Utilizzare il Bundle per migliorare la qualità delle cure e dell’assistenza

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Nel 2001 L’Institute for Healthcare Improvement (IHI) ha sviluppato il concetto di bundle, fondato sul presupposto che migliorando il lavoro di squadra e la comunicazione tra i team multidisciplinari delle Terapie Intensive si potessero creare le condizioni per cure più sicure ed affidabili.

A distanza di quasi vent’anni, nella 7° edizione del Manuale per l’accreditamento all’eccellenza degli Ospedali in uscita ad aprile 2020, con ogni probabilità la Joint Commission International ne farà esplicito riferimento come interventi “evidence based”nella prevenzione e controllo delle infezioni.

Cos’è un bundle?

La definizione data dall’Institute for Healthcare Improvement è:

“un set limitato di interventi, per una definita popolazione di pazienti e setting di cura, che, se implementati tutti insieme, danno outcomes significativamente migliori rispetto a quando questi interventi sono implementati singolarmente”. 

E’ una definizione da considerare attentamente quando, per misurarne l’efficacia nella nostra realtà, si raccolgono i dati nella documentazione clinica del paziente; infatti vige il concetto del “tutto o niente”, cioè, o si trova evidenza che tutti gli interventi previsti dal bundle sono stati effettuati oppure non si può affermare che il bundle sia stato applicato. Non esiste l’opzione parziale.

Sulla sicurezza e sul risk management:

L’uso del Bundle migliora la qualità delle cure e dell’assistenza

Quando si progetta un bundle di cura occorre seguire le seguenti linee guida:

  • Il bundle ha da tre a cinque interventi che abbiano forte consenso clinico;
  • Ogni intervento del bundle è relativamente indipendente dagli altri;
  • Il bundle è utilizzato per una specifica popolazione di pazienti in un preciso setting;
  • Il bundle deve essere sviluppato da un team multidisciplinare;
  • Gli elementi del bundle devono essere descrittivi anziché prescrittivi per permetterne la personalizzazione e un appropriato giudizio clinico;
  • La compliance al bundle deve essere misurata tenendo fede al concetto di “tutto o niente” e con un obiettivo target del 95% o superiore.

Perché i bundles producono migliori outcomes?

Sostanzialmente per tre motivi:

  1. I bundles cambiano l’assunto che le cure “evidence based” siano state erogate in modo affidabile (spesso si suppone che tutti gli interventi siano effettuati ma quando si cominciano a raccogliere i dati con il metodo “tutto o niente” la compliance iniziale si scopre spesso bassa, intorno al20-25%);
  2. I bundles promuovono la consapevolezza che il team di cura deve lavorare insieme in un sistema progettato per essere affidabile;
  3. I bundles promuovono l’utilizzo di metodi strutturati e sistematici per il miglioramento al fine di ridisegnare i processi di cura.

Esempi di bundles che possono essere implementati per la prevenzione e controllo delle infezioni sono quelli per le infezioni del torrente sanguigno associate al posizionamento di cateteri centrali (CLABSI), delle polmoniti associate alla ventilazione meccanica (VAP), delle infezioni del tratto urinario associate al posizionamento di catetere vescicale (CAUTI), delle infezioni del sito chirurgico (SSI) e della sepsi severa.

Per approfondire:

Autore: Filippo Di Carlo – www.studioinfermieristicodmr.it

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Studio Infermieristico DMR

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