Siamo davvero arrivati alla frutta. Gli infermieri italiani sono sempre di meno, visto che l’attrattività professionale è oramai in caduta libera (tra stipendi da fame, stress lavoro-correlato, aggressioni continue e riconoscimento sociale pari allo zero).
E la politica che fa? Di concreto, a parte sminuire il problema, ricercare in fretta e in furia professionisti (o pseudo tali) nei paesi del terzo mondo, inventarsi nuove figure “con funzioni infermieristiche” (Super OSS e Assistenti alla salute), provare a richiamare in servizio i pensionati e addirittura voler aumentare le mansioni degli infermieri… Nulla.
E le università cosa fanno? Oltre a sgangherati appelli alla “motivazione”, alla “passione” (VEDI) e addirittura al “sacrificio” (VEDI), intanto che permettono lo sfruttamento gratuito degli studenti come pura e semplice manovalanza (VEDI), non molto.
E le aziende…? Quali strategie adottano? Beh, in preda alla disperazione, si prodigano solo in improbabili appelli a “non pensare solo al guadagno” e a “metterci il cuore” (VEDI), o inventano svilenti concetti come il “mutuo aiuto” (VEDI) per giustificare sfruttamento e demansionamento sistematici. Addirittura, c’è chi invita i professionisti intellettuali a messa “per riflettere sul significato profondo del loro servizio” (VEDI).
E a proposito di aziende… L’ultima disperata perla è stata partorita dalla ASST Sette Laghi che, come raccontato da Rete55, sta facendo appelli ai commercianti per fare sconti agli infermieri. Il motivo? Migliorare l’attrattività della categoria, nell’impossibilità di aumentare i loro stipendi.
Ma… Perché gli esercizi commerciali dovrebbero favorire in qualche modo gli infermieri, con sconti e agevolazioni varie? Beh, “gli infermieri sono ottimi clienti e chi ha fiuto per gli affari dovrebbe fare di tutto per fidelizzare la categoria”. È questo il presupposto della preghiera rivolta al territorio dall’azienda, utile a raccogliere manifestazioni di interesse da parte di commercianti, artigiani, erogatori di servizi alla persona.
Quanti saranno, quindi, i parrucchieri, gli estetisti, i salumieri, i titolari di palestre, di piscine, gli asili e i centri benessere che, memori del lontanissimo periodo degli “eroi”, vorranno stringere la cinghia per favorire l’attrattività della professione infermieristica?
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