Tempi duri per gli infermieri: l’Ast vieta macchine del caffè, poltrone e non solo

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Il tema della scarsa attrattività delle professioni sanitarie (soprattutto quella infermieristica, in crisi totale di numeri e di appeal), che sta causando una carenza di personale senza precedenti, attanaglia oramai da tempo gli esperti di sanità e la politica italiana.


Eppure, al di là delle tante chiacchiere, sembra proprio che si stiano facendo follie per peggiorala: si fanno improbabili appelli alla vocazione e al sacrificio come elementi imprescindibili per poter scegliere la professione di infermiere, si parla di scienze degli effetti letterecci (VEDI articolo L’azienda risponde: “Igiene e rifacimento letto? Abilità fondate su contenuti teorici ben definiti dalle Scienze infermieristiche”), non si interviene sulle cause che fanno dimettere i lavoratori e si lasciano gli stipendi dei professionisti ben adesi alla soglia di povertà. 


Per non parlare delle lungimiranti idee aziendali che producono infermieri necrofori, infermieri di corridoio, calma parentiassaggiatoritraslocatorimuratori, e professionisti intellettuali impiegati in camera mortuaria!


E mentre gli Ordini degli infermieri, disperatamente, producono campagne con slogan come “Ho scelto di essere infermiere” col fine di convincere i giovani ad iscriversi al corso di laurea sempre più snobbato, capita anche che alla Ast di Ascoli Piceno si proibiscano le macchinette del caffè e non solo.


Con una nuova circolare della direzione generale, infatti, notificata ai direttori, ai responsabili di unità operative e di servizio, è stato categoricamente proibito l’utilizzo di apparecchiature, attrezzature elettriche e mobilio non di proprietà aziendale. Tradotto: macchine del caffè, forni a microonde, bollitori, piastre, poltrone, divani e stufette sono stati messi al bando.


La motivazione? Ridurre i rischi di incendi dovuti a eventuali guasti elettrici, visto che le suddette apparecchiature non sono conformi alle normative tecniche di settore e alle disposizioni aziendali.

Tutto sacrosanto, certo. Ma… In un paese pieno di leggi e di norme che nessuno rispetta (e dove nessuno controlla che vengano applicate), ma soprattutto in luoghi (gli ospedali) dove a causa delle carenze spesso si naviga a vista nell’improvvisazione e nell’illegalità, è davvero il periodo giusto per far rispettare in fretta e in furia tutto ciò?

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Alessio Biondino

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