Sistema di conduzione del cuore riassunto: il sistema elettrico cardiaco

Dario Tobruk 13/03/19
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Del cuore ne abbiamo viste tante! Abbiamo visto come si posiziona il cuore nel torace, poi abbiamo preso il nostro organo per scrutarlo sia fuori (faccia sternocostale e diaframmatica) che dentro: atri e ventricoli e tutta la sua configurazione interna. L’ultima volta, poi, abbiamo studiato il sistema “idraulico” del cuore, ovvero le arterie coronarie

Oggi per continuare questa meravigliosa avventura, vogliamo condividere con voi il sistema di conduzione del cuore riassunto e tentare di rendere semplici, i pochi concetti chiave da portare a casa.

Il sistema di conduzione del cuore riassunto in maniera semplice

Il cuore è un muscolo e la sua attività, differentemente da altri muscoli, è quasi del tutto involontaria. La sua attività contrattile,invece, è autonoma. Presenta una proprietà specifica chiamata automatismo ed è tipico del muscolo cardiaco. Difatti, un cuore espiantato, in particolari condizioni, continuerà a contrarsi!

Questo grazie ad un sistema di cellule specializzate chiamate cellule di conduzione, distinte in due sottospecie:

  • cellule nodali (generano l’impulso)
  • fibre di conduzione (lo distribuiscono)

Nodo senoatriale

È il generatore principale di impulsi cardiaci, il primo pacemaker. Grosso circa 1/2 cm, è situato all’incirca dove la vena cava superiore sbocca sulla parete antero-laterale dell’atrio destro.

Può essere irrorato sia dalla coronaria destra sia dalla sinistra.

È isolato da tessuto differenziato e la sua attività non è completamente autonoma, ma in parte influenzata dal sistema simpatico e parasimpatico, che accelerano o rallentano la contrattilità in base ai bisogni dell’organismo. Un cuore che va sempre e solo a 100 bpm non sarebbe utile in fase di riposo.

Fasci o Tratti internodali

L’impulso deve quindi partire, far contrarre gli atri e raggiungere in fretta la seconda stazione, ovvero il nodo atrioventricolare, prima di poter attraversare e fare contrarre anche i ventricoli.

Le autostrade percorse da questa corrente sono chiamate tratti internodali o fasci internodali. Sono tre:

  • anteriore
  • medio
  • posteriore

Il medio inoltre, emette un tratto chiamato fascio di Bachmann che porta l’impulso dall’atrio destro a quello sinistro.

Giunzione atrio-ventricolare

È la sola area che congiunge elettricamente la parte atriale a quella ventricolare del cuore, naturalmente divisa dall’anello fibroso. È formata dal nodo atrioventricolare e il fascio di His.

Il nodo atrioventricolare

È una formazione di cellule nodali con funzioni simili a quelle del nodo senoatriale (NSA). Spesso è irrorato dalla coronaria destra ed è innervato da fibre del sistema nervoso autonomo. Le sue funzioni sono:

  • fungere da filtro alle eccessive sollecitazioni del NSA grazie ad un potenziale d’azione più lento e che definisce la contrazione complessiva di tutto il muscolo cardiaco.
  • in caso di mancato funzionamento del NSA, il nodo atrioventricolare si assume il compito di prendere il ruolo di segnapassi dominante (come, in campo militare, un secondo in comando). Ovviamente ad una frequenza minore, con una contrazione meno funzionale e comunque per poco tempo. Questo viene chiamato ritmo giunzionale o ritmo di scappamento.

Se le frequenze del nodo senoatriale variano da 100 a 60 bpm, il nodo atrioventricolare ha un setting di frequenze tra 60 e 40 bpm.


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Fascio di His

Dopo aver ricevuto l’impulso dal nodo senoatriale, il nodo atrioventricolare lo convoglia ai ventricoli attraverso il fascio di His. Una struttura di contatto tra miocardio atriale e ventricolare che attraversa l’anello fibroso e si immerge in un successivo corpo fibroso centrale, la cui funzione è quella di isolarlo all’interno del setto interventricolare, prima di dividersi in due branche.

Anello fibroso

L’anello fibroso è come un disco elettro-isolante il cui scopo è evitare che l’impulso si dirami in maniera disorganizzata dall’atrio al ventricolo, senza invece passare dal setto interventricolare. Un’altra funzione è quello di agganciare il piano valvolare allo scheletro fibroso di tutto il cuore.

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Tra le due valvole atrioventricolari, sulla parte di tessuto fibroso chiamato trigono destro, si trova l’imboccatura del fascio di His.

Branche e fibre di Purkinje

Il fascio di His, abbiamo detto, si divide in due branche:

  • la branca sinistra, che si divide ulteriormente in due sottofascicoli, il fascicolo anteriore sinistro e il fascicolo posteriore sinistro.
  • e la branca destra.

La loro funzione è quella di trasferire l’impulso dal nodo atrioventricolare fino alle fibre di Purkinje, attraversare le pareti interne, e provocare la contrazione meccanica del cuore. Queste fibre finali, sono ampiamente ramificate e distribuite in tutto il muscolo cardiaco e sono responsabili dell’attivazione elettrica dell’impulso cardiaco.

Inoltre, in caso di mancato funzionamento del nodo senoatriale e del nodo atrioventricolare, queste cellule sopperiranno al mancato impulso prendendo il ruolo di segnapassi (usando la stessa metafora militare, è il terzo in comando). Un ritmo indotto da queste cellule viene chiamato idioventricolare e la sua frequenza è inferiore a 40 bpm.

Autore: Dario Tobruk (Facebook, Twitter)

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Fonti:

  • Anatomia umana di Frederic H. Martini, Michael J. Timmons, Michael P. McKinley e Robert B. Tallitsch, Editore: Edises, Codice EAN: 9788879597302, Dati: 2012, 5 ed.
  • Manuale di elettrofisiologia ed elettrostimolazione cardiacaManuale per infermieri e tecnici di cardiologia, Santini – Ricci, Editore: Centro Scientifico Editore, Edizione: 2006

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Dario Tobruk

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