Trombosi da vaccino: la scoperta sull’origine della reazione avversa

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Il Canada compie un salto in avanti nella ricerca sul meccanismo alla base della trombosi che, seppur raramente, si verifica dopo la somministrazione di vaccini ad adenovirus contro Covid-19. La scoperta del legame tra anticorpi e fattori della coagulazione potrebbe cambiare la prospettiva su questi vaccini.

Trombosi da vaccino: la scoperta sull’origine della reazione avversa

Mentre continua il dibattito internazionale sulla questione delle reazioni avverse legate alla somministrazione dei vaccini anti-Covid, la McMaster University dell’Ontario ha raggiunto importanti conclusioni.

La loro ricerca sul meccanismo che lega gli eventi trombotici alla somministrazione di vaccini ad adenovirus (Astrazeneca e Jhonson&Jhonson) ha portato a risultati talmente rilevanti che la rivista Nature ne ha accelerato la pubblicazione, permettendo che fosse già divulgabile una sua anteprima.

L’origine della trombosi

La definizione esatta con cui definire questo tipo di reazione avversa è una trombocitopenia trombotica auto-immune indotta da vaccino (in inglese vaccine-induced immunethrombotic thrombocytopenia o VITT).

I trombi possono formarsi a livello delle arterie o del circolo venoso profondo e provocare seri danni, se non mortali, a seconda del sito in cui si instaurano (es. ictus, infarto miocardico, embolia polmonare). In Canada, attualmente, l’incidenza dei casi di trombosi è di 1 su 60.000.

Gli aspetti giuridici dei vaccini

La necessità di dare una risposta a una infezione sconosciuta ha portato a una contrazione dei tempi di sperimentazione precedenti alla messa in commercio che ha suscitato qualche interrogativo, per non parlare della logica impossibilità di conoscere possibili effetti negativi a lungo termine. Il presente lavoro intende fare chiarezza, per quanto possibile, sulle questioni più discusse in merito alla somministrazione dei vaccini, analizzando aspetti sanitari, medico – legali e professionali, anche in termini di responsabilità.   Fabio M. DonelliSpecialista in Ortopedia e Traumatologia, Medicina Legale e delle Assicurazioni e in Medicina dello Sport. Profes­sore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano nel Dipartimento di Scienze Biomediche e docente presso l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Già docente nella scuola di Medicina dello Sport dell’Uni­versità di Brescia, già professore a contratto in Traumatologia Forense presso l’Università degli Studi di Bologna e tutor in Ortopedia e Traumatologia nel corso di laurea in Medicina Legale presso l’Università degli Studi di Siena. Responsabile della formazione per l’Associazione Italiana Traumatologia e Ortopedia Geriatrica. Promotore e coordinatore scientifico di corsi in ambito ortogeriatrico, ortopedico-traumatologico e medico-legale.Mario GabbrielliSpecialista in Medicina Legale. Già Professore Associato in Medicina Legale presso la Università di Roma La Sapienza. Professore ordinario di Medicina Legale presso la Università di Siena. Già direttore della UOC Me­dicina Legale nella Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Direttore della Scuola di Specializzazione in Me­dicina Legale dell’Università di Siena, membro del Comitato Etico della Area Vasta Toscana Sud, Membro del Comitato Regionale Valutazione Sinistri della Regione Toscana, autore di 190 pubblicazioni.Con i contributi di: Maria Grazia Cusi, Matteo Benvenuti, Tommaso Candelori, Giulia Nucci, Anna Coluccia, Giacomo Gualtieri, Daniele Capano, Isabella Mercurio, Gianni Gori Savellini, Claudia Gandolfo.

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Lo studio

I ricercatori, analizzando campioni di sangue di pazienti che hanno sviluppato VITT a seguito della vaccinazione, hanno scoperto l’esatto meccanismo di formazione della trombosi.

Cercando di semplificare una complessa reazione biochimica, si è visto come alcuni specifici anticorpi (IgG) si legano a un particolare fattore della coagulazione (PF4) presente sulle piastrine in una maniera unica, tale da creare la possibilità di legarsi ad altri anticorpi e altre piastrine. Questo circolo vizioso crea questi aggregati, porta a un calo delle piastrine (trombocitopenia) e un conseguente richiamo a produrre altre piastrine, causando altri aggregati e quindi ipercoagulabilità.

Inoltre, lo studio ha evidenziato come il legame chimico tra gli anticorpi e il PF4 presente sulle piastrine, la forza quindi che tiene insieme questi agglomerati che formano i coaguli, sia particolarmente resistente. In più, questo stesso legame, ha un tempo di scissione lungo, fattore che non gioca a favore del nostro organismo.

Un meccanismo estremamente simile si verifica nella trombocitopenia da eparina in pazienti sottoposti a questo tipo di farmaco anti-coagulante, evento da cui i ricercatori sono partiti per studiare invece quello causato dai vaccini.

Un passo in più verso la prevenzione

Per quanto ancora non si sappia di preciso cosa inneschi questo meccanismo in primo luogo, e perché si formino i trombi in particolari siti anatomici, le preziose informazioni ricavate dallo studio potrebbero facilitare la scoperta di metodi di prevenzione.

Grazie all’identificazione specifica delle molecole implicate, potrebbero essere creati test diagnostici appositi per la VITT, e di conseguenza indirizzarsi verso uno specifico trattamento. Ovviamente, l’intento rimane quello di poter continuare con la ricerca e arrivare ad eliminare del tutto il rischio di trombosi.

In questo modo, la creazione di vaccini ancora più sicuri diventa una strada possibile.

Autrice: Beatrice Santucci

Fonti:

Beatrice Santucci

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