Oggi dobbiamo parlare della salute mentale dei sanitari

Dario Tobruk 10/10/25

La salute mentale dei sanitari italiani è un argomento del tutto ignorato dalla politica e dall’opinione pubblica eppure di grande importanza e attualità.

Soprattutto oggi 10 ottobre, Giornata della Mondiale della Salute Mentale, vogliamo concentrarci sui sanitari che, come ricordiamo, non hanno nemmeno finito di superare una pandemia di cui ancora non siamo in grado di misurare gli effetti psicologici a lungo termine e che ha messo a dura prova infermieri, medici, oss e tutti gli altri professionisti sanitari, che si è subito rientrati in un ennesima crisi professionale che sta creando forte malcontento e insoddisfazione.

Problemi che potrebbero avere una ripercussione negativa su tutti, cittadini compresi.

Nascondere la polvere sotto il tappeto non funzionerà per sempre

Non è più necessario nasconderlo a nessuno, il lavoro dei sanitari è estremamente stressante e impegnativo.

La maggior parte degli altri professionisti di altri settori più blasonati, piangerebbe in posizione fetale di fronte ad eventi e situazioni che un infermiere, un medico o un oss affrontano ogni singolo giorno della loro vita professionale.

Costantemente a contatto con pazienti e situazioni difficili, i sanitari italiani devono affrontare ancora turni estenuanti e scarsi riconoscimenti.

Poi i politici si chiedono perché i giovani non hanno alcuna intenzione di fare questa professione, e preferiscano, se proprio devono lavorare a queste condizioni, impegnarsi piuttosto in un percorso da medico, che quantomeno garantisce uno stipendio decoroso e un riconoscimento professionale e sociale che gli infermieri sognano nelle loro notti più serene.

Non a caso nel 2021, in Italia, si siano laureati più medici che infermieriChe strano paese il nostro! E ad oggi i corsi di laurea infermieristici sono a malapena coperti da studenti.

Inoltre, durante la pandemia, molti sanitari hanno dovuto lavorare in condizioni difficili, con il rischio di contrarre il Sars-Cov-2 e con l’aggravante di non poter vedere le proprie famiglie per lunghi periodi di tempo. Tutto questo ha avuto un impatto negativo sulla salute mentale dei sanitari, che possono sperimentare sintomi di stress, ansia e depressione.

Ma a parte qualche bandierina sventolata, nulla di consistente è stato mai messo in atto.

Andare in burnout e non uscirne più

Inoltre, molti sanitari sono ancora soggetti al cosiddetto “burnout“, spesso senza nemmeno esserne coscienti. Con questo termine si intende un esaurimento emotivo e fisico dovuto all’eccessivo carico di lavoro e alla mancanza di supporto.

Per i sanitari colpiti da questa patologia, è fondamentale, giunti a questo punto, che ricevano un adeguato e professionale supporto psicologico e il giusto riposo.

Fattivamente si intende di un periodo di infortunio in cui è uno psicoterapeuta qualificato ad accompagnare il sanitario verso un riequilibrio emotivo e psicologico, e questo ha un costo che le aziende e i governi non si vogliono addossare.

Ma come abbiamo già detto, nascondere la polvere sotto il tappeto è una soluzione che non dura a lungo, che non risolve il problema ma lo posticipa e lo ingigantisce. Oggi ne stiamo vedendo soltanto gli effetti. Effetti prevedibili, ma finora ignorati.

Aiuterebbe a prevenire o a calmierarne gli effetti, che il lavoro dei sanitari venga persino riconosciuto e valorizzato adeguatamente, in modo che possano sentirsi motivati e appoggiati nel loro operato. Ma abbiamo smesso di credere alle favole, e il cinismo e la demotivazione nei confronti delle istituzioni e delle aziende sono ormai a livelli fatali.

Salute mentale dei sanitari: un problema che non non importa a nessuno

Purtroppo, la situazione attuale non è delle migliori. Molti sanitari non hanno accesso a servizi di supporto psicologico adeguati, e spesso devono affrontare questi problemi da soli.

Qualcuno ha la fortuna di poterselo permettere, o la consapevolezza di concederselo, ma la maggior parte no.

Inoltre, il sistema sanitario italiano è sottodimensionato e spesso i sanitari sono costretti a lavorare in condizioni di sovraccarico e sotto pressione, con ulteriori conseguenze negative sulla loro salute mentale.

Per affrontare questi problemi, è necessario che il governo e le istituzioni si impegnino a fornire ai sanitari il supporto di cui hanno bisogno.

Questo può includere servizi di supporto psicologico, maggiori risorse per il sistema sanitario e maggiore riconoscimento del lavoro dei sanitari.

Inoltre, è importante che i sanitari stessi prendano coscienza dei loro limiti e imparino a gestire lo stress e l’ansia in modo adeguato. Questo può includere pratiche di rilassamento e attività fisica.

Nei nostri limiti, consapevoli di non poter nemmeno scalfire il problema della salute mentale dei sanitari, vogliamo condividere con voi un elenco di articoli che speriamo possano aiutarvi ad essere maggiormente consapevoli di questo stato mentale così pernicioso, e che vi dia la forza di chiedere aiuto.

Storie di altri infermieri, strumenti per rilassarsi, persone a cui chiedere aiuto: perché nessuno può farcela da solo, così a lungo e in queste condizioni.

Collega, se non ce la fai più, non sei da solo. Chiedi aiuto!


Per saperne di più sul burnout:

Infermieri distrutti dal burnout: un documentario ne racconta le storie
Burnout Infermieristico: cos’è, come si manifesta e come si previene?
Solo la pandemia poteva peggiorare il lavoro degli infermieri
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Strumenti per migliorare la propria salute mentale:

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Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

Dario Tobruk

Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere