvolte fino a che la molecola assume la nuova forma disfunzionale, si osserva anche un rallentamento del ricambio cellulare. Tutto questo comporta quindi un danno irreversibile del sistema vascolare e neuronale che si ripercuote su tutto l’organismo.
Il danno vascolare nel paziente diabetico
L’angiopatia diabetica, il termine con cui si identifica il danno vascolare nel diabetico, è la conclusione di un ispessimento della membrana basale dei capillari del microcircolo in seguito allo stress iperglicemico.
A differenza di quanto intuitivamente si possa pensare, il problema non è la stenosi del lume bensì la diminuita capacità di migrazione leucocitaria e di risposta iperemica in caso di traumi, favorendo l’insorgenza di infezioni. Ovviamente nel contesto chiamato “compromissione biologica del piede diabetico” il flusso sanguigno capillare è oltremodo ridotto con maldistribuzione e ischemia ed è, perciò, più fragile alle complicazioni.
Quali sono i sintomi del piede diabetico?
- sensitivo
- motorio
- autonomico
Sensitivo
Motorio
Autonomico
La valutazione del paziente con ulcere croniche
Quando, nelle corsie dei reparti, o dai lettini degli ambulatori, oppure durante gli eventi formativi o in occasione degli stage/ tirocini dei corsi di laurea e master universitari, si pone la fatidica domanda: “Cosa serve per ottenere la guarigione di un’ulcera cronica?”, comunemente la risposta è un lungo elenco di medicazioni, dispositivi e tecnologie tra i più disparati. Oggi più che mai è invece necessario (ri)orientare l’assistenza limitata e limitante generata da questa prospettiva che non riesce ad andare oltre al “buco che c’è nella pelle”, restituendo centralità alla persona con lesioni cutanee; occorre riaffermare che il processo di cura deve essere basato su conoscenze approfondite, svincolate da interessi commerciali, fondate su principi di appropriatezza, equità, sostenibilità e in linea con il rigore metodologico dell’Evidence Based Nursing/Medicine che fatica ad affermarsi. Questo testo, pensato e scritto da infermieri con pluriennale esperienza e una formazione specifica nel settore del wound management, propone nozioni teoriche e strumenti pratici per capire quale ulcera e in quale paziente abbiamo di fronte, e de- finire quali obiettivi e quali esiti dobbiamo valutare e devono guidare i nostri interventi. Nello specifico, la prima sezione del volume affronta alcune tematiche propedeutiche alla valutazione delle ulcere croniche, offrendo al lettore una discussione approfondita sui meccanismi della riparazione tessutale normale e quelli attraverso cui un’ulcera diventa cronica; segue una panoramica di questa tipologia di lesioni cutanee. La seconda sezione entra nel dettaglio delle varie fasi in cui si articola il percorso strutturato della valutazione con cui realizzare la raccolta di informazioni e dati sulla base dei quali formulare un giudizio clinico e guidare, in maniera consapevo- le e finalizzata, gli interventi di trattamento delle ulcere croni- che, come è richiesto ai professionisti della salute di oggi.Claudia Caula, infermiera esperta in wound care. Direzione delle Professioni Sanitarie. AUSL Modena.Alberto Apostoli, podologo; infermiere esperto in wound care; specialista in assistenza in area geriatrica; specialista in ricerca clinica in ambito sanitario. Azienda ASST Spedali Civili di Brescia.Angela Libardi, infermiera specializzata in wound care. ASST Sette Laghi – Varese.Emilia Lo Palo, infermiera specializzata in wound care. Ambulatorio Infermieristico Prevenzione e Trattamento Lesioni Cutanee; Direzione delle Professioni Sanitarie. Azienda ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Claudia Caula – Alberto Apostoli – Angela Libardi | 2018 Maggioli Editore
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Come si presenta il piede diabetico?
Il piede diabetico, oltre alle numerose complicazioni a cui va incontro, spesso è luogo di formazione delle ulcere del piede diabetico, la cui natura può essere neuropatica o angiopatica, o ancora mista.
Classificazione del piede diabetico secondo “Texas” 201
- dal più favorevole 0A,
- al più pericoloso 3D.
Autore: Dario Tobruk
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Piano di Assistenza Infermieristica a Paziente con Diabete Mellito con Diagnosi Infermieristiche
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