Costantemente a contatto con pazienti e situazioni difficili, i sanitari italiani devono ancora, alla fine di una lunga ed estenuante pandemia, affrontare ancora turni estenuanti e scarsi riconoscimenti. È evidente che la società non abbia imparato nulla da tutto questo. O forse il caro bollette è oggi prioritario rispetto il proprio diritto ad una sanità efficace.
Poi i politici si chiedono perché i giovani non hanno alcuna intenzione di fare questa professione, e preferiscano, se proprio devono lavorare a queste condizioni, impegnarsi piuttosto in un percorso da medico, che quantomeno garantisce uno stipendio decoroso e un riconoscimento professionale e sociale che gli infermieri sognano nelle loro notti più serene. Non a caso negli ultimi due anni, in Italia, si siano laureati più medici che infermieri. Che strano paese il nostro!
Inoltre, durante la pandemia, molti sanitari hanno dovuto lavorare in condizioni difficili, con il rischio di contrarre il Sars-Cov-2 e con l’aggravante di non poter vedere le proprie famiglie per lunghi periodi di tempo. Tutto questo ha avuto un impatto negativo sulla salute mentale dei sanitari, che possono sperimentare sintomi di stress, ansia e depressione.
Per i sanitari colpiti da questa patologia, è fondamentale, giunti a questo punto, che ricevano un adeguato e professionale supporto psicologico e il giusto riposo. Fattivamente si intende di un periodo di infortunio in cui è uno psicoterapeuta qualificato ad accompagnare il sanitario verso un riequilibrio emotivo e psicologico, e questo ha un costo che le aziende e i governi non si vogliono addossare. Ma come abbiamo già detto, nascondere la polvere sotto il tappeto è una soluzione che non dura a lungo, che non risolve il problema ma lo posticipa e lo ingigantisce.
Aiuterebbe a prevenire o a calmierarne gli effetti, che il lavoro dei sanitari venga persino riconosciuto e valorizzato adeguatamente, in modo che possano sentirsi motivati e appoggiati nel loro operato. Ma abbiamo smesso di credere alle favole, e il cinismo e la demotivazione nei confronti delle istituzioni e delle aziende sono ormai a livelli fatali.
Per affrontare questi problemi, è necessario che il governo e le istituzioni si impegnino a fornire ai sanitari il supporto di cui hanno bisogno. Questo può includere servizi di supporto psicologico, maggiori risorse per il sistema sanitario e maggiore riconoscimento del lavoro dei sanitari. Inoltre, è importante che i sanitari stessi prendano coscienza dei loro limiti e imparino a gestire lo stress e l’ansia in modo adeguato. Questo può includere pratiche di rilassamento e attività fisica.
Nei nostri limiti, consapevoli di non poter nemmeno scalfire il problema della salute mentale dei sanitari, vogliamo condividere con voi un elenco di articoli che speriamo possano aiutarvi ad essere maggiormente consapevoli di questo stato mentale così pernicioso, e che vi dia la forza di chiedere aiuto. Storie di altri infermieri, strumenti per rilassarsi, persone a cui chiedere aiuto: perché nessuno può farcela da solo, così a lungo e in queste condizioni.
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