Il tumore del colon-retto è una delle neoplasie più frequenti nei paesi occidentali. Riconoscerlo precocemente è essenziale per migliorare sopravvivenza e qualità di vita.
In questo articolo divulgativo una panoramica chiara e completa sul K-Colon: cause, sintomi, diagnosi, trattamenti e sopravvivenza. Scopri come riconoscerlo e quali sono le terapie più efficaci oggi.
Indice
- Cos’è il tumore del colon retto?
- Che significa tumore del colon-retto?
- Quante persone si ammalano di tumore al colon?
- Quali sono i primi sintomi del tumore al colon-retto?
- Come si scopre il tumore al colon-retto?
- Come viene trattato il tumore al colon?
- Quali controlli di follow-up per il tumore del colon retto?
Cos’è il tumore del colon retto?
Il tumore del colon retto è una forma di neoplasia maligna che colpisce l’intestino crasso, originando dalla crescita incontrollata delle cellule nel tratto colon-retto.
Le cause esatte di questa malattia non sono completamente comprese, ma diversi fattori sono ritenuti contribuenti, tra cui una dieta non equilibrata, il fumo di sigaretta, l’obesità, uno stile di vita sedentario, predisposizioni genetiche, la presenza di polipi intestinali e malattie infiammatorie intestinali.
Solitamente, il tumore al colon si manifesta in età avanzata e può presentare una serie di sintomi, come variazioni nelle abitudini intestinali, sanguinamento rettale, presenza di sangue nelle feci, anemia, dolore e crampi addominali, e la sensazione di incompleto svuotamento intestinale dopo la defecazione.
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Che significa tumore del colon-retto?
La maggior parte dei tumori dell’intestino crasso e del retto, noti come tumori colorettali o K-Colon, sono adenocarcinomi che originano dalla mucosa del colon o del retto.
Inizialmente, questi tumori si manifestano come polipi sulla superficie della mucosa intestinale o rettale.
Con il tempo, il cancro invade la parete intestinale e i linfonodi circostanti. Data la connessione vascolare tra l’intestino e il fegato, esiste anche il rischio correlato di metastasi epatiche e di co-presenza del tumore nel fegato.
Il tumore del colon-retto è particolarmente prevalente nei paesi occidentali, rappresentando una delle forme di cancro più comuni e la seconda causa principale di morte per tumore.
Sebbene i termini “tumore al colon” e “tumore del colon-retto” possano sembrare distinti, nella pratica medica sono spesso utilizzati in modo intercambiabile.
Le denominazioni più accurate per questa neoplasia sono “tumore al colon-retto” o “cancro del colon-retto.“
La ragione di questa intercambiabilità risiede nelle similitudini istologiche e funzionali tra il colon, il sigma e il retto.
Pertanto, la comunità medica accetta ampiamente l’uso del termine “colon” come abbreviazione per “colon-retto” quando si parla di questa patologia. In sintesi, i termini “tumore al colon,” “cancro al colon,” “tumore al colon-retto,” “tumore del colon-retto” e “cancro del colon-retto” possono considerati sinonimi e utilizzati per descrivere la stessa condizione medica.
Quante persone si ammalano di tumore al colon?
Secondo il Rapporto Aiom “I numeri del cancro in Italia 2022”, i tumori del colon-retto rappresentano la terza forma di cancro più comune negli uomini e la seconda nelle donne, è probabile che in questi ultimi anni i dati siano ancora coerenti con il precedente triennio.
Per l’anno 2022, infatti, il rapporto stimava 48.100 nuovi casi, con una distribuzione di 26.000 negli uomini e 22.100 nelle donne.
Questi numeri mostrano un aumento rispetto al 2020, con un incremento del +1,5% per gli uomini e del +1,6% per le donne. In termini di mortalità, nel 2021 sono stati stimati 21.700 decessi, suddivisi in circa 11.500 uomini e 10.200 donne.
In termini di sopravvivenza, le statistiche indicano una sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi del 65% per gli uomini e del 66% per le donne.
Questi tassi di sopravvivenza aumentano al 77% per gli uomini e al 79% per le donne se si considera la probabilità di sopravvivenza per ulteriori 4 anni dopo aver superato il primo anno dalla diagnosi.
Quali sono i primi sintomi del tumore al colon-retto?
Il tumore del colon-retto è una patologia che si sviluppa lentamente e può rimanere asintomatica per un periodo prolungato.
La manifestazione dei sintomi nel cancro del colon-retto è influenzata da variabili come il tipo di tumore, la sua localizzazione e la sua estensione.
Sintomi generali
I sintomi generali del tumore del colon-retto possono essere subdoli e facilmente confondibili con altre condizioni gastrointestinali meno gravi come gastrite, ulcera e gastro-duodenite, o enteriti
L’astenia, manifestata da una persistente sensazione di stanchezza e mancanza di energia, è spesso collegata al sanguinamento occulto dal tumore, che può causare anemia.
Questo sintomo si accompagna frequentemente a irregolarità intestinali, come l’alternanza di diarrea e stipsi o cambiamenti nella consistenza delle feci, dovute all’interferenza del tumore con il funzionamento normale del colon o del retto.
Inoltre, il dolore o i crampi addominali, che possono variare da intermittenti a costanti, sono spesso il risultato di un’ostruzione parziale del colon causata dal tumore.
Altri sintomi meno comuni del tumore del colon ma significativi per la natura del disagio, includono una sensazione di pienezza post-evacuazione e la presenza di sangue nelle feci, che può apparire come striature o avere una consistenza catramosa.
Anche la perdita di peso inaspettata e sintomi come pallore e debolezza possono essere indicatori dell’effetto sistemico del cancro e in genere vengono captati dai medici di medicina generale come meritevoli di un’indagine approfondita da specialisti.
Sintomi specifici al sito del tumore
Nel caso di un tumore situato nel colon sinistro, o discendente, è comune riscontrare un’ostruzione nelle fasi iniziali della malattia.
Questo accade perché il diametro del colon sinistro è più ridotto rispetto ad altre parti dell’intestino, rendendo più probabile l’insorgenza di sintomi come dolori addominali crampiformi e stipsi.
Diversamente, un tumore localizzato nel colon destro, o ascendente, tende a manifestare sintomi di ostruzione solo nelle fasi avanzate della malattia.
In questa localizzazione, è più comune riscontrare sintomi come anemia, affaticamento e stanchezza, spesso dovuti a un sanguinamento occulto che può passare inosservato per un lungo periodo.
Nel caso di tumori rettali, il sintomo più comune è il sanguinamento durante l’evacuazione. Questo può essere accompagnato da dolore durante l’evacuazione e da una sensazione di svuotamento incompleto dell’intestino.
Come si scopre il tumore al colon-retto?
Nel percorso diagnostico del cancro del colon-retto, i test di screening giocano un ruolo cruciale, specialmente per identificare i tumori in individui asintomatici ma con fattori di rischio.
Se i sintomi o i risultati dei test di screening suggeriscono la presenza di un tumore, è imperativo procedere con ulteriori esami diagnostici per confermare o escludere la diagnosi di cancro.
Anamnesi
Inizialmente, ci si concentrerà sui sintomi specifici che il paziente sta manifestando, come alterazioni del ritmo intestinale, presenza di sangue nelle feci, dolore addominale o segni sistemici come affaticamento e perdita di peso. Questi sintomi possono variare in base alla localizzazione del tumore e al suo stadio di sviluppo.
Un altro aspetto fondamentale dell’anamnesi è la raccolta dell’anamnesi familiare di neoplasie, in particolare tumori del colon-retto, ma anche altri tipi di cancro come quello dell’ovaio o dell’endometrio.
Una storia familiare significativa potrebbe suggerire una predisposizione genetica, come la sindrome di Lynch, che richiederebbe ulteriori indagini genetiche.
Fattori di rischio come l’età, lo stile di vita, la dieta, l’uso di alcol e tabacco, e condizioni mediche preesistenti come malattie infiammatorie intestinali (Morbo di Crohn o rettocolite ulcerosa) vengono anch’essi esaminati attentamente.
In alcuni casi, l’anamnesi potrebbe includere domande sulle abitudini alimentari del paziente, dato che una dieta ricca di carni rosse e grassi saturi è stata associata a un aumento del rischio di sviluppare questo tipo di cancro.
L’anamnesi farmacologica è importante: farmaci come l’aspirina o altri antinfiammatori non steroidei (FANS) possono avere un impatto sul rischio di cancro del colon-retto e possono interagire con i trattamenti successivi.
Esame obiettivo
L’esame obiettivo nella diagnosi di tumore del colon-retto può includere una valutazione generale dello stato di salute del paziente, con particolare attenzione ai segni vitali come pressione arteriosa, frequenza cardiaca e temperatura.
Si può anche eseguire una valutazione del peso e dell’indice di massa corporea (BMI), poiché la perdita di peso inspiegabile può essere un segno di patologia maligna.
Importante aspetto è l’esplorazione addominale. Il medico palpa l’addome alla ricerca di masse, ingrossamento degli organi o altri segni di patologia.
Inoltre, la palpazione può rivelare la presenza di linfonodi ingrossati, che potrebbero essere un segno da considerare nella valutazione del quadro completo.
Si procederà con l’esame rettale digitale, che permette al medico di valutare la presenza di masse o irregolarità nel retto. Questo esame è particolarmente utile per la diagnosi di tumori rettali e può essere seguito da una rettosigmoidoscopia per una valutazione più dettagliata.
Screening dei tumori gastro-intestinali
La colonscopia è considerata il gold standard per lo screening del tumore del colon-retto. Questo esame permette una valutazione dettagliata dell’intero intestino crasso e consente anche l’asportazione di eventuali polipi o altre anomalie durante la stessa procedura.
Generalmente, la colonscopia viene raccomandata ogni 10 anni a partire dai 45 anni per le persone a rischio medio. Tuttavia, in presenza di una storia familiare di tumore del colon-retto, lo screening può iniziare prima e essere effettuato più frequentemente.
Gli esami delle feci, come il test immunoistochimico fecale (FIT), sono un altro metodo di screening utilizzato. Questi test sono meno invasivi della colonscopia e possono essere effettuati annualmente. Tuttavia, se il risultato è positivo, è necessario procedere con una colonscopia per una diagnosi definitiva.
La sigmoidoscopia è un esame che permette di esaminare solo la parte inferiore dell’intestino crasso. È meno invasiva della colonscopia e può essere effettuata ogni 5 anni.
Ciononostante, non permette una valutazione completa dell’intestino crasso, rendendola meno efficace per la rilevazione di tumori situati più in alto nel colon.
La colonografia con tomografia computerizzata (TC), nota anche come colonscopia virtuale, è un’alternativa per coloro che non possono o non vogliono sottoporsi a una colonscopia tradizionale. Questo esame utilizza la TC per generare immagini tridimensionali dell’intestino crasso e viene raccomandato ogni 5 anni.
Infine, l’analisi del sangue e del DNA tumorale nelle feci è una tecnologia emergente che sta guadagnando terreno come strumento di screening. Questi test possono rilevare la presenza di materiale genetico associato a tumori del colon-retto e vengono generalmente eseguiti ogni 3 anni.
La diagnosi precoce del cancro del colon è fondamentale per migliorare le prospettive di trattamento e sopravvivenza.
Pertanto, è essenziale aderire a un programma di screening regolare, specialmente per coloro che hanno fattori di rischio come una storia familiare di tumore del colon-retto.
Per i grandi anziani, la decisione di continuare lo screening sarà basata su una valutazione globale della salute e dei risultati di screening precedenti.
Come viene trattato il tumore al colon?
Nel trattamento del tumore del colon, l’approccio più comune è l’asportazione chirurgica della sezione intestinale affetta dal cancro, insieme ai linfonodi circostanti, e spesso si riassume in una strategia combinata in cui sono coinvolti la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia.
Successivamente all’asportazione di parte del colon, le estremità rimanenti dell’intestino vengono ricollegate.
Se il tumore ha invaso la parete del colon e coinvolto un numero limitato di linfonodi vicini, la chemioterapia post-operatoria può estendere la durata della sopravvivenza del paziente, sebbene i benefici possano essere relativamente modesti.
Nel caso di tumori rettali, la scelta del trattamento chirurgico dipende da vari fattori, tra cui la distanza del tumore dall’ano e la profondità della sua invasione nella parete rettale.
Se l’intero retto e l’ano devono essere rimossi, il paziente dovrà sottoporsi a una colostomia permanente.
Una colostomia è un intervento che crea un’apertura tra il colon e la parete addominale, permettendo al contenuto intestinale di essere evacuato in una sacca esterna. Tuttavia, se è possibile preservare una parte del retto e l’ano è intatto, la colostomia potrebbe essere solo temporanea.
In questo caso, una volta che i tessuti sono guariti (potrebbe richiedere diversi mesi), un ulteriore intervento chirurgico potrebbe essere effettuato per riconnettere la parte rimanente del retto all’intestino, permettendo la chiusura della colostomia.
Nel caso in cui il cancro rettale abbia attraversato la parete del retto e coinvolto un numero ristretto di linfonodi circostanti, l’adozione di una terapia combinata di chemioterapia e radioterapia dopo la rimozione chirurgica del tumore visibile può estendere la durata della sopravvivenza del paziente.
Alcuni specialisti preferiscono iniziare con la chemioterapia e la radioterapia prima di procedere all’intervento chirurgico.
Se il cancro si è esteso a linfonodi distanti dal colon o dal retto, alla mucosa addominale o ad altri organi, la possibilità di una completa guarigione attraverso la chirurgia diventa improbabile. In questi casi, la chirurgia può essere ancora utilizzata per alleviare sintomi come l’ostruzione intestinale.
La chemioterapia nel paziente affetto da K-Colon, che può essere basata su un singolo agente farmacologico o su una combinazione di farmaci, può contribuire a ridurre le dimensioni del tumore e a estendere l’aspettativa di vita del paziente per un periodo di tempo variabile.
Quando il cancro del colon-retto si è esteso esclusivamente al fegato e vi sono tre o meno metastasi, l’approccio terapeutico può includere la rimozione chirurgica delle lesioni tumorali.
Un’opzione alternativa è l’infusione diretta di agenti chemioterapici o semi radioattivi nell’arteria che alimenta il fegato.
Questo può essere facilitato da una pompa sottocutanea impiantata chirurgicamente o da una pompa esterna portatile, permettendo al paziente una maggiore libertà di movimento durante il trattamento.
Sebbene questa strategia possa offrire vantaggi rispetto ai metodi convenzionali, sono necessari ulteriori studi per confermare la sua efficacia.
L’ablazione per radiofrequenza, che utilizza corrente alternata ad alta frequenza per distruggere il tessuto tumorale, rappresenta un’altra opzione terapeutica per pazienti con un numero limitato di metastasi epatiche. Nondimeno, se il cancro si è diffuso oltre il fegato, questi trattamenti non sono generalmente vantaggiosi.
Nel caso in cui il cancro ostruisca il colon e il paziente non sia in condizioni di sottoporsi a un intervento chirurgico, esistono metodi alternativi per alleviare i sintomi.
Uno di questi è l’elettrocauterizzazione, che utilizza corrente elettrica per ridurre la massa tumorale, o in alcuni casi, l’uso di un laser.
Un’ennesima opzione è l’inserimento di uno stent metallico espandibile per mantenere aperta l’area ostruita. Questi interventi possono essere eseguiti mediante colonscopia e, sebbene possano migliorare la qualità di vita del paziente a breve termine, generalmente non estendono la durata della sopravvivenza.
Quali controlli di follow-up per il tumore del colon retto?
Dopo un intervento chirurgico per K-Colon, è fondamentale un attento follow-up per monitorare eventuali segni di recidiva o complicazioni.
Una colonscopia è generalmente programmata entro il primo anno successivo all’operazione. Se questo esame non rivela la presenza di polipi o altre anomalie, una seconda colonscopia è consigliata a tre anni di distanza dalla prima. In seguito, le colonscopie dovrebbero essere effettuate con una cadenza quinquennale.
Oltre alle colonscopie, il paziente sottoposto a chirurgia dovrebbe essere monitorato attraverso esami fisici periodici e una serie di test ematici.
Questi includono l’emocromo completo, gli esami di funzionalità epatica e la misurazione dei livelli dell’antigene carcinoembrionario, un marker tumorale. Inoltre, vengono effettuati esami di imaging come la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RMI) a intervalli regolari per valutare lo stato di salute generale e rilevare tempestivamente eventuali segni di recidiva o metastasi.
Fonti usate per questo articolo: msdmanuals.com
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
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