Mangiacavalli: “Libera professione? Per gli infermieri non deve essere più una seconda scelta”

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Libera professione? Oramai non deve essere più una seconda scelta per gli infermieri. Lo ha dichiarato la presidente della Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, Barbara Mangiacavalli, commentando ad AdnKronos i risultati della piattaforma online “Infermieri per voi”.


«Quattro anni fa – spiega la presidente – la Fnopi ha scelto di assegnare una delega politica specifica per lo sviluppo della libera professione, riconoscendo la stessa come un asset strategico di valorizzazione e sviluppo della professione stessa. La libera professione è stata sempre vissuta da molti colleghi come una ‘seconda scelta’ rispetto all’ingresso nel mondo del lavoro nella sanità pubblica, a cui è stato però difficile accedere negli ultimi 10 anni».


«La delega politica al consigliere Luigi Pais dei Mori, che è lui stesso un libero professionista – ha continuato Mangiacavalli – è un tassello importante per rilanciare la riflessione sulla libera professione ed è nata con l’idea di promuovere e dare visibilità all’infermiere che sceglie convintamente questa strada, sviluppando tematiche di cultura imprenditoriale, ma anche creando connessioni tra i professionisti e sviluppando strumenti.


L’idea è quindi quella di partire comunque da una nuova visione, attivando non solo rapporti istituzionali, ma cambiando – a partire dalla formazione di base – l’atteggiamento dei futuri infermieri che devono considerare la libera professione come una possibile strada anche all’inizio della carriera infermieristica».


Cara presidente, sappiamo bene che provare a vedere il bicchiere mezzo pieno sia una parte integrante del suo ruolo istituzionale, ma… Pensa davvero che nel desolante panorama attuale offerto dal nostro SSN, fatto di carenze fuori controllo sottovalutate dalla politica (VEDI), di stipendi da fame, di vincoli di esclusività ripristinati, di promesse mai mantenute, di dirigenze sorde, di professionisti costretti a fungere da necrofori e da inservienti, di invasioni dal terzo mondo (con inevitabile livellamento del mercato verso il basso) e di un’insoddisfazione generale galoppante, sia così facile convincere gli infermieri che quella della libera professione debba rappresentare una “scelta convinta” e non un’ultima spiaggia dettata dalla disperazione?

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Alessio Biondino

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